CORRUZIONE E RIFIUTI,
RIPARTE IL PROCESSO TERRA MIA
SOLDI E VIAGGI IN CAMBIO DEL VIA ALLE DISCARICHE
SOLDI E VIAGGI IN CAMBIO DEL VIA ALLE DISCARICHE
CRONACA – Riprende oggi a PALERMO il procedimento nei
confronti dell'EX funzionario
regionale Gianfranco Cannova e dei proprietari degli impianti nel Catanese, in
provincia di Messina e ad Agrigento. In cambio di soggiorni in HOTEL, auto e party con prostitute l'ex
dirigente avrebbe agevolato gli imprenditori AMICI
Richieste di favori e CORSIE preferenziali
negli iter autorizzativi. In cambio di pagamenti in contanti, viaggi
e auto. Tutti episodi legati da un filo rosso: il denaro sarebbe
arrivato dai gestori di tre discariche private siciliane. È il quadro
delineato dalla procura di Palermo, che - in
collaborazione con la Direzione distrettuale antimafia di Agrigento - lo scorso
luglio ha portato all'inchiestaTerra mia. Il processo, celebrato
davanti la terza sezione del tribunale palermitano, riparte oggi con un fitto CALENDARIO di
udienze. Ma senza la costituzione di parte civile della Regione siciliana.
Sono cinque gli imputati,
tutti accusati di corruzione.
Gianfranco Cannova, architetto, ex funzionario dell'ufficio dell'assessorato
regionale al Territorio e ambiente. Il suo ruolo era il rilascio e il rinnovo
delle Aia (Autorizzazione integrata ambientale) per gli impianti di smaltimento
dei rifiuti. Coinvolti insieme a lui Domenico Proto (titolare
della Oikos spa, società proprietaria del mega-impianto di contrada
Tiritì-Valanghe d'inverno a Motta Sant'Anastasia, nel Catanese), i fratelli Calogero e Nicolò Sodano (responsabili
della Soambiente di Agrigento), e Giuseppe
Antonioli (amministratore
della discarica di Mazzarrà Sant'Andrea, in provincia di Messina).
L'inchiesta è partita nel 2011 e la procura ha avviato un
complesso sistema diintercettazioni ambientali, telefoniche e di
sms. Il RUOLO centrale
è quello rivestito da Cannova, accusato di fare da mediatore nei rapporti tra la macchina
regionale e gli imprenditori
legati al SETTORE dei rifiuti. Ma il suo compito si
sarebbe esteso a quello di sentinella, avvisando i
responsabili degli impianti in OCCASIONE dei
controlli delle autorità, e di consigliere per eventuali procedure da
seguire o ricorsi da presentare. Una consulenza che sarebbe stata elargita in
cambio di mazzette, viaggi, soggiorni in ALBERGHI di
lusso, impianti stereo e un'automobile.
Il legame più stretto sembrerebbe quello stabilito da
Cannova con Mimmo Proto, presidente della catanese Oikos. Una
confidenza tale da far chiamare rispettivamente i due «Mimmuzzo» e «Amore
mio». Secondo la ricostruzione dell'accusa, i favori dell'ex funzionario
avrebbero permesso l'allargamento della discarica ormai esaurita di contrada
Tirtì nella
contigua contrada Valanghe d'inverno.
In alcune occasioni, Gianfranco Cannova avrebbe anche consigliato a Domenico
Proto come agire, sia in occasione dei controlli dell'Arpa che nella GESTIONE dei
cosiddetti fermo impianto.
Situazioni nelle quali la procedura prevederebbe l'allerta delle autorità
competenti e il blocco dello stoccaggio dei rifiuti, ma che non sarebbe stata
messa in atto producendo - nelle due occasioni registrate dai magistrati -
utili stimati in OLTRE 700mila euro.
In cambio dei suoi servigi, il funzionario avrebbe ricevuto
mazzette in contanti. «Se ne fotte lui dei soldi», sbotta Cannova
riferendosi al proprietario della Oikos. Molti gli scambi di denaro
finiti NELLEintercettazioni: «Gianfranco,
dico, ci sono cinquemila euro qua, te li stoammucciando qua dentro», afferma Mimmo
Proto ignaro delle cimici. In un'occasione sarebbe stato organizzato un festino con delle prostitute a Roma;
inoltre risulterebbe un PAGAMENTO per
l'acquisto di un impianto stereo o un televisore da 16mila euro. «Se io lavoro mi dà...
mi dà soldi pe... non regala nessuno niente. Se tu li meriti perché sei bravo e
lavori, te li danno», spiega Cannova al figlio. E poi ci
sarebbero una ventina di soggiorni all'HOTEL
BAIA VERDE di Aci Castello, vacanze
delle quali molte volte l'architetto avrebbe usufruito con l'intera
famiglia. Gli importi - per un ammontare di oltre 31mila
euro - sarebbero
stati pagati dalla Oikos, ma in due OCCASIONI anche da Salvatore Chicco Sudano - avvocato dei Proto,
non indagato -, figlio dell'ex senatore Mimmo Sudano e fratello di Valeria, deputata regionale in quota ad
Articolo 4, oggi Partito democratico.
La confidenza tra Proto e Cannova sarebbe stata tale da spingere
il dipendente regionale a consigliare di aumentare i costi del conferimento
in discarica, suggerendo di addurre come causa il COSTO maggiore
del carburante. Ma anche ostacolare la potenziale concorrenza,
come quella creata da un nuovo impianto nel territorio di Ramacca. Un iter che
sarebbe stato stoppato da Cannova in persona con un provvedimento Aia
negativo.
Meno amichevole sembrerebbe il rapporto tra Gianfranco Cannova e
i fratelli Nicolò (detto Giovanni) e Calogero Sudano. I due sono rappresentanti
dellaSicedil srl e
della Soambiente srl, società con interessi nell'ambito DELLOsmaltimento dei rifiuti
nell'Agrigentino e non solo. I fratelli, infatti, avrebbero chiesto
l'intercessione del funzionario per le autorizzazioni degli impianti diPachino e Noto (in provincia di Siracusa) e di Sciacca e Siculiana,
ad Agrigento. Sul fronte di Pachino sarebbero state numerose le pressioni
- giunte perfino dall'EX governatore Raffaele Lombardo - per impedire la creazione di
un nuovo impianto, facendo registrate i malumori dei due imprenditori.
Nonostante tutto, i fratelli avrebbero pagato mazzette per almeno centomila
euro e un
cesto con PRODOTTI natalizi, oltre alla promessa di
una villetta nei
dintorni della Scala dei Turchi.
Una macchina, un'Audi,
acquistata da una concessionaria della provincia di Novara sarebbe stato uno
dei doni ricevuti da Cannova da parte di Giuseppe Antonioli. L'imprenditore è
amministratore delegato della novarese Osmon spa, società
titolare di un impianto per la produzione di biogas all'interno della discarica
di Mazzarrà Sant'Andrea in provincia di Messina. La struttura, gestita dalla Tirreno Ambiente per mezzo di Antonioli, è oggi chiusa dalla magistraturae
sull'iter seguito da Cannova pendono due sentenze del Tar che hanno
annullato le due Aia rilasciate dall'architetto. Anche in questo caso non
sarebbe mancato il passaggio di denaro contante e le promesse: l'ex dipendente
regionale avrebbe avanzato l'ipotesi di una PARTECIPAZIONE della
Tirreno ambiente ad altre gare per impianti nel resto della regione.
Il quadro a carico degli imputati, soprattutto nei confronti di
Cannova, ha spinto il tribunale a non accettare la RICHIESTA di patteggiamento proposta dai legali dell'ormai ex
funzionario a quattro anni di carcere. Secondo fonti giudiziarie,
l'intenzione è di concludere il procedimento con la massima velocità,
probabilmente entro l'anno.
Ma nonostante la gravità delle accuse, l'avvocatura dello Stato
ha consigliato allaRegione di non
costituirsi parte civile, contro la ferma intenzione di
procedere espressa dal governatore Rosario Crocetta. Le mazzette «non
sono un fattore di particolare allarme sociale» è il parere espresso. In un
primo MOMENTOCrocetta aveva provato ad addurre
come scusa per la mancata costituzione a un difetto di notifica. A costituirsi, invece, è stata
l'amministrazione di Motta, per tutelare «gli interessi e
l'immagine del Comune». Il vicino centro di Misterbianco, invece, non è
rientrato per problemi nella ricezione delle notifiche e non aver
rispettato i tempi stabiliti.
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