Bertolt Brecht : “Chi non conosce la verità è uno sciocco, ma chi, conoscendola, la chiama bugia, è un delinquente”



Non mi piace pensare che esiste l’ingiustizia della legge, non mi piace perché è dura da digerire, mi rendo conto che spesso e volentieri si perde traccia degli eventi perché non sono più sensazionali e solo grazie alla diretta conoscenza delle persone coinvolte verrai a sapere che quella storia non è finita così. Ma…………..



Pino Ciampolillo

domenica 29 marzo 2015

DELITTO DALLA CHIESA ERGASTOLO A TOTO RIINA AI KILLER FRANCESCO BRUNO SPADARO FRANCESCO E PIETRO SENAPE


PROCESSO PER  ASSASSINIO DALLA CHIESA   ERGASTOLO A RIINA  TOTO AI KILLER FRANCESCO BRUNO SPADARO FRANCESCO E SENAPA PIETRO  18 MARZO 1995

PALERMO. Nove condanne all'ergastolo per Totò Riina e altri esponenti della Cupola: si è concluso così, ieri sera a Palermo, lo stralcio del primo maxiprocesso a Cosa nostra per gli omicidi del generale Dalla Chiesa, di Boris Giuliano e di Paolo Giaccone.

La sentenza è stata emessa dalla terza sezione della corte d'assise d'appello. Per Riina è l'ottavo ergastolo. Le altre condanne a vita sono state inflitte a Bernardo Provenzano, da molti anni latitante; a Michele Greco, ‹Il papa›; a Francesco Madonia; a Pippo Calò, ‹cassiere› della mafia; a Bernardo Brusca, boss di San Giuseppe Jato; ad Antonino Geraci, capo del mandamento di Partinico; e ai killer Francesco Spadaro, Pietro Senapa, Francesco Bruno.

Il boss catanese Nitto Santapaola è stato assolto per il delitto Dalla Chiesa ma nell'ambito dello stesso processo gli era già stato inflitto il decimo ergastolo - ora confermato - per la strage della circonvallazione del 16 giugno '82. Quel giorno col boss Ferlito furono uccisi l'autista e tre carabinieri della scorta. La sentenza riconosce a Riina e alla Cupola la reponsabilità non solo per la strage Dalla Chiesa, ma anche per altri due clamorosi delitti eccellenti, a Palermo: l'uccisione, il 21 luglio '79, del vice questore Boris Giuliano, e l'agguato, l'11 agosto '82, al medico legale Paolo Giaccone, freddato tra i viali del Policlinico per essersi rifiutato di modificare l'esito di una perizia dattiloscopica.

Confermava il coinvolgimento di Antonino Marchese nella strage (5 morti) del Natale '81, a Bagheria. Complessivamente lo stralcio prendeva in esame 25 omicidi collegati alla feroce guerra di mafia scatenatasi negli Anni 80. La sentenza ribalta le conclusioni del verdetto emesso il 10 dicembre '90 da un'altra sezione della corte d'assise d'appello: Riina e gli altri boss erano stati assolti. Ma questa parte della sentenza fu annullata il 30 gennaio '92 dalla prima sezione della Cassazione che in quell'occasione era presieduta da Valente in sostituzione di Carnevale. Era stato il presidente Brancaccio, oggi ministro dell'Interno, a imporre l'avvicendamento per ragioni di opportunità. 

Ieri gli avvocati della parte civile, Galasso e Avellone, hanno sottolineato che la sentenza ‹ha ridato senso a un delitto, quello Dalla Chiesa, che rischiava di restare senza autori›.[a. r.è
La Stampa - Torino

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A CURA DEL COMITATO CITTADINO ISOLA PULITA DI ISOLA DELLE FEMMINE

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