M5S: "ITALCEMENTI E
BERTOLINO AL VIA INDAGINI DELL'UE"
Mercoledì 10 Dicembre 2014 - 16:14
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La
Commissione Europea ha informato i deputati del M5S Mannino, Corrao e Trizzino
di aver avviato indagini con riferimento alle due denunce presentate nei mesi scorsi
sull’autorizzazione ambientale riguardante gli impianti di Isola delle Femmine
e sulla distilleria a Partinico.
CEMENTIFICIO
DI ISOLA, IL “GIALLO” DELL’AUTORIZZAZIONE IMPOSSIBILE
17 dicembre 2014
17 dicembre 2014
L’assessorato regionale al Territorio e Ambiente avrebbe rilasciato il Via-Vas ad Italcementi, con la firma di un dirigente che non aveva titolo per farlo. La denuncia del Comitato cittadino e dell’eurodeputato grillino Corrao, che ha portato la vicenda a Bruxelles
di
Paolo Pataria
Può uno dei più grandi cementifici siciliani operare, per ben sei anni, con un’autorizzazione rilasciata da un dirigente regionale che non aveva titoli per firmare l’atto? Stando a quello che si legge in un documento del “Comitato cittadino Isola pulita”, sembrerebbe di sì. Di più: sembra che Bruxelles, nei giorni scorsi, abbia acceso i riflettori sul cementificio di Isola delle Femmine partendo proprio dai fatti raccontati nel documento dal quale ha preso spunto l’europarlamentare del Movimento 5 Stelle, Ignazio Corrao, che su questa storia sta conducendo una battaglia politica. Le carte sono state peraltro inviate a Regione, carabinieri e magistratura.
Nella relazione del “Comitato cittadino Isola pulita” c’è scritto che il decreto del responsabile del Servizio dell’assessorato regionale al Territorio e Ambiente che ha rilasciato l’Autorizzazione integrale ambientale (Aia) alla cementeria di Isola delle Femmine sarebbe nullo. Il riferimento è al “Drs 683 del 18 luglio 2008”. Questo perché Drs – sigla che sta per Dirigente responsabile del servizio – ha emanato un’autorizzazione “da soggetto che non ne aveva titolo”.
Nel mirino finisce l’ingegner Vincenzo Sansone, firmatario del provvedimento, che a quella data “non era di fatto il dirigente responsabile del servizio Via-Vas”. Il riferimento è al servizio dell’assessorato regionale al Territorio e Ambiente che rilascia la Valutazione di impatto ambientale (Via) e la Valutazione ambientale strategica (Vas). E qui c’è il primo passaggio strano di questa vicenda: il decreto del dirigente generale che nomina Sansone dirigente del servizio Via Vas risale al 17 dicembre 2008. Quindi quando lo stesso Sansone ha rilasciato l’autorizzazione all’Italcementi – e cioè cinque mesi prima – non era dirigente del servizio Via-Vas. La nomina di Sansone, stando alle date, sarebbe addirittura a “sanatoria” del periodo pregresso, e quindi retroattiva. In pratica, stando a quanto si legge in questo documento, l’ingegnere Sansone viene nominato responsabile del Servizio Via-Vas cinque mesi dopo aver rilasciato l’Autorizzazione integrale ambientale alla cementeria di Isola delle Femmine.
Nel documento si legge che il dirigente generale dell’epoca dell’assessorato al Territorio, Pietro Tolomeo, fa riferimento “alla nota a sua firma, Dta n. 17818 del 29 febbraio 2008, con la quale avrebbe affidato all’ingegnere Sansone l’incarico di responsabile del Servizio”. Punto, questo, che viene contestato nel documento del Comitato di Isola delle Femmine: “È persino superfluo evidenziare che l’affidamento (o attribuzione) di un incarico dirigenziale non può avvenire con una semplice nota, ma esclusivamente con un apposito provvedimento. Altrettanto dicasi nel caso di proroga, in quanto, per la gerarchia degli atti amministrativi, può avvenire con un provvedimento di pari livello della precedente attribuzione, giammai con una nota”.
La nomina di Sansone, secondo il documento, sarebbe irregolare “e, di conseguenza, priva di ogni efficacia amministrativa”. E avrebbe anche violato il contratto collettivo di lavoro dell’area della dirigenza regionale. “In ogni caso – si legge sempre nel documento – l’ingegnere Sansone, alla data di emanazione del Drs n. 693, il 17 luglio 2008, non aveva il titolo, né il potere occorrenti a formalizzare il provvedimento dell’Aia”.
http://isoladellefemmineitalcementieambiente.blogspot.it/2014/12/cementificio-di-isola-il-giallo.html
MAZZARRÀ:
ALTRI CINQUE INDAGATI PER LA DISCARICA SOTTO SEQUESTRO
Si allarga l’inchiesta della procura di
Barcellona. Ora l’inchiesta coinvolge altre cinque PERSONE: tra questi, due funzionari dell’assessorato regionale al
Territorio e un funzionario dell’Arpa. Le ipotesi: reato ambientale e falso ideologico
di Redazione
Cinque AVVISI di
garanzia per reato ambientale e falso ideologico. L’inchiesta della procura di
Barcellona Pozzo di Gotto sulla discarica di Mazzarrà Sant’Andre si allarga e coinvolge
altre cinque persone: due funzionari dell’assessorato regionale al Territorio e
un funzionario dell’Arpa, agenzia regionale per l’ambiente, per i quali viene
ipotizzato il reato di falso ideologico commesso da pubblico ufficiale. I nuovi
indagati sono Gianfranco Cannova, già detenuto nel carcere di Pagliarelli di Palermo perché
accusato di aver incassato tangenti per favorire alcuni imprenditori nel SETTORE delle
discariche, e Vincenzo
Sansone,
dirigente GENERALE del
dipartimento regionale tecnico. Sono accusati entrambi di aver rilasciato nel
febbraio del 2009 un’autorizzazione alla società che gestisce la discarica, la TirrenoAmbiente Spa. Il terzo indagato è Armando
Cappadonia, funzionario dell’Arpa, per un’autorizzazione rilasciata
nel 2006. Gli ultimi due coinvolti nell’indagine sono Sebastiano
Giambò, ex
sindaco di Mazzarrà Sant’Andrea, già presidente del Cda di TirrenoAmbiente, oggi agli arresti domiciliari dopo la
condanna in primo grado nell’ambito dell’operazione Vivavio della Dda di
Messina, per CONCORSO esterno
in associazione mafiosa, e FRANCESCO Cannone, anche lui ex presidente del Cda della stessa società. Per loro
la procura ipotizza il reato ambientale.
I cinque si aggiungono ai primi tre nomi iscritti nel registro
degli indagati subito dopo la RICHIESTA di
sequestro della discarica, firmata lo scorso 3 novembre: gli ex
amministratori di TirrenoAmbiente
Antonio Crisafulli, GIUSEPPE Antonioli (già con divieto di dimora in Sicilia a seguito di un’indagine
per corruzione di un dirigente regionale) e Pino
Innocenti.
Si attende adesso la verifica dei livelli di inquinamento
disposta dalla procura di Barcellona per il PROSSIMO 16
dicembre: l’esperto incaricato per i rilievi è l’ingegnere Francesco Melidoro, lo stesso che nel
rapporto del 17 settembre aveva rilevato: “Le acque sotterranee della discarica
presentano notevoli indici di inquinamento, sulle pareti della discarica
esistono situazioni di criticità correlate con fuoriuscita di percolato tali da
generare locali profonde incisioni… e le CONDIZIONI precarie
di equilibrio del corpo della discarica… potrebbero portare fenomeni
gravitativi o franosi di rilevante pericolo per l’ambiente e per l’incolumità
delle persone, i quali potrebbero manifestarsi in un breve medio periodo di
tempo, in occasione soprattutto di intense precipitazioni atmosferiche”.
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