ITALCEMENTI
A CALUSCO, IL M5S: “NO ALL'INCENERIMENTO DI RIFIUTI”
Pubblichiamo il comunicato del
Movimento 5 Stelle di Bergamo in merito alla richiesta di incenerire più
rifiuti all'Italcementi di Calusco d'Adda. I pentastellati bergamaschi
ribadiscono il No all'incenerimento e rilanciano “Rifiuti zero”.
Pubblichiamo il comunicato
del Movimento 5 Stelle di Bergamo in merito alla richiesta di
incenerire più rifiuti all'Italcementi di Calusco d'Adda. I pentastellati
bergamaschi ribadiscono il No all'incenerimento e rilanciano “Rifiuti zero”.
Sui principali quotidiani locali
è stato dato ampio spazio ad un comunicato con il quale Italcementi spiega la
propria richiesta di poter bruciare annualmente 110 mila tonnellate di
Combustibile Solido Secondario, anziché le attuali 30 mila tonnellate. Abbiamo
così appreso con stupore una serie di informazioni alquanto tendenziose, se non
addirittura false. Nel comunicato si afferma che la richiesta di Italcementi di
poter bruciare 110 mila tonnellate di rifiuti all’anno non sarà causa di
“emissioni aggiuntive”. L’utilizzo del CSS (Combustibile Solido Secondario) –
quello che una volta si chiamava CDR, Combustibile da Rifiuto – viene definito
“non pericoloso” perché deriva da “materiali irrecuperabili” e quindi evita che
tali materiali finiscano in discarica.
I rifiuti bruciati vengono
definiti “fonte di energia” la cui combustione avviene “in modo sicuro e senza
la produzione di ceneri”. Di fronte a questo cumulo di inesattezze noi del
Movimento 5 Stelle ci teniamo a precisare che:
1) la Direttiva europea 98/2008,
recepita in Italia il 16 aprile del 2010, giustifica l'incenerimento con
recupero energetico solo subordinandolo al recupero di materia, perché tutto
ciò che può essere recuperato NON può essere bruciato;
2) il Combustibile Solido
Secondario che verrà bruciato è derivato anche dall’attività di selezione
meccanica dei rifiuti urbani, cioè il 50% della plastica che noi cittadini,
magari anche faticosamente, raccogliamo in modo differenziato;
3) non è vero che i rifiuti che
verranno bruciati sono “materiali irrecuperabili”: la Revet Recycling in
Toscana recupera esattamente questa frazione e ne fa Materia Prima Seconda che
viene venduta e usata come materia prima in molte industrie plastiche (per
esempio è utilizzata dalla Piaggio per costruire la scocca dell’Mp3, uno
scooter che costa circa 7.000 €);
4) la richiesta di Italcementi
prevede anche la possibilità di bruciare pneumatici, scarti di altre plastiche
e fanghi, tutti materiali altamente pericolosi, la cui combustione
difficilmente avverrà “in modo sicuro e senza la produzione di ceneri”.
Infine, scopriamo che “l’utilizzo
dei rifiuti come combustibile alternativo è giudicato come una pratica virtuosa
dell’Unione europea”.
Aspettiamo di conoscere su quali
basi giuridiche possa essere affermata una siffatta bugia. Come Movimento 5
Stelle ribadiamo, insieme ai vari comitato locali che antepongono la salute dei
cittadini agli interessi della lobby dell’incenerimento, il nostro NO, senza se
e senza ma, all’incenerimento dei rifiuti, rifiuti che sono invece una risorsa.
La strada da percorrere è una sola: Rifiuti Zero!
A CURA DEL COMITATO CITTADINO ISOLA PULITA DI ISOLA DELLE
FEMMINE
CAGGESE GIUSEPPE NATO A TROIA 7 APRILE 1940 ASSUNTO ALLA ITALCEMENTI
IL 20 OTTOBRE 1973 CON LA QUALIFICA DI OPERAIO STIVATORE ADDETTO AL CARICO DI
SACCHETTI DI CEMENTO SUI CAMION DECEDUTO A SOLI 57 ANNI PER: “CARCINOMA
POLMONARE (MICROCITOMA) CON METASTASI PANCREATICHE” SENTENZA 6-2013 R.G.L.
1/889/07 CRON 2858 TRIBUNALE DEL LAVORO DI FOGGIA CTU GERARDO CELA VIA PIAVE 63-71100 FOGGIA AVV FRANCESCO FORMIGLIA ANGELO TORRE VIA
ROSATI 141 FOGGIA
TULLIO MINNELLA
OPERAIO DEL CEMENTIFICIO DI MONSELICE MORTO PER TUMORE….
RANDO, DIPENDENTE DELL'ITALCEMENTI MORTO
DI CANCRO NEL 1999.
Leggi a pagina……..
LA LEGALITA’ COME OPTIONAL?
INQUINARE NELL’ILLEGALITA’ FAVORITI ANCHE DALLA
MANCANZA DI CONTROLLI ..ma si chi se ne frega……..
ITALCEMENTI CEMENTIFICIO DI ISOLA DELLE FEMMINE
, IL “GIALLO” DELL’AUTORIZZAZIONE
INTEGRATA AMBIENTALE IMPOSSIBILE
L’assessorato
regionale al Territorio e Ambiente avrebbe
rilasciato il Via-Vas ad
Italcementi, con la firma di un dirigente che non
aveva titolo per farlo. La
denuncia del Comitato cittadino e dell’eurodeputato grillino Corrao, che ha portato la
vicenda a Bruxelles
Patania
Può uno dei più grandi cementifici siciliani operare,
per ben sei anni, con un’autorizzazione rilasciata da un dirigente regionale
che non aveva titoli per firmare l’atto? Stando a quello che si legge in un
documento del “Comitato cittadino Isola pulita”, sembrerebbe di sì. Di più:
sembra che Bruxelles, nei giorni scorsi, abbia acceso i riflettori sul
cementificio di Isola delle Femmine partendo proprio dai fatti
raccontati nel documento dal quale ha preso spunto l’europarlamentare del
Movimento 5 Stelle, Ignazio Corrao, che su questa storia sta
conducendo una battaglia politica. Le carte sono state peraltro inviate a
Regione, carabinieri e magistratura.
Nella relazione del “Comitato cittadino Isola pulita” c’è
scritto che il decreto del responsabile del Servizio dell’assessorato regionale
al Territorio e Ambiente che ha rilasciato l’Autorizzazione integrale
ambientale (Aia) alla cementeria di Isola delle Femmine sarebbe nullo.
Il riferimento è al “Drs 683 del 18 luglio 2008”. Questo perché Drs –
sigla che sta per Dirigente responsabile del servizio – ha emanato
un’autorizzazione “da soggetto che non ne aveva titolo”.
Nel mirino finisce l’ingegner Vincenzo Sansone,
firmatario del provvedimento, che a quella data “non era di fatto il
dirigente responsabile del servizio Via-Vas”. Il riferimento è al
servizio dell’assessorato regionale al Territorio e Ambiente che rilascia la
Valutazione di impatto ambientale (Via) e la Valutazione ambientale strategica
(Vas). E qui c’è il primo passaggio strano di questa vicenda: il decreto del
dirigente generale che nomina Sansone dirigente del servizio Via Vas
risale al 17 dicembre 2008. Quindi quando lo stesso Sansone ha
rilasciato l’autorizzazione all’Italcementi – e cioè cinque mesi
prima – non era dirigente del servizio Via-Vas. La nomina di
Sansone, stando alle date, sarebbe addirittura a “sanatoria” del periodo
pregresso, e quindi retroattiva. In pratica, stando a quanto si legge in questo
documento, l’ingegnere Sansone viene nominato responsabile del Servizio Via-Vas
cinque mesi dopo aver rilasciato l’Autorizzazione integrale ambientale alla cementeria
di Isola delle Femmine.
Nel documento si legge che il dirigente generale dell’epoca
dell’assessorato al Territorio, Pietro Tolomeo, fa riferimento
“alla nota a sua firma, Dta n. 17818 del 29 febbraio 2008, con la quale avrebbe
affidato all’ingegnere Sansone l’incarico di responsabile del Servizio”.
Punto, questo, che viene contestato nel documento del Comitato di
Isola delle Femmine: “È persino superfluo evidenziare che l’affidamento (o
attribuzione) di un incarico dirigenziale non può avvenire con una semplice
nota, ma esclusivamente con un apposito provvedimento. Altrettanto dicasi nel
caso di proroga, in quanto, per la gerarchia degli atti amministrativi, può
avvenire con un provvedimento di pari livello della precedente attribuzione,
giammai con una nota”.
La nomina di Sansone, secondo il documento, sarebbe
irregolare “e, di conseguenza, priva di ogni efficacia
amministrativa”. E avrebbe anche violato il contratto collettivo di lavoro
dell’area della dirigenza regionale. “In ogni caso – si legge sempre nel
documento – l’ingegnere Sansone, alla data di emanazione del Drs n. 693, il 17
luglio 2008, non aveva il titolo, né il potere occorrenti a formalizzare il
provvedimento dell’Aia”.
Fine dei problemi? Non esattamente. Nel documento si parla anche
di collaudi e prescrizioni che riguarderebbero lo stesso
cementificio di Isola delle Femmine. E di obblighi. Il cementificio avrebbe
dovuto procedere “entro 24 mesi dal rilascio dell’autorizzazione (da
parte dell’assessorato al Territorio e Ambiente, ndr), alla conversione
tecnologica (revamping) dell’impianto con il completo allineamento alle
migliori tecnologie disponibili previste per il settore del cemento…”.
“Tuttavia, alla scadenza dei 24 mesi – si legge sempre nel documento – risulta
che nessuna delle autorità preposte si è premurata di adempiere agli obblighi
discendenti dalle prescrizioni di propria competenza contenute nel Drs n. 693
al fine di rendere definitiva o meno l’autorizzazione”.
Il 9 giugno del 2011, cioè con tre anni di ritardo, l’assessorato
al Territorio e Ambiente riconoscendo che “il decreto prevedeva condizioni
e prescrizioni da attuare con scadenze temporali…da effettuarsi entro
24 mesi dalla data di rilascio…”, teneva la riunione di un tavolo tecnico “al
fine di verificare se la società Italcementi ha provveduto a
dare corso alla attuazione delle prescrizioni contenute nel Decreto di
riferimento”.
Dalla lettura del verbale risulta che, ad eccezione della
Italcementi che dichiara di operare nel rispetto delle prescrizioni previste dall’autorizzazione,
“inspiegabilmente nessuna delle autorità competenti alle verifiche si pronuncia
nel merito” degli interventi strutturali. La discussione viene limitata “solo
ad alcuni aspetti relativi al monitoraggio delle emissioni ed
al posizionamento delle centraline di rilevamento degli inquinanti” “Da allora
ad oggi – si legge sempre nel documento – cioè a distanza di sei anni, la
situazione, come risulta agli atti, è rimasta del tutto invariata: ai rilievi
di nullità del provvedimento si somma anche la mancanza divalidità di merito,
in quanto nulla è dato a sapere circa il rispetto di tutte le prescrizioni che
avrebbero dovuto essere rispettate dall’Italcementi nei termini di 24 mesi
dalla data di emanazione dell’autorizzazione”.
CAGGESE GIUSEPPE NATO A
TROIA 7 APRILE 1940 ASSUNTO ALLA ITALCEMENTI IL 20 OTTOBRE 1973 CON LA
QUALIFICA DI OPERAIO STIVATORE ADDETTO AL CARICO DI SACCHETTI DI CEMENTO SUI
CAMION DECEDUTO A SOLI 57 ANNI PER: “CARCINOMA POLMONARE (MICROCITOMA) CON
METASTASI PANCREATICHE” SENTENZA 6-2013 R.G.L. 1/889/07 CRON
2858 TRIBUNALE DEL LAVORO DI FOGGIA
CTU GERARDO CELA VIA PIAVE 63-71100 FOGGIA AVV FRANCESCO FORMIGLIA ANGELO TORRE VIA
ROSATI 141 FOGGIA
TULLIO MINNELLA OPERAIO DEL CEMENTIFICIO DI
MONSELICE MORTO PER TUMORE….
RANDO,
DIPENDENTE DELL'ITALCEMENTI MORTO DI CANCRO NEL 1999.
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http://nuovaisoladellefemmine.blogspot.it/2009/05/carini-interrogazione-consiliare-su.html
DDG TOLOMEO DR PIETRO 17 DICEMBRE 2008 NOMINA
ING SANSONE VINCENZO FIRMATARIO DEL DECRETO AIA ITALCEMENTI 693 DEL 18 LUGLIO
2008 RESPONSABILE DEL 2 SERVIZIO VIA VAS DECRETO NULLO
DDG TOLOMEO DR PIETRO 17 DICEMBRE 2008 NOMINA ING SANSONE VINCENZO FIRMATARIO DEL DECRETO AIA ITALCEMENTI 6... by Pino Ciampolillo
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