CORRUZIONE, LA REGIONE NON SI COSTITUISCE PARTE
CIVILE M5S: “VERGOGNOSO” E PARTONO INTERROGAZIONI ALL’ARS E ALLA CAMERA
PUBBLICATO IL 5 FEBBRAIO 2015
Inviata a Crocetta anche una lettera a firma di tutti i
deputati siciliani del Movimento all’Ars, alla Camera, al Senato e a Bruxelles
La missiva sottoscritta pure dai sindaci Cinquestelle
Due interrogazioni all’Ars e alla
Camera e una lettera al presidente della Regione. Il movimento 5 Stelle
reagisce con forza in Sicilia, a Roma e a Bruxelles alla “allucinante
decisione” della Regione di non costituirsi parte
civile nel procedimento contro un funzionario che ha ammesso di aver ricevuto
denaro in cambio di autorizzazioni per lo smaltimento dei rifiuti. I deputati
condannano anche l’ancor più assurdo parere dell’Avvocatura dello Stato, che
non ha ravvisato nel comportamento del funzionario “nessun allarme sociale”
“Crocetta – afferma il deputato all’Ars Giancarlo Cancelleri – è lesto a issare il vessillo dell’antimafia in qualsiasi occasione, ma quando c’è da far parlare i fatti rimane spesso indietro. E corruzione e mafia vanno spesso a braccetto. Ci spieghi i motivi di questa assurda decisione che nessun sconclusionato parere dell’Avvocatura dello Stato potrà mai giustificare”.
“All’amarezza sulla mancata presenza della Regione a questo processo – afferma la deputata a sala d’Ercole Angela Foti - si aggiunge la beffa delle motivazioni espresse dall’avvocatura. Cadono le braccia. Con questo governo abbiamo gettato la spugna della speranza. Troppe le azioni scellerate, come la cacciata di Marino all’indomani del dossier sulle discariche private in Sicilia, depositato e secretato presso la commissione antimafia Ars e alla Procura. Evidentemente l’ ‘affaire’ rifiuti in Sicilia non deve essere smosso, se non con le chiacchiere. C’è comunque un altro processo, ‘Terra mia’, in cui la Regione può costituirsi parte civile. Crocetta non si lasci sfuggire quantomeno questa occasione”
“Dalla mia posizione sul banco della presidenza – afferma la deputata alla Camera Claudia Mannino l’ho visto con i miei occhi, Crocetta, il grande elettore siciliano, spellarsi le mani per applaudire il presidente della Repubblica durante discorso d’insediamento. Mattarella ha parlato di livelli inaccettabili della corruzione che favorisce le consorterie e penalizza gli onesti. Un vero attore. Prima si commuove poi rientra a Palermo e fa spallucce”
La Mannino e gli altri deputati alla Camera M5S proporranno ai deputati siciliani degli altri partiti di firmare l’interrogazione rivolta sull’argomento al Presidente del Consiglio. Intanto tutti i parlamentari M5S di Camera, Senato ed Ars hanno indirizzato una lettera a Crocetta, sottoscritta anche dall’eurodeputato Corraro e dai sindaci di Bagheria e Ragusa, Cinque e Piccitto.
Nella lettera si legge tra l’altro “la corruzione è corruzione e la costituzione di parte civile, aldilà del parere dell’Avvocatura dello Stato a dir poco irrituale, sarebbe stata un’autentica occasione per dire no… Il suo comportamento è, a nostro parere ingiustificabile. Proprio Lei che da parlamentare europeo ha ricoperto l’incarico di Vice Presidente della Commissione speciale sulla criminalità organizzata, la corruzione e il riciclaggio di denaro. Perché?
Sconcerta tanta disattenzione soprattutto se si pensa che, proprio Lei, era deputato europeo quando la Commissione con la nota 19-1-2011 ha presentato al Parlamento europeo, la STRATEGIA TEMATICA SULLA PREVENZIONE E IL RICICLAGGIO DEI RIFIUTI…”
Signor Presidente,
alcune settimane fa, qui
a Palermo, il presidente dell'Autorità anticorruzione, Raffaele Cantone ha
dichiarato che per tenere legati le istituzioni e l'apparato burocratico, le organizzazioni mafiose ricorrono alla corruzione
più che agli atti intimidatori, sottolineando che l'autorità da lui
presieduta, in Sicilia sta indagando sui rifiuti.
Il messaggio del
magistrato era chiaro, bisogna punire i
colpevoli e premiare chi rispetta le regole.
Presidente Crocetta,
avevamo confidato nelle sue parole e ci saremmo aspettati che le stesse
potessero produrre fatti concreti, invece, apprendiamo, con stupore, dalla
stampa che la Regione Sicilia “malgrado tutto” non si espone, non prende il
toro della corruzione per le corna, neppure di fronte all’evidenza di un
funzionario infedele e reo confesso.
Signor Presidente, la corruzione è corruzione e la
costituzione di parte civile, aldilà del parere dell’Avvocatura dello Stato a dir poco irrituale, sarebbe stata
un’autentica occasione per dire no, io non ci sto, i siciliani non ci stanno.
Il suo comportamento è, a nostro parere ingiustificabile. Proprio Lei che da
parlamentare europeo ha ricoperto l’incarico di Vice Presidente della Commissione speciale
sulla criminalità organizzata, la corruzione e il riciclaggio di denaro. Perché?
Sconcerta tanta
disattenzione soprattutto se si pensa che, proprio Lei, era deputato europeo
quando la Commissione
con la nota 19-1-2011 ha presentato al Parlamento europeo, la STRATEGIA TEMATICA SULLA
PREVENZIONE E IL RICICLAGGIO DEI RIFIUTI.
A tale proposito, ci
preme informarLa che, insieme ai colleghi senatori del M5S, abbiamo presentato
una denuncia alla Corte dei Conti per danno erariale conseguente alla seconda
condanna della Corte di Giustizia Europea sulle discariche abusive. Giacché
diversi di questi invasi insistono sul nostro territorio, abbiamo segnalato
anche il suo nome alla Magistratura contabile. Sarebbe profondamente iniquo,
infatti, che le multe inflitte dalla Corte al nostro Paese le debbano pagare,
gli incolpevoli cittadini siciliani.
Ci dica almeno a che
punto è il procedimento disciplinare nei confronti del funzionario reo
confesso.
Cordialmente,
Dep. Claudia Mannino
Dep. Villarosa Alessio Dep. Cancelleri
Azzurra Dep. Francesco D’Uva Dep. Chiara Di
Benedetto Dep. Di Vita Giulia Dep. Grillo Giulia Dep. Lorefice Marialucia Dep. Lupo
Loredana Dep. M arzana Maria Dep. Nuti Riccardo Dep. Rizzo Gianluca Sen. Mario
Michele Giarrusso Sen. Nunzia Catalfo Sen. Ornella Bertorotta Sen. Vincenzo Santangelo
Euro Dep. Ignazio Corrao Sindaco Federico Piccitto Sindaco Patrizio Cinque Dep. Cancelleri
Giovanni Carlo Dep. Cappello Francesco Dep. Ciaccio Giorgio Dep. Ciancio
Gianina Dep. Ferreri Vanessa Dep. Foti
Angela Dep. La Rocca Claudia Dep. Mangiacavallo Matteo Dep, Palmeri Valentina Dep.
Siragusa Salvatore Dep. Tancredi Sergio Dep.
Trizzino Giampiero Dep. Zafarana Valentina Dep. Zito Stefano
TANGENTI E RIFIUTI, IL
PROCESSO LA REGIONE GRANDE ASSENTE
LUNEDÌ
19 GENNAIO 2015 - 18:03 DI RICCARDO LO VERSO
La Regione Siciliana e il
governatore Crocetta non sono costituti parte civile al processo che vede imputati Gianfranco Cannova (nella foto), funzionario
dell'assessorato al Territorio e ambiente, e 4 imprenditori. Sono tutti
accusati di corruzione.
PALERMO - C'è un tempo per le
conferenze stampa e gli annunci. E c'è un tempo in cui alle parole possono
seguire i fatti. Oggi la Regione e il suo governo hanno perso l'occasione per
un gesto concreto. Non si sono costituti parte civile, tramite l'Avvocatura
dello Stato, al processo che vede imputati Gianfranco Cannova, funzionario
dell'assessorato regionale Territorio Ambiente, e quattro imprenditori. Sono
tutti accusati di corruzione.
Cannova avrebbe intascato mazzette in cambio di agevolazioni nel rilascio di autorizzazioni per lo smaltimento dei rifiuti. Oltre al presunto dipendente infedele sotto accusa ci sono Giuseppe Antonioli, amministratore delegato della discarica di Mazzarrà Sant'Andrea, nel Messinese, Domenico Proto, titolare della discarica, i fratelli Calogero e Nicolò Sodano, proprietari della Soambiente di Agrigento.
Oggi il processo ha preso il via. Si è costituito parte civile il Comune di Motta Sant'Anastasia. Respinta, invece, la richiesta del Comune di Misterbianco e di due associazione onlus: “Centro per i diritti del cittadino” e “Codici Sicilia”. La grande assente era la Regione che, in soldoni, non potrà chiedere i danni qualora gli imputati venissero condannati al termine del dibattimento.
Il funzionario palermitano, nel corso di un interrogatorio, ammise di avere intascato tangenti per facilitare le pratiche degli imprenditori. Bastava pagare per evitare i controlli nelle discariche e le possibili chiusure. Il prezzo della corruzione sarebbero stati migliaia di euro in contanti - diecimila euro o forse più - televisori ultramoderni e soggiorni in alberghi di lusso. Fatti gravi tanto che oggi il Tribunale ha respinto la richiesta di Cannova che avrebbe voluto patteggiare quattro anni di carcere.
Fatti gravi come sottolineò lo stesso governatore Rosario Crocetta, nel corso di una conferenza stampa pochi giorni dopo il blitz: "Il caso Cannova? Potrebbe essere solo l'inizio. Stiamo vagliando l'ipotesi della confisca o dell'esproprio per pubblica utilità delle discariche private". Ed ancora: "Da quando c'è questa amministrazione, però, non ci sono più coperchi. Forse, quando siamo intervenuti con le rotazioni, dovevamo essere più incisivi ancora. La frequenza di queste inchieste mi fanno pensare: altro che tangentopoli... . Dopo la Formazione, il Ciapi, i Beni culturali, la sanità...".
Sono tutti temi caldissimi, diventati materia dei dossier consegnati in questi mesi da Crocetta in Procura per denunciare il malaffare che si annida nella pubblica amministrazione regionale. Un via vai negli uffici giudiziari, quello del governatore. Per raggiungere le stanze dei procuratori Crocetta è transitato a pochi metri dala stessa aula dove oggi la Regione e il suo governo erano i grandi assenti.
Assenza reiterata, per la verità.
La Regione avrebbe potuto costituirsi parte civile già quattro mesi in sede di
udienza preliminare quando Cannova e gli altri furono rinviati a giudizio
sulla base della richiesta della Procura. Una richiesta che indicava la Regione
siciliana come parte offesa del processo. La stessa Regione, grande assente del
processo.
TANGENTI, CROCETTA
ALL'ATTACCO: "CANNOVA? SOLO L'INIZIO"
Giovedì 24 Luglio 2014
Il governatore: "Questa è
una nuova tangentopoli. Stiamo pensando alla confisca delle
discariche private. Pippo Gianni? Non ho letto le carte...".
PALERMO - "Il caso Cannova? Potrebbe essere solo l'inizio. La
vicenda che riguarda Pippo Gianni? Non ho ancora visto le carte...". Il
presidente della Regione da un lato attacco, dall'altro "smorza". I
filoni coinvolti dalle ultime inchieste della magistratura, infatti, sono due. Da un lato il rovente settore delle discariche. Dall'altro le
mazzette per il fotovoltaico. La Regione, comunque, è investita dagli
scandali. E il governatore, che giunge in conferenza stampa insieme
all'assessore Calleri, annuncia interventi drastici. Estremi.
"Chideremo un parere all'Avvocatura dello Stato e all'ufficio legale. Stiamo vagliando l'ipotesi della confisca o dell'esproprio per pubblica utilità delle discariche private". Le discariche gestite da alcune aziende finite al centro appunto delle INDAGINI giudiziarie. "Abbiamo revocato - ha detto Crocetta - l'autorizzazione a Oikos e anche a Soambiente, nei confronti della quale c'è anche una informativa antimafia 'interdittiva'. Ma non solo. Abbiamo riscontrato delle anomalie anche in un'altra discarica che ancora non è entrata in funzione, quella di Sant'Agata di Militello. Abbiamo raccolto le denunce del sindaco: quella discarica stava sorgendo su una fiumare. Andrò a controllare con i miei occhi".
Ma al di là dei singoli fatti, il tema, più generale è quello di una corruzione dentro la Regione che appare più ampia del previsto: "Da quando c'è questa amministrazione, però, - ha precisato Crocetta - non ci sono più coperchi. Forse, quando siamo intervenuti con le rotazioni, dovevamo essere più incisivi ancora. La frequenza di queste inchieste mi fanno pensare: altro che tangentopoli... Dopo la Formazione, il Ciapi, i Beni culturali, la sanità...". E in vista, così, ecco i provvedimenti anche nei confronti dei funzionari coinvolti: "Certamente li sospenderemo. Poi - ha annunciato Crocetta - verificheremo la possibilità, nel caso in cui le accuse si faccessero più concrete, di procedere col licenziamento. Non abbiamo bisogno di questi collaboratori dentro la Regione".
E i prossimi passi potrebbero essere rappresentati da ispezioni a tappeto in tutti gli assessorati, ma soprattutto in quello dell'Energia: "Intanto - ha detto il governatore - verificheremo le pratiche curate da Cannova negli ultimi cinque anni. Servono controlli più intensi sia nelle fasi autorizzative che in quelle di gestione". Ma attorno a Cannova ecco il giallo: il funzionario, inizialmente oggetto di una rotazione, sarebbe rientrato dopo poco più di un anno nello stesso ruolo: "Ho saputo solo adesso - spiega Crocetta - che quel dipendente è rientrato nella vecchia mansione a causa delle pressioni operate da un sindacato autonomo".
Ma oltre ai rifiuti, come detto, ecco esplodere il "caso" delle mazzette per l'insediamento di un mega impianto fotovoltaico a Monreale. Una vicenda che, stando alla ricostruzione dei pm, coinvolgerebbe, oltre a funzionari della Regione, anche l'ex assessore all'Industria Pippo Gianni. "Il funzionario, - ha precisato l'assessore Calleri - cioè la dottoressa Marcenò, verrà subito sospesa". "Pippo Gianni? Ancora - ha detto invece Crocetta - so troppo poco di questa inchiesta. Vedremo. In una convention dei Drs chiesi a Savona di uscire dalla sala? I fatti sono molto diversi...".
"Il settore dell'Energia e dei Rifiuti, - ha detto Calleri - è da monitorare secondo noi con grandissima attenzione. È ora di dire basta a una situazione del genere. Lo dico da assessore e da persona che combatte da una vita contro il malaffare e la mafia. Anche per questo, tutti gli atti di cui siamo venuti a conoscenza sono stati già inviati alla Procura".
La conferenza stampa è finita.
17.32 Crocetta: "Sarà necessario pure un lavoro retroattivo, e capire con quali dirigenti e quali funzionari abbiamo a che fare".
17.26 Crocetta: "Gianni? Non abbiamo ancora elementi. Savona? Erano questioni diverse...aspettiamo di sapere, di conoscere gli atti. Magari ci sono intercettazioni non rese note. Faremo correttamente le nostre valutazioni. L'Eolico? La giunta sta approvando un progetto di legge che renderà molto difficile i nuovi INVESTIMENTI".
17.19 Crocetta: "Il coinvolgimento di Pippo Gianni? Io voglio guardare le carte. Cannova era tornato al suo posto? Sono curioso di verificarlo. Avevo dato disposizione che quelli trasferiti non dovevano tornare al dipartimento di provenienza".
17.15 Crocetta: "Servono controlli più intensi sia nelle fasi autorizzative che in quelle di gestione. Chi ci assicura che nelle discariche non arrivino rifiuti tossici?".
17.09 Crocetta: "È mai possibile che, tra eolico e energia si debba sempre passare dalla mafia o dalla corruzione?".
17.05 Crocetta: "Dobbiamo pensare a un nuovo modo di vedere il mondo dei rifiuti. Non possono essere più gestite da società con questi requisiti. Chi ci tutela, ad esempio, sullo smaltimento dei rifiuti pericolosi?"
17.02 Crocetta: "Di fronte a certe cose, stiamo pensando se è possibile operare anche attraverso l'acquisizione o la confisca delle discariche. Coinvolgeremo l'Ufficio legislativo e l'Avvocatura per verificare se dal punto di vista legislativo si può intervenire. A volte non riesco a far comprendere anche alla politica che lo Statuto ci deve aiutare a fare meglio".
17.00 Crocetta: "Dove sarà possibile, da parte nostra, agiremo attraverso i licenziamenti, dopo la sospensione immediata dall'incarico. Non abbiamo bisogno di questi collaboratori dentro la Regione".
16.58 Crocetta: "Abbiamo riferito alla Procura. E stiamo anche raccogliendo le autorizzazioni rilasciate da Cannova negli ultimi cinque anni. E saranno analizzati gli atti compiuti da funzionari e dirigenti all'Energia che hanno riguardato alcune autorizzazioni".
16.55 Crocetta: "Il funzionario Cannova? Non può essere un fatto isolato. Peccato quella "n" in più, avremmo avuto il privilegio di avere un Canova alla Regione".
16.54 Crocetta: "La
frequenza di queste inchieste ci fanno dire: altro che tangentopoli... Dopo l
Formazione, il Ciapi, i Beni cultural, la sanità...".
16.52 È arrivato il presidente Crocetta: "Da quando c'è questa amministrazione, non ci sono più coperchi. Forse, quando siamo intervenuti con le rotazioni, dovevamo essere più incisivi ancora".
16.49 Calleri: "Sul settore dell'Eolico e dell'energia l'attenzione, in tutta Italia, è altissima. Si tratta di una sorta di Tangentopoli".
16.45 Calleri: "Sulle ultime vicende riguardanti il fotovoltaico, stiamo valutando come intervenire nei confronti dell'unico funzionario coinvolto, la dottoressa Marcenò".
16.41 Calleri: "Ho inviato tutto ciò di cui sono venuto a conoscenza alla Procura della Repubblica. Anche su alcune criticità su una discarica a Sant'Agata di Militello".
16.38 Calleri: "Abbiamo disposti la calendarizzazione cronologica delle pratiche sull'Energia. Riguardo alle discariche, abbiamo ordinato la chiusura dell'Oikos. Abbiamo anche revocato l'autorizzazione alla Soambiente, in seguito a una informazione prefettizia negativa. Siamo intervenuti allo stesso modo con Tirreno Ambiente".
16.37 Calleri: "Non sottovalutiamo il settore dell'Energia e dei Rifiuti, da monitorare secondo noi con grandissima attenzione. È ora di dire basta a una situazione del genere. Lo dico da assessore e da persona che combatte da una vita contro il malaffare e la mafia".
16.35 È arrivato a Palazzo d'Orleans l'assessore all'Energia Salvatore Calleri: "Il presidente Crocetta sta arrivando".
16.29. La conferenza stampa sta per iniziare.
Alle 16 il presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta e l'assessore all'Energia, Salvatore Calleri terranno una conferenza stampa "sul tema delle tangenti all'Ambiente e all'Energia", presso la sala Alessi di Palazzo d'Orleans, a Palermo.
LiveSicilia seguirà l'evento in diretta.
RIFIUTI E MAZZETTE IN
ASSESSORATO ARRESTATI UN FUNZIONARIO REGIONALE E 4 IMPRENDITORI
VENERDÌ
18 LUGLIO 2014 - 20:05 DI RICCARDO LO VERSO
di RICCARDO LO VERSO Gli
imprenditori sono un catanese, due agrigentini e un novarese con interessi a
Messina. Un impiegato dell'assessorato regionale al Territorio e ambiente
avrebbe intascato tangenti per rilasciare certificazioni favorevoli e
ammorbidire i controlli sulle discariche e sullo smaltimento dei rifiuti.(Leggi
i nomi degli arrestati e delle discariche coinvolte). Video:
gli arresti e i sequestri di gioielli e tv
PALERMO- Con le mazzette filava
tutto liscio come l'olio. Un funzionario dell'assessorato regionale al
Territorio e ambiente di Palermo e quattro imprenditori del settore dei
rifiuti sono stati arrestati dalla sezione reati contro la pubblica
amministrazione della Squadra mobile di Palermo. Gli imprenditori sono un
catanese, due agrigentini e un novarese con interessi a Messina.
Gli agenti hanno monitorato i
loro intrecci illeciti fin dal 2011, scavando nel complicato iter
amministrativo che accompagna la gestione delle discariche e lo
smaltimento dei rifiuti. La corruzione si sarebbe annidata fra i tanti passaggi
burocratici. Soprattutto quelli sulle valutazioni di impatto ambientale. Che
diventavano favorevoli dietro il pagamento di tangenti. Non solo soldi ma anche
regali vari. In barba soprattutto alle normative contro l'inquinamento.
Il funzionario nei mesi scorsi è stato trasferito d'ufficio per evitare che continuasse a gestire quello che gli investigatori definiscono "un grosso giro di affari". Le misure cautelari sono state chieste e ottenute dal pool della Procura che si occupa di pubblica amministrazione, coordinato dall'aggiunto Leonardo Agueci.
Il funzionario nei mesi scorsi è stato trasferito d'ufficio per evitare che continuasse a gestire quello che gli investigatori definiscono "un grosso giro di affari". Le misure cautelari sono state chieste e ottenute dal pool della Procura che si occupa di pubblica amministrazione, coordinato dall'aggiunto Leonardo Agueci.
I poliziotti parlano di "stratificazione normativa e complesso apparato burocratico che hanno permesso al funzionario infedele do giostrare nella gestione delle procedure connesse al rilascio dei provvedimenti, agevolando gli imprenditori e preservandoli dall’ordinaria attività di controllo e monitoraggio della pubblica amministrazione sulla modalità di gestione delle discariche e dello smaltimento dei rifiuti, consentendo loro in questo modo di bypassare indenni tutti i controlli".
*Aggiornamento ore 11.22
Il funzionario dell'assessorato arrestato è Gianfranco Cannova. Questi, invece, i nomi degli imprenditori finiti in manette: gli agrigentini Calogero e Nicolò Sodano, il catanese Domenico Proto e il novarese Giuseppe Antonioli. Le discariche coinvolte nell'inchiesta sono tre: Mazzarrà Sant'Andrea, "Soambiente" di Agrigento e "Oikos" di Motta Sant'Anastasia.
PALERMO
- E' Gianfranco Cannova, 56enne, il funzionario dell'assessorato regionale
al Territorio e ambiente arrestato nell'ambito dell'inchiesta che a Palermo ha
svelato un giro di mazzette legate allo smaltimento dei rifiuti e ai controlli
nelle discariche siciliane. Questi, invece, i nomi degli imprenditori finiti in
manette: i fratelli agrigentini Calogero e Nicolò Sodano, di 54 e 53 anni,
titolari della discarica "Soambiente" di Agrigento, il catanese
Domenico Proto, 48 anni, titolare della discarica "Oikos" di Motta
Sant'Anastasia (Ct) e il novarese Giuseppe Antonioli, 53 anni, amministratore
delegato della discarica di Mazzarrà Sant'Andrea (Me).
a
cura del Comitato Cittadino Isola Pulita Isola delle Femmine
TANGENTI E
RIFIUTI, IL PROCESSO LA REGIONE GRANDE ASSENTE
Gennaio 2015 - 18:03 di Riccardo Lo Verso
La
Regione Siciliana e il governatore Crocetta non sono
costituti parte civile al processo che vede imputati Gianfranco Cannova (nella foto), funzionario
dell'assessorato al Territorio e ambiente, e 4 imprenditori. Sono tutti
accusati di corruzione.
PALERMO - C'è un tempo per le
conferenze STAMPA e gli annunci. E c'è un tempo
in cui alle parole possono seguire i fatti. Oggi la Regione e il suo governo
hanno perso l'occasione per un gesto concreto. Non si sono costituti parte
civile, tramite l'Avvocatura dello Stato, al processo che vede imputati
Gianfranco Cannova, funzionario dell'assessorato regionale Territorio Ambiente,
e quattro imprenditori. Sono tutti accusati di corruzione.
Cannova avrebbe intascato mazzette in cambio di agevolazioni nel rilascio di autorizzazioni per lo smaltimento dei rifiuti. Oltre al presunto dipendente infedele sotto accusa ci sono Giuseppe Antonioli, amministratore delegato della discarica di Mazzarrà Sant'Andrea, nel Messinese, Domenico Proto, titolare della discarica, i fratelli Calogero e Nicolò Sodano, proprietari della Soambiente di Agrigento.
Oggi il processo ha preso il via. Si è costituito parte civile il Comune di Motta Sant'Anastasia. Respinta, invece, la RICHIESTA del Comune di Misterbianco e di due associazione onlus: “Centro per i diritti del CITTADINO” e “Codici Sicilia”. La grande assente era la Regione che, in soldoni, non potrà chiedere i danni qualora gli imputati venissero condannati al termine del dibattimento.
Il funzionario palermitano, nel CORSO di un interrogatorio, ammise di avere intascato tangenti per facilitare le pratiche degli imprenditori. Bastava pagare per evitare i controlli nelle discariche e le possibili chiusure. Il prezzo della corruzione sarebbero stati migliaia di euro in contanti - diecimila euro o forse più - televisori ultramoderni e soggiorni in alberghi di lusso. Fatti gravi tanto che oggi il Tribunale ha respinto la RICHIESTA di Cannova che avrebbe voluto patteggiare quattro anni di carcere.
Fatti gravi COME sottolineò lo stesso governatore Rosario Crocetta, nel corso di una conferenza stampa pochi giorni dopo il blitz: "Il caso Cannova? Potrebbe essere solo l'inizio. Stiamo vagliando l'ipotesi della confisca o dell'esproprio per pubblica utilità delle discariche private". Ed ancora: "Da quando c'è questa AMMINISTRAZIONE, però, non ci sono più coperchi. Forse, quando siamo intervenuti con le rotazioni, dovevamo essere più incisivi ancora. La frequenza di queste inchieste mi fanno pensare: altro che tangentopoli... . Dopo la Formazione, il Ciapi, i Beni culturali, la sanità...".
Sono TUTTI temi caldissimi, diventati materia dei dossier consegnati in questi mesi da Crocetta in Procura per denunciare il malaffare che si annida nella pubblica AMMINISTRAZIONEregionale. Un via vai negli uffici giudiziari, quello del governatore. Per raggiungere le stanze dei procuratori Crocetta è transitato a pochi metri dala stessa aula dove oggi la Regione e il suo governo erano i grandi assenti.
Assenza reiterata, per la verità. La REGIONE avrebbe potuto costituirsi parte civile già quattro mesi in sede di udienza preliminare quando Cannova e gli altri furono rinviati a giudizio sulla base della richiesta della Procura. Una richiesta che indicava la Regione siciliana come parte offesa del processo. La stessa Regione, grande assente del processo.
magnafranco 19-01-2015 - 18:15:53
la REGIONE avrebbe dovuto dare mandato per
costituirsi parte civile e chiedere i danni che sono derivati dal comportamento
infedele ed a delinquere del cannavo, ma evidentemente la magistratura deve
ancora scavare a fondo, perchè non si costituisce parte civile e il solo
funzionario avrebbe potuto ordire a tutto quanto accaduto. chi stà coprendo
cannavo', sicuramente gli avranno promesso indulgenza e quindi occorre fargli
dire quello che sa' e come si svolgevano i fatti realmente.
rabbit 19-01-2015 - 19:38:47
Concordo, certamente da solo il funzionario non poteva
gestire i rilasci di queste delicate e complesse autorizzazioni e il non
costituirsi parte civile da parte della REGIONE è uno scandalo nello
scandalo. ECCO perché il cannova non ha mai fatto
nomi ma si è limitato solamente a riconoscere le proprie responsabilità, forse
ha avuto fatta qualche promessa. Che buffoni!!!
Cico (l'originale) 19-01-2015 - 18:33:29
La Regione avrebbe dovuto costituirsi parte civile per un
danno di qualche decina di migliaia di euro nei confronti di un suo dipendente
infedele? Ma se non lo ha mai fatto contro suoi ex deputati, ex assessori ed ex
presidenti per danni praticamente incalcolabili?
lux 19-01-2015 - 18:58:34
COME siete malpensanti su scurdaru
!!!!!!
dani 19-01-2015 - 19:31:44
Solo una PAROLA ripetuta tre volte: vergogna
vergogna vergogna
marco68 19-01-2015 - 20:48:00
Trovata la spiegazione: in tema di balli sud-americani
Cannova non balla la samba di Pappagone, ma solo il tango col casquè, quindi
forse è per questo che Pappagone non si è costituito. A parte gli scherzi, ma
l'assessore-avvocato Caleca, che ha licenziato un funzionario che intascava
tangenti, che ci dice di QUESTA disparità di trattamento, ovvero di
questa vergogna pappagoniana e della giunta di cui è componente?
dipende 19-01-2015 - 20:49:29
Cari siciliani, dovete capire che costituirsi parte civile
non fa odiens, quindi perche perderci TEMPO. Ormai siamo all'isola dei famosi,
quindi se non tira al presidente ed ai suoi cuccioli (dirigenti generali ed
assessori) non conta. Che schifo... ma ormai visto che fanno schifo sempre
neanche li tocca un aggettivo del genere.
Pippo BIANCO 19-01-2015 - 20:53:55
Hanno paura che racconti TUTTO il magna magna dei burattinai del
governo crocetta...e se lo provocano può far saltare il governo.
Argo 19-01-2015 - 21:59:21
Concordo appieno.
antimafia a gogo' 19-01-2015 - 23:22:38
Caro Lo Verso, indaga indaga che andrai lontano....... tanto
da qualcun ALTRO che avrebbe l'obbligo di
indagare......
non ci possiamo aspettare nulla........
GIUSEPPE Maritati 20-01-2015 - 11:58:37
Si va facendo sempre più tormentato e incomprensibile il
cammino del governo regionale che non riesce a compiere un solo passo partendo
dalle sue eccellenti risorse naturali e umane. Il presidente Crocetta prima
concede una proroga ai termini di SCADENZAdegli ATO confermandoli fino a giugno.
Poi non si costituisce parte vivile nel processo dove è imputato di corruzione
il funzionario pubblico che distribuiva permessi a suo piacimento personale. Mi
sembrano due decisioni, prese in questo difficile momento, che lungi dal
contrastare poteri e interessi criminali, li alimenta e li ravviva.
scettico 20-01-2015 - 12:03:50
Il nostro caro Presidente non manca di stupirci, lui che si
vanta di essere un paladino della legalità e poi al MOMENTO di dimostrarlo si nasconde.
Vergogna anzichè ANDARE in procura vattene a casa per il
bene di chi lo ha votato.
hiro 20-01-2015 - 16:07:00
Inquietante il comportamento del governo.
o
Mazzette e rifiuti alla Regione Territorio, funzionario
a giudizio
08 Ottobre 2014
Gianfranco
Cannova avrebbe intascato mazzette in cambio di agevolazioni nel rilascio di
autorizzazioni per lo smaltimento dei rifiuti. Il processo al via il 15
gennaio. Con lui a giudizio anche 4 imprenditori.
PALERMO
- Il gup di Palermo ha rinviato a giudizio un funzionario dell'assessorato
regionale Territorio Ambiente, Gianfranco Cannova, e quattro imprenditori. Sono tutti
accusati di corruzione. Cannova avrebbe intascato mazzette in cambio di
agevolazioni nel rilascio di autorizzazioni per lo smaltimento dei rifiuti.
Oltre a Cannova, andranno a giudizio, il 15 gennaio davanti alla terza sezione
del Tribunale, Giuseppe Antonioli, amministratore delegato della discarica di
Mazzarrà Sant'Andrea (Me), Domenico Proto, titolare della discarica, i fratelli
Calogero e Nicolò Sodano, proprietari della discarica Soambiente di Agrigento.
Secondo
l'accusa, sostenuta dal sostituto procuratore Alessandro Picchi, il funzionario
avrebbe agevolato gli imprenditori preservandoli dall'ordinaria attività di
controllo e monitoraggio imposte a chi gestisce le discariche e previste per lo
smaltimento dei rifiuti e avrebbe consentito loro di bypassare indenni tutti i
controlli. Tutti i personaggi coinvolti vennero arrestati a luglio. (ANSA).
"Mazzette dagli
imprenditori" Chiesto il giudizio per Cannova
18 Settembre 2014
L'indagine
sulle autorizzazioni per lo smaltimento dei rifiuti. Chiesto il processo, oltre
che per il funzionario della Regione, anche per Giuseppe Antonioli, Domenico
Proto e i fratelli Calogero e Nicolò Sodano.
PALERMO
- La Procura di Palermo ha chiesto il rinvio a giudizio di un funzionario dell'assessorato
regionale Territorio Ambiente, Gianfranco Cannova, e di quattro imprenditori. Sono tutti
accusati di corruzione. Cannova avrebbe intascato mazzette in cambio di
agevolazioni nel rilascio di autorizzazioni per lo smaltimento dei rifiuti.
L'indagine, iniziata nel 2011 e durata due anni, e' stata condotta dalla
polizia di Palermo e Agrigento avendo coinvolta anche due imprenditori
agrigentini. Oltre a Cannova, il processo è stato chiesto per Giuseppe
Antonioli, amministratore delegato della discarica di Mazzarra' Sant'Andrea
(Me), Domenico Proto, titolare della discarica, i fratelli Calogero e Nicolo'
Sodano, proprietari della discarica Soambiente di Agrigento.
Anche
muovendosi nel complicato groviglio delle procedure amministrative, il
funzionario avrebbe agevolato gli imprenditori preservandoli dall'ordinaria
attività di controllo e monitoraggio imposte a chi gestisce le discariche e
previste per lo smaltimento dei rifiuti e avrebbe consentito loro di bypassare
indenni tutti i controlli. Tutti i personaggi coinvolti vennero arrestati a
luglio. Secondo le indagini i titolari di grossi impianti di smaltimento
avrebbero pagato svariate migliaia di euro per ottenere i favori di Cannova. Ma
non solo. Al funzionario infedele sarebbero state messe a disposizioni escort,
viaggi e impianti televisivi da oltre 17 mila euro.
MAZZETTE E DISCARICHE, APERTA UN'INDAGINE INTERNA
ALL'ASSESSORATO AMBIENTE: "SI CERCANO COMPLICITÀ"
Nelle carte dell'inchiesta i
dubbi degli inquirenti sul sistema dei controlli. Una commissione al
dipartimento "Accertamenti affidati a esterni". Nel mirino i contatti
del funzionario regionale arrestato con altri burocrati e politici. I rapporti
con i big del settore rifiuti
di ANTONIO FRASCHILLA
Davvero un semplice
funzionario poteva influenzare e a volte prendere decisioni su discariche,
rifiuti e autorizzazioni milionarie? Davvero Gianfranco Cannova, arrestato
perché secondo gli inquirenti avrebbe intascato mazzette dai titolari delle
principali discariche private siciliane, ha fatto tutto da solo? A queste
domande proverà a dare una risposta una commissione che sarà nominata dal dirigente del
dipartimento Territorio e ambiente Gaetano Gullo, che sulla vicenda delle
discariche dell'Oikos e della Tirreno ambiente vuole vederci chiaro. Specie dopo che lui
stesso lunedì scorso ha firmato un verbale che alle contestazioni mosse dall'ex
assessore Nicolò Marino e dal dirigente Rifiuti Marco Lupo sull'Oikos risponde
che tutto è a posto e la discarica può continuare a lavorare: "Convocherò
subito i dirigenti del mio dipartimento per capire perché hanno dato parere
favorevole e mi hanno fatto firmare questo atto su una discarica nell'occhio
del ciclone", dice. Il funzionario del servizio autorizzazioni Via-vas deve rispondere
al dirigente dell'Unità operativa, al dirigente del servizio, al dirigente
generale del dipartimento e, a volte, anche all'assessore al ramo. Come faceva
Cannova a garantire il risultato agli imprenditori in piena solitudine? Insomma, sull'assessorato
Territorio e ambiente, ma anche sui dirigenti che hanno lavorato
all'assessorato Energia, ancora ci sono zone d'ombra sulle quali fare luce. Da
qui la decisione del neo dirigente generale Gullo di nominare una commissione
d'inchiesta esterna: "Voglio nominare professionisti che non hanno alcun rapporto
con dipendenti dell'amministrazione ", dice Gullo.
Una cosa è certa: dalle
carte dell'indagine che ha portato all'arresto del funzionario e di quattro
imprenditori (tra i quali i re delle discariche siciliane, il catanese Domenico
Proto e Giuseppe Antonioli) emergono dubbi degli inquirenti sul coinvolgimento di altri
dirigenti, quanto meno superficiali in alcuni atteggiamenti e decisioni. A esempio nelle carte
dell'indagine si cita un pranzo avvenuto tra Proto, Cannova e un altro alto dirigente
del settore Rifiuti in un noto ristorante di Palermo. Gli inquirenti
sottolineano "l'atipicità" di questo incontro in ambienti non
istituzionali tra i funzionari pubblici e "un soggetto privato"
interessato in un procedimento amministrativo gestito da quegli stessi
funzionari. Ma c'è di più. Dalle intercettazioni emerge anche che il Cannova avrebbe proposto
a Proto di pagare anche questo alto dirigente del Rifiuti che, a suo dire, era
vicino al Partito democratico.
In un'altra
intercettazione, invece, Cannova tranquillizzava gli imprenditori sull'esito di una
conferenza di servizio grazie ai "suoi canali e amicizie" all'interno
della macchina burocratica. Non solo, dalle carte emerge poi come Cannova entrava in
contrasto con alcuni dirigenti dei dipartimenti Territorio e Rifiuti, questi
magari erano mossi da altri motivi politici perché parenti di deputati catanesi
che sponsorizzavano altre iniziative a scapito della Oikos.
E, ancora, Cannova dimostra di avere
rapporti diretti anche con ispettori dell'Arpa, che invitava a pranzo per discutere di
iniziative su alcune discariche. Ad altri dirigenti del dipartimento, invece,
Cannova chiedeva "informazioni" riservate: come ad esempio sulla
situazione burocratica riguardante la società Osmon, riconducibile all'imprenditore
Antonioli, ottenendo "dettagliate informazioni nonché l'apparente
disponibilità dello stesso dirigente contattato ad aiutare l'Antonioli e la sua
società". Il dirigente in questione provava poi a convincere della bontà
dell'iniziativa presentata dalla Osmon l'allora responsabile del dipartimento
Energia Gianluca Galati.
Insomma, le complicità, più
o meno volontarie, ci sono state, eccome. E proprio su queste si baserà adesso l'indagine interna al
dipartimento Ambiente: "Ci saranno trasferimenti, qui dobbiamo cambiare
proprio aria", assicura l'attuale dirigente generale Gullo, che denuncia
come il caso Cannova riguardi anche il sindacato. "Avevamo trasferito il
dipendente ben prima degli arresti di ieri, proprio perché ci era sembrato che
qualcosa non quadrava - dice Gullo - a esempio vedevamo
troppi politici venire in dipartimento a parlare direttamente con lui. Ma la
Uil ci ha fatto opposizione perché in quanto rappresentante sindacale Cannova non poteva
essere trasferito. Così è tornato nello stesso ufficio della Via-Vas e delle
autorizzazioni. Anche questo un paradosso sul quale andrebbe fatta
chiarezza". Intanto i grillini chiedono di revocare l'autorizzazione
alla discarica di Motta Sant'Anastasia dell'Oikos, nonostante proprio lunedì
scorso Gullo abbia firmato il verbale che invece sostiene che nel sito tutto è
in regola. Una bella matassa che sarà difficile da districare.
CHI SONO
I DIRIGENTI E FUNZIONARI DELL'ASSESSORATO TERRITORIO E AMBIENTE DELLA REGIONE
SICILIA ANCHE DIVERSI DA QUELLO ARRESTATO?
Fermo restando il
quadro accusatorio nei confronti del funzionario dell'assessorato territorio e ambiente, arch.Cannova, & relativi soci attualmente
individuati.
quello che viene riportato dalla stampa e, stranamente, anche dal virgolettato
degli inquirenti non può non apparire poco verisimile ed incongruo.
A quanto è dato
conoscere :
Cannova è un
funzionario e come tale, ovviamente, non era nei suoi poteri rilasciare, come invece
erroneamente riportato, alcuna autorizzazione.
Cannova è stato, al
più, il responsabile dei procedimenti amministrativi a lui affidati dal dirigente
dell'unità operativa o dal dirigente del Servizio VIA-VAS, e tra l'altro è stato per anni fino a poco
tempo fa il segretario di conferenze dei servizi, spesso per il rilascio delle
AIA, ma la sua funzione non poteva andare oltre.
Cannova, in quanto funzionario,
non poteva che svolgere le sue funzioni o incardinato in una Unità Operativa retta da un dirigente
o alle dirette dipendenze funzionali del dirigente responsabile del Servizio
VIA-VAS deputato al rilascio anche delle AIA; ci risulta che era il
segretario delle conferenze dei servizi indette dal Servizio VIA-VAS e colui che andava a seconda
dei casi a rendere i pareri nelle conferenze dei servizi per il rilascio
di autorizzazioni di competenza di altri dipartimenti, pareri tuttavia predisposti non
da lui ma dai responsabili gerarchici a lui superiori.
Quindi, Cannova poteva
sì fornire "consigli" o qualcos'altro agli imprenditori
"amici", ma poteva "condizionare" il rilascio delle
autorizazioni solo ed esclusivamente se chi stava gerarchicamente sopra di lui
- in
prima battuta il dirigente dell'Unità Operativa doveva condividere il
procedimento e trasmetterlo al responsabile del servizio,
- in
seconda il responsabile del servizio se condivideva la proposta dell'U.O.
rilasciava l'autorizzazione nel caso di sua competenza,
- in
terza il dirigente generale del dipartimento se condivideva la proposta del
servizio rilasciava l'autorizzazione nel caso di sua competenza
- ed
in quarta se l'assessore condivideva la proposta del dipartimento, vagliata dal
suo gabinetto, rilasciava l'autorizzazione nel caso di sua
competenza,
non si accorgeva
di nessuna
eventuale irregolarità o faceva parte della rete del "condizionamento".
Quindi, ai vari
livelli,
o Cannova, dal basso superava tutte le varie maglie e faceva
fessi dirigenti
di unità operativa e responsabile del servizio, dirigente generale, segreteria
tecnica dell'assessore e l'assessore,
o nessuno controllava gli atti e le autorizzazioni erano firmate
senza neppure leggere i decreti che si firmavano
o...Cannova era
soltanto il primo anello della catena.
Ecco perchè la
versione così come riportata dalla stampa fa acqua da tutte le parti, le autorizzazioni
rilasciate da Cannova sono inesistenti e se Cannova condizionava, chi erano i
condizionati lungo i vari passaggi amministrativi che portavano al rilascio
delle autorizzazioni o alla fornitura dei pareri del servizio VIA-VAS nelle
conferenze dei servizi presso altri dipartimenti?
Può darsi, anzi speriamo,
che lo dirà Cannova meditando nelle patrie galere.
Un'ultima perla.
Ricordiamo tutti
quando "scoppia" al
dipartimento ambiente la bomba Crocetta-Lo Bello delle 3500 pratiche inevase al
servizio VIA-VAS.
Stante il numero
esorbitante è logico pensare che si siano accumulate quantomeno nel corso degli
ultimi anni.
Chi
sono stati i dirigenti responsabili di questo Servizio negli ultimi
anni, i dirigenti generali del dipartimento ambiente, i dirigenti responsabili
del controllo di gestione ed i dirigenti responsabili della valutazione delle
attività dirigenziali?
I nomi sono tutti
arcinoti e si trovano nel sito dell'ARTA, ma ci limitiamo solo a rilevare,
perchè sono dati pubblicati sempre nel sito dell'ARTA, che i responsabili del
Servizio di quel periodo, hanno avuto attestato di avere raggiunto negli stessi anni
dell'accumulo tutti gli obiettivi previsti (???) ed hanno di conseguenza
intascato le relative indennità (circa 9300 euro/anno per gli obiettivi e oltre 23340
euro/anno in quanto a indennità d'incarico).
Quindi, per attestazione della stessa amministrazione, il Servizio
VIA-VAS ha funzionato al meglio, nonostante che, a detta della stessa
amministrazione, avesse accumulato 3500 pratiche inevase.
Qualcuno dei
dirigenti del Servizio VIA-VAS ha ricevuto dall'amministrazione denunciante, in primis Crocetta, Lo
Bello e Arnone (dirigente generale) qualche contestazione, qualche provvedimento di
responsabilità dirigenziale? Manco a parlarne.
Anzi, come
"botto" della bomba, i dirigenti responsabili del Servizio VIA-VAS non solo non sono
stati chiamati
a rispondere delle responsabilità dell'enorme accumulo, ma anzi, uno dei dirigenti è
stato trasferito ad altro dipartimento sempre come capo servizio, l'altro è
stato addirittura promosso da
Crocetta a dirigente generale, prima nello stesso dipartimento ambiente e dopo in un altro (il dipartimento regionale
tecnico).
E' notizia di qualche
giorno che quest'ultimo si è appena messo in pensione con almeno 7000 euro al mese ed una buonauscita che assommerebbe di diverse centinaia di
migliaia di euro.
Come si dice in
siciliano, chi ddici?
Vabbè, tanto c'è...Cannova
!!!
Comitato
Cittadino isola Pulita
di Isola delle Femmine
sede dello Stabilimento Italcementi a cui è stato concessa Autorizzazione Integrata Ambientale
decreto 693 18 luglio 2008 a firma dell'ing. Vincenzo Sansone,
responsabile del Servizio VIA-VAS, con segretario della relativa conferenza dei
servizi arch. Gianfranco Cannova.
LA BELLA VITA DEL FUNZIONARIO REGIONALE CANNOVA FATTA DI
"MONEZZA"
MARKEZ
Gianfranco Cannova,
funzionario regionale all’assessoratoTerritorio Ambiente, faceva da
consulente agli imprenditori dello smaltimento dei rifiuti. Dava le dritte su
quanto avvenivano le ispezioni a “sorpresa”, consigliava gli adeguamenti della
tariffa di smaltimento dei rifiuti dando anche le motivazioni delle
richieste....e vacanze, viaggi, bella vita.
“…Mimmo…Mimmo…una
cosa una cosa sola. – diceva Cannova a Domenico Proto titolare della
discarica di Motta Sant’Anastasia – La tariffa di 5 anni fa. ma tu lo sai il
gasolio a quanto era 5 anni fà?”. Per questi servigi veniva ripagato e bene.
Sono stati almeno 20 i soggiorni per il funzionario e tutta la sua famiglia al
prestigioso Baja Verde di Acicastello. Viaggi anche a Rimini tutto pagato
dall’azienda di Proto.
Sempre
Cannova nel corso di un’intercettazione spiegava al figlio il suo
rapporto di “collaborazione” con Domenico Proto, titolare del mega impianto nel
catanese. “Quello che io guadagno in un anno, lui lo guadagna in un mese”.
E il
figlio gli chiede perché non gli dà un po’ soldi. “Se io lavoro mi da… mi
da soldi pe… non regala nessuno niente.
Se tu li meriti perché sei bravo e
lavori, te li danno”. Il figlio a questo punto chiede se il padre collabora con
Domenico Proto. “Certo! Non lo vedi che abbiamo lav… abbiamo parlato di lavoro?” E
quanto ti dà chiede il figlio. “Dipende quello che faccio, se guadagno 10.000
mi da 10.000, se guadagno 5.000 mi da 5.000″.
Un
dialogo (alla cui lettura si rinvia) i cui termini e i cui contenuti davvero
non meritano altri commenti dal momento che il Cannova si esprimeva
come se fosse stato lui l’imprenditore interessato alla pratica amministrava e
non il funzionario pubblico dell’ufficio regionale.
C’erano
alcuni problemi nella gestione della discarica di Motta Sant’Anastasia e
Gianfranco Cannova organizzò un pranzo al ristorante “Papoff” di via
Isidoro La Lumia. Al tavolo si sedettero il 6 marzo 2012 Domenico Proto, Gianfranco
Cannova, Domenico Michelon e Roberto Li Causi, questi ultimi funzionari del
Dipartimento Acque Rifiuti.
Un consesso “atipico”
sottolineano gli investigatori in ambienti non istituzionali tra i funzionari
pubblici e un soggetto privato interessato in
un procedimento amministrativo gestito da quegli stessi funzionari.
Michelon svolgeva il ruolo di sub-commissario delegato all’emergenza rifiuti ed
il Dipartimento Acque e Rifiuti era soggetto istituzionale coinvolto nelle
Conferenze dei Servizi.
“Prima dell’incontro
Cannova, – spiera prima dell’arrivo del Proto, aveva incontrato brevemente
nella sua autovettura Michelon e Li Causi “preparandoli”, per così dire, sulle
tematiche di interesse di “Mimmo” (cioè di Domenico Proto) in specie
mostrandosi contrariato per la procedura di annullamento in
autotutela del precedente decreto di autorizzazione a favore della società
Oikos, che l’ingegnere Natale Zuccarello, avrebbe messo alla firma del
Dirigente Arnone Giovanni, all’insaputa del Cannova stesso”
Rifiuti e corruzione, arrestato Mimmo Proto In manette 4
imprenditori e un funzionario
Di
Carmen Valisano | 18 luglio 2014
L’operazione,
denominata Terra mia,
ha portato all’individuazione di un complesso sistema di procedure ambientali
non seguite e controlli evitati grazie al presunto pagamento di tangenti.
Coinvolti quattro titolari di discariche, tra i quali il proprietario
dell’impianto di contrada Tiritì, a Motta Sant’Anastasia. Il dipendente
regionale «rilasciava le autorizzazioni Aia e gestiva l’ufficio come suo feudo.
Con gli imprenditori amici era prodigo di consigli anche per fregare l’amministrazione
pubblica».
Un funzionario della Regione e quattro imprenditori legati alla gestione dei
rifiuti sono stati arrestati stamattina dagli uomini della squadra mobile
di Palermo. Tra loro spicca il
nome di Domenico Proto,
titolare della Oikos spa, la
ditta proprietaria del mega-impianto di contrada
Tiritì-Valanghe d’inverno. Secondo le accuse, Gianfranco Cannova (dipendente dell’assessorato
regionale Territorio e ambiente) avrebbe avuto un ruolo nella
gestione delle procedure più importanti, quelle legate al rilascio delle autorizzazioni all’attività delle discariche.
In cambio di regali e viaggi, avrebbe agevolato gli iter
d evitato agli impianti amici controlli
e monitoraggi ai quali avrebbero dovuto invece sottostare. Un quadro di corruzione definito dagli inquirenti molto grave nel
quale sono coinvolti, oltre a Proto, gli imprenditori Giuseppe Antonioli (amministratore della discarica
di Mazzarrà Sant’Andrea, in provincia di Messina) e i fratelli Calogero (ex senatore della Casa delle
libertà) e Nicolò Sodano, responsabili
della Soambiente di Agrigento.
L’operazione,
denominata Terra mia, ha avuto inizio nel 2011 ed è durata oltre due
anni. I titolati delle indagini hanno messo in rilievo come «questo settore
amministrativo è caratterizzato da unastratificazione normativa e
da un complesso e macchinoso apparato burocratico».
Elementi che hanno facilitato l’azione contestata al presunto funzionario
infedele. «La corruzione e i corrotti sono un rifiuto
speciale e pericolosi - dichiara il procuratore aggiungo
di Palermo Dino Petralia - L’imprenditore
del Catanese (Domenico Proto, ndr) aveva bisogno di ampliare la discarica a tre
milioni di metri cubi. Aveva bisogno dell’Autorizzazione integrata ambientale.Sembra che l’azione per ottenerla in modo illegale sia la regola».
A lui fa eco il collega Leonardo Agueci:
«Il funzionario regionale rilasciava le autorizzazioni Aia e gestiva l’ufficio come suo feudo. Con gli imprenditori
amici era prodigo di consigli anche per fregare l’amministrazione
pubblica». Nessuna remora di controlli. «Poteva svolgere una attività illecita
con la massima disinvoltura».
Sia il sito di contrada Tiritì-Valanghe d’inverno che
l’impianto messinese di Mazzarrà Sant’Andrea sono sotto inchiesta
da parte della dirigenza regionale all’Ambiente per presunte
violazioni compiute nella gestione dei rispettivi impianti. Un’inchiesta
avviata qualche mese fa dall’ex assessore regionale Nicolò Marino. Soambiente gestisce i siti agrigentini
di Siculiana e contrada Monserrato e a Noto (in provincia di
Siracusa) quello di contrada Stallaini.
A poche ore dall’arresto
di Proto, intanto, Confindustria Catania ha sospeso
la ditta Oikos, interrompendo il suo rapporto con
l’associazione. «Il provvedimento è stato adottato d’urgenza, in
ottemperanza del codice etico di Confindustria, spiegano.
MAFIA, RIFIUTI E MAZZETTE: I FRATELLI SODANO
TRADITI DALLE INTERCETTAZIONI
Gli inquirenti hanno disegnato il quadro accusatorio grazie
alle discussioni, tra le altre, dei fratelli Sodano, inizialmente sottoposti ad
intercettazione per confermare un sospetto rapporto con la criminalità
organizzata. LE INTERCETTAZION
Mafia, rifiuti e mazzette: i fratelli Sodano traditi dalle
intercettazioni
LE intercettazioni
telefoniche nei confronti dei fratelli Nicolò e Calogero
Sodano, arrestati
stanotte nell'ambito dell'indagine sulle mazzette alla Regione Sicilia,
partirono inizialmente per acquisire elementi di prova che confermassero
presunti rapporti tra i Sodano con ambienti della criminalità organizzata. Ma
durante l'ascolto dei loro telefoni e
delle microspie piazzate tra auto e uffici, i poliziotti
hanno sentito tutt'altro.
Sin dalle fasi iniziali
dell'indagine, infatti, venivano intercettati assidui contatti telefonici
con il funzionario regionale Gianfranco Cannova, in qualità di
responsabile del procedimento funzionale al rilascio del provvedimento di
autorizzazione. Così gli inquirenti avrebbero appurato come lo stesso
Cannova si sarebbe ripetutamente attivato ogniqualvolta gli imprenditori
Sodano ne caldeggiavano un intervento. Ma non solo: talvolta è stato
proprio lui stesso a sollecitare i due fratelli agrigentini, nel corso delle
diverse fasi dei procedimenti amministrativi, ad assumere più iniziative;
sollecitazioni che si sarebbero concretizzate in incontri anche a stretto giro,
per i quali Cannova avrebbe più volte dato la disponibilità di raggiungere
i due imprenditori ad Agrigento.
„
Sotto la lente d'ingrandimento
degli investigatori è finito, in particolare, un incontro avvenuto il 2
maggio del 2011, quando i Sodano incontrarono Cannova nei suoi uffici a
Palermo. Poco prima che i fratelli giungessero nel capoluogo di regione,
però, i poliziotti intercettarono una telefonata in cui Calogero
Sodano chiede ad un proprio collaboratore di quantificare la
disponibilità di soldi contanti in azienda; una richiesta alla quale il
dipendente ha riferito l'ammontare di 3mila e 585 euro che
Calogero Sodano - pur lamentato la scarsità della liquidità - avrebbe
chiesto di avere il prima possibile, in quanto doveva recarsi urgentemente
a Palermo. Una richiesta che per gli inquirenti trova spiegazione nella
consolidata pratica di portare, di volta in volta, delle
"mazzette" al funzionario regionale.
Ma per gli investigatori la
dimostrazione forse più eloquente del rapporto delittuoso viene fornita
una discussione tra i due fratelli Sodano, intercettata nel settembre del
2011 grazie ad una microspia piazzata sulla loro auto, nella
quale Nicolò e Calogero commentano tra loro il "costo
esagerato" del funzionario regionale, ricordando il fatto che lo stesso
aveva già ricevuto circa cinquantamila euro.
C = a CANNOVA lo faccio chiamare tramite l'avvocato ora...
G = si!
C = …inc…
G = perchè non ha ancora convocato la conferenza dei servizi
C = Ah?
G = gli devi dire, avvocato, ...inc..., avvocato...e noi non lo chiamiamo più ! Cioè, deve capire che siamo offesi noi con lui...
C = perciò, se noi gli facciamo capire che siamo offesi con lui, a questo il culo sai come gli diventa ? Dice non credo che mi denunciano... non credo che... minchia!
G = qualche trenta.. qualche trentamila euro (30.000) gli abbiamo dato...
C = ma che fa! ma che dici!
G = qualche cinquantamila euro (50.000) gli abbiamo dato.. Lì (diminutivo di Calogero)
C = ma che minchia dici ! E poi quando all'ultimo ci ha chiesto tutti quei soldi... hai visto che ci ha detto "accontentatevi con questa discarica"
G = si! bello chiaro...
C = bello chiaro... “per ora questo... prendetevi questo per ora...”
G = eh,infatti...
C = da lui dipende... tutte cose lui manovra...
G = si, tutte cose lui...
C = però ha di sopra la politica, capito?
G = la mafia politica...
C = no ! Lui è... lui è...
G = per dargli un incarico di questo... Li (diminutivo di Calogero)
C = lui è...
G = inc. per dargli un incarico di questo... inc. deve fare quello che dicono gli altri...
C = se c'è la politica ...inc... vanno secondo legge, secondo... qua la legge...inc.
G = ...inc... non solo i grana (soldi, n.d.r.), ma è diventato anche di prestigio, pure.
“
Tutto parte dall'esposto di Gullo
"Sospensione per Cannova"
"Sospensione per Cannova"
Venerdì 18 Luglio 2014 - 11:46 di Claudio Reale
La vicenda che ha portato agli arresti di stamattina è
quella finita al centro dello scontro fra Nicolò Marino e Mariella Lo Bello. Il
dirigente del Territorio: "Da lunedì il funzionario non sarà più in
servizio"
PALERMO – Mentre è in corso la conferenza stampa sugli
arresti, Gaetano Gullo aspetta notizie. “Ma chi è, Cannova?”. Sì, è
Gianfranco Cannova il funzionario arrestato stamattina dalla polizia
nell'ambito dell'inchiesta
su rifiuti e mazzette. Non indica un nome a caso, Gullo: era stato proprio
il dirigente dell'assessorato al Territorio a segnalare alla Procura una strana
vicenda che aveva appreso alla fine del 2013, una storia di presunte mazzette
legate alle autorizzazioni per le discariche. Adesso, per Cannova scatta la sospensione,
un provvedimento immediato: “Da lunedì – spiega Gullo – il funzionario
arrestato non sarà in servizio per tutta la durata delle esigenze cautelari”.
La vicenda che ha portato al blitz di stamattina era esplosa a marzo. E si era trasformata in uno scontro politico fra l'allora assessore all'Energia Nicolò Marino e la titolare del Territorio Mariella Lo Bello: oggetto del contendere, l'autorizzazione per una discarica pubblica bloccata da una lettera che lo stesso Gullo aveva firmato “senza leggerla fino in fondo”, come spiegò il dirigente a LiveSicilia. “Quella lettera – dice Gullo – era stata materialmente predisposta da Cannova”. È così che si accesero i riflettori sul funzionario: Cannova fu trasferito al servizio Parchi, e intanto Gullo e Lo Bello raccontarono ai magistrati la storia appresa pochi giorni dopo la lettera. Il funzionario arrestato oggi ha gestito le autorizzazioni ambientali per la discarica di Mazzarrà Sant'Andrea e - secondo la tesi, tutta da dimostrare, raccontata da Gullo ai magistrati - poi avrebbe acquistato un'auto in Lombardia da un'azienda riconducibile a un altro degli indagati.
La vicenda che ha portato al blitz di stamattina era esplosa a marzo. E si era trasformata in uno scontro politico fra l'allora assessore all'Energia Nicolò Marino e la titolare del Territorio Mariella Lo Bello: oggetto del contendere, l'autorizzazione per una discarica pubblica bloccata da una lettera che lo stesso Gullo aveva firmato “senza leggerla fino in fondo”, come spiegò il dirigente a LiveSicilia. “Quella lettera – dice Gullo – era stata materialmente predisposta da Cannova”. È così che si accesero i riflettori sul funzionario: Cannova fu trasferito al servizio Parchi, e intanto Gullo e Lo Bello raccontarono ai magistrati la storia appresa pochi giorni dopo la lettera. Il funzionario arrestato oggi ha gestito le autorizzazioni ambientali per la discarica di Mazzarrà Sant'Andrea e - secondo la tesi, tutta da dimostrare, raccontata da Gullo ai magistrati - poi avrebbe acquistato un'auto in Lombardia da un'azienda riconducibile a un altro degli indagati.
Sospensione immediata, dunque. Ma non solo. “In questi
casi – prosegue Gullo – si avvia un procedimento disciplinare che potrebbe
portare al licenziamento. Quando ci sono profili di carattere penale la
conclusione del procedimento è però successiva all'eventuale condanna. Insomma:
prima si deve concludere l'eventuale processo e poi la commissione di
disciplina prenderà una decisione”.
VACANZE EXTRALUSSO E SOLDI
IN CONTANTI SMS E INTERCETTAZIONI SVELANO LE MAZZETTE
Venerdì 18 Luglio 2014 - 16:03 di Riccardo Lo Verso
Secondo gli inquirenti, tra il funzionario regionale
Gianfranco Cannova e I'imprenditore catanese Domenico Proto c'era un
“consolidato, stratificato e articolato rapporto criminoso". Le
intercettazioni che inchioderebbero gli indagati.Una foto degli arresti del blitz
tratta dal video.
PALERMO - Soggiorni in hotel di
lusso - più di venti vacanze - e mazzette in contanti. C'è tutto questo
alla base di quello che i magistrati definiscono “il consolidato, stratificato
ed articolato rapporto criminoso instaurato dal funzionario pubblico Gianfranco
Cannova con l'imprenditore catanese Domenico Proto, detto Mimmo”.
Proto è presidente della Oikos, la società che gestiva lo smaltimento di rifiuti nella discarica di contrada Tiritì, a Motta Sant'Anastasia. Cannova aveva presentato all'assessorato regionale al Territorio e ambiente la richiesta per ampliare la discarica nella vicina contrada Valanghe d'Inverno. La Oikos è un colosso del settore. Nel 2011 ha fatturato 30 milioni di euro, saliti a 45 nel 2012. Il previsto ampliamento aveva scatenato la reazione di alcuni comitati “No discarica”, preoccupati per la salute pubblica.
Un affare milionario che Proto
non poteva rischiare di mandare all'aria e si sarebbe “servito” della
collaborazione di Cannova. E così quando, il 12 settembre 2011, Proto gli
chiedeva informazioni (“Sai se domani è stato organizzato una visita in
discarica da Palermo”), il funzionario lo metteva in guardia: “... domani l'ing
Michelon (Domenico Michelon dell'Arpa ndr) domani alle ore 09:00 vengono a fare
un controllo con ing Polizzi (Alberto Polizzi, dipendente del Dipartimento ndr)
e un consulente dell'Assessore per le problematiche del comitato no discarica”.
Cannova non sembrava preoccupato, ostentava sicurezza: “Per quanto riguarda
domani, domani c'è questa riunione e tra l'altro Michelon e Pulizzi... che non
gliene fotte niente di questa cosa. la stanno facendo soltanto perché gli lo ha
ordinato l'assessore... non sono interlocutori che vengono per fare casino o
per fare danno anche perché io gli l'ho detto a Michelon acquisisci i verbali
dell'Arpa... prendendoti i verbali dell'Arpa non hai bisogno di fare niente...
perché sta facendo queste cose. Perché l'assessore praticamente ha letto i
giornali e sulla scorta dei giornali che hanno scritto che non sono state
risposte... non sono state date risposte all'interrogazione di Burtone”.
Onde evitare di farsi trovare impreparati, però, Cannova decide di acquisire lo stesso delle informazioni. Tre giorni dopo contattava dopo Federico Vagliasindi (allora consulente dell'assessore regionale all'Energia Giosuè Marino) che era stato designato per partecipare all'ispezione: “Le ripeto la questione non è urgentissima… volevo concordarla con lei per studiare una linea comune tutto qua… per vedere se lei concordava con il mio pensiero”.
In ballo c'era un affare enorme, visto che la Oikos si era portata avanti con i lavori,spendendo 28 dei 31 milioni di euro necessari per l'ampliamento della discarica. E così il 10 ottobre Cannova passava a Proto una nuova notizia riservata: “Il fascicolo è in mano a Mimmo e stasera mi dice se va bene”. Alle 20 e 36 dello stesso giorno scriveva. “I documenti vanno bene. Domani mi faccio spedire da veronica la firma digitale e presento il tutto”. Veronica era una collaboratrice di Proto. Cannova, dunque, scrivono i pm, “ si è interessato di seguire, passo passo, tale pratica amministrativa addirittura concordando con il Proto le fasi successive”.
Più che un funzionario pubblico, dunque sarebbe stato al soldo di Proto. In cambio di cosa?Innanzitutto di viaggi e soggiorni. Tutti extra lusso. Nel novembre 2011 l'imprenditore catanese ha pagato al dipendente la trasferta a Rimini in occasione della fiera Ecomondo sul riciclo di rifiuti. “Ti ho messo partenza da Catania, vedi... perché se no dovevi... - diceva proto a Cannova -. Fai una cosa, parla con Veronica.... dagli l'input qual è la disponibilità e ti faccio cambiare tutte cose”. E Cannova ricambiava con informazioni preziose: “Senti, vedi che è arrivato l'altro documento che praticamente parla di nuovo di e... annullamento del decreto AIA nei confronti di Oikos... ora faccio i fax e glieli faccio arrivare a Veronica, quindi questa cosa continua, è quella del direttore, pensavo fosse finita e invece continua"
Proto temeva il ritiro dell'autorizzazione: Da parte di chi arriva questo documento?”. Risposta: “ Da parte del direttore, che, praticamente, gli ha scritto l'ufficio di gabinetto dell'assessore, perché ha avuto la richiesta da parte della Prefettura. Ufficio di presidenza, segreteria tecnica, da parte del presidente... della... della Regione... Scrive Arnone perché vuole risposta la Monterosso, Patrizia Monterosso, ch'è il capo di gabinetto di Lombardo... te lo faccio arrivare tramite fax.. ehm... stasera vattelo a prendere in ufficio”. Cannova è partito per Rimini, portandosi dietro il “documento in originale” e ha alloggiato al Grand Hotel. Cinque stelle lusso. Il conto - 717 euro - è stato pagato con carta di credito di Proto. E non è l'unico soggiorno.
Dal 3 al 7 gennaio 2012 Cannova, con tutti i suoi familiari, ha dormito all'Hotel Baja Verde di Acicastello. Sempre a spese della Oikos. È stato lo spunto investigativo per andare a ritroso nel tempo e scoprire che tra il 2008 ed il 2012 i Cannova hanno soggiornato venti volte nello stesso albergo. Le fatture erano tutte intestate, tranne una, alla Oikos per un totale di 31.152. D'altra parte, secondo i poliziotti della Sezione reati contro la pubblica amministrazione della Suadra mobile di Palermo, i servigi di Cannova sarebbero stati decisivi per gli affari dell'imprenditore.Era, ad esempio, lo stesso Cannova a suggerire al Proto di chiedere l’aumento della tariffa per il conferimento dei rifiuti in discarica: “Quindi, se tu vuoi, la revisione della tariffa, non della TIA (Tariffa Igiene Ambientale ndr), della tariffa la puoi chiedere a me direttamente... Mimmo... Mimmo... una cosa una cosa sola. La tariffa di 5 anni fa, ma tu lo sai il gasolio a quanto era 5 anni fà?... ti do un'altra chiave di lettura, un'altra soluzione. E...io sto mettendo avanti l'aggiornamento... ora a febbraio programmo la prima conferenza... in occasione dell'approvazione dell'AIA dell'aggiornamento... e tutto questo incide, incide tantissimo. Ecco perché non si può tenere quella tariffa. Infatti la questione va rivista, però la camuffiamo, come AIA. Capisci?”.
Viaggi, ma anche soldi in contanti. Come emergeva da una conversazione fra Cannova e il figlio che, sostengono gli aggiunti Agueci e Petralia e il sostituto Picchi, si commenta da sola: “Se io lavoro mi da… mi da soldi pe… non regala nessuno niente”; “Se tu li meriti perché sei bravo e lavori, te li danno”; “Ma tu con Mimmo ci collabori?”, “Certo”; “E quindi te li da i soldi?”; “Certo”; “Quanti soldi ti ha dato?”, “Dipende quello che faccio, se guadagno 10.000 mi da 10.000, se guadagno 5.000 mi da 5.000”.
Onde evitare di farsi trovare impreparati, però, Cannova decide di acquisire lo stesso delle informazioni. Tre giorni dopo contattava dopo Federico Vagliasindi (allora consulente dell'assessore regionale all'Energia Giosuè Marino) che era stato designato per partecipare all'ispezione: “Le ripeto la questione non è urgentissima… volevo concordarla con lei per studiare una linea comune tutto qua… per vedere se lei concordava con il mio pensiero”.
In ballo c'era un affare enorme, visto che la Oikos si era portata avanti con i lavori,spendendo 28 dei 31 milioni di euro necessari per l'ampliamento della discarica. E così il 10 ottobre Cannova passava a Proto una nuova notizia riservata: “Il fascicolo è in mano a Mimmo e stasera mi dice se va bene”. Alle 20 e 36 dello stesso giorno scriveva. “I documenti vanno bene. Domani mi faccio spedire da veronica la firma digitale e presento il tutto”. Veronica era una collaboratrice di Proto. Cannova, dunque, scrivono i pm, “ si è interessato di seguire, passo passo, tale pratica amministrativa addirittura concordando con il Proto le fasi successive”.
Più che un funzionario pubblico, dunque sarebbe stato al soldo di Proto. In cambio di cosa?Innanzitutto di viaggi e soggiorni. Tutti extra lusso. Nel novembre 2011 l'imprenditore catanese ha pagato al dipendente la trasferta a Rimini in occasione della fiera Ecomondo sul riciclo di rifiuti. “Ti ho messo partenza da Catania, vedi... perché se no dovevi... - diceva proto a Cannova -. Fai una cosa, parla con Veronica.... dagli l'input qual è la disponibilità e ti faccio cambiare tutte cose”. E Cannova ricambiava con informazioni preziose: “Senti, vedi che è arrivato l'altro documento che praticamente parla di nuovo di e... annullamento del decreto AIA nei confronti di Oikos... ora faccio i fax e glieli faccio arrivare a Veronica, quindi questa cosa continua, è quella del direttore, pensavo fosse finita e invece continua"
Proto temeva il ritiro dell'autorizzazione: Da parte di chi arriva questo documento?”. Risposta: “ Da parte del direttore, che, praticamente, gli ha scritto l'ufficio di gabinetto dell'assessore, perché ha avuto la richiesta da parte della Prefettura. Ufficio di presidenza, segreteria tecnica, da parte del presidente... della... della Regione... Scrive Arnone perché vuole risposta la Monterosso, Patrizia Monterosso, ch'è il capo di gabinetto di Lombardo... te lo faccio arrivare tramite fax.. ehm... stasera vattelo a prendere in ufficio”. Cannova è partito per Rimini, portandosi dietro il “documento in originale” e ha alloggiato al Grand Hotel. Cinque stelle lusso. Il conto - 717 euro - è stato pagato con carta di credito di Proto. E non è l'unico soggiorno.
Dal 3 al 7 gennaio 2012 Cannova, con tutti i suoi familiari, ha dormito all'Hotel Baja Verde di Acicastello. Sempre a spese della Oikos. È stato lo spunto investigativo per andare a ritroso nel tempo e scoprire che tra il 2008 ed il 2012 i Cannova hanno soggiornato venti volte nello stesso albergo. Le fatture erano tutte intestate, tranne una, alla Oikos per un totale di 31.152. D'altra parte, secondo i poliziotti della Sezione reati contro la pubblica amministrazione della Suadra mobile di Palermo, i servigi di Cannova sarebbero stati decisivi per gli affari dell'imprenditore.Era, ad esempio, lo stesso Cannova a suggerire al Proto di chiedere l’aumento della tariffa per il conferimento dei rifiuti in discarica: “Quindi, se tu vuoi, la revisione della tariffa, non della TIA (Tariffa Igiene Ambientale ndr), della tariffa la puoi chiedere a me direttamente... Mimmo... Mimmo... una cosa una cosa sola. La tariffa di 5 anni fa, ma tu lo sai il gasolio a quanto era 5 anni fà?... ti do un'altra chiave di lettura, un'altra soluzione. E...io sto mettendo avanti l'aggiornamento... ora a febbraio programmo la prima conferenza... in occasione dell'approvazione dell'AIA dell'aggiornamento... e tutto questo incide, incide tantissimo. Ecco perché non si può tenere quella tariffa. Infatti la questione va rivista, però la camuffiamo, come AIA. Capisci?”.
Viaggi, ma anche soldi in contanti. Come emergeva da una conversazione fra Cannova e il figlio che, sostengono gli aggiunti Agueci e Petralia e il sostituto Picchi, si commenta da sola: “Se io lavoro mi da… mi da soldi pe… non regala nessuno niente”; “Se tu li meriti perché sei bravo e lavori, te li danno”; “Ma tu con Mimmo ci collabori?”, “Certo”; “E quindi te li da i soldi?”; “Certo”; “Quanti soldi ti ha dato?”, “Dipende quello che faccio, se guadagno 10.000 mi da 10.000, se guadagno 5.000 mi da 5.000”.
“BUSTARELLE”, VIAGGI E SESSO ARRESTATO FUNZIONARIO REGIONALE
In cambio di denaro, viaggi,
regali costosi un funzionario regionale dell’Assessorato Ambiente della Regione
siciliana, Gianfranco Cannova, avrebbe rilasciato autorizzazioni richieste
per lo smaltimento dei rifiuti nell’Isola. Ma il dipendente ‘infedele’ è stato
scoperto e arrestato. Con il funzionario regionale sono finiti in carcere
quattro imprenditori, tre siciliani e uno del Nord. Si tratta di Domenico
Proto 48 anni di Catania, Giuseppe Antonioli, novarese di 53 anni e gli
agrigentini Calogero e Niccolò Sodano rispettivamente di 54 e 53 anni.
L’operazione è stata condotta
dalla Polizia di Stato che all’alba di oggi ha dato esecuzione ad
un’ordinanza cautelare nei confronti dei cinque arrestati, accusati, a
vario titolo di corruzione nell’ambito dei procedimenti amministrativi volti al
rilascio/rinnovo delle autorizzazioni richieste per lo smaltimento dei
rifiuti.
Il provvedimento è stato
emesso dal locale ufficio gip, su richiesta della Procura della
Repubblica di Palermo. L’indagine, iniziata nel 2011 e protrattasi per due
anni, è stata condotta dagli agenti di polizia di Palermo, con l’ausilio
dei colleghi di Agrigento, in considerazione del coinvolgimento nell’indagine
di due imprenditori nativi e operanti nell’Agrigentino e di altra attività
investigativa, insistente in quel territorio, dalla quale si è tratto
spunto.
Nel corso delle indagini, la
Polizia di Stato ha acclamato che questo settore amministrativo è
caratterizzato da una “stratificazione normativa e da un complesso e macchinoso
apparato burocratico. Tali peculiarità hanno permesso al funzionario
infedele, nelle diverse fasi della procedura amministrativa, di ‘giostrare’
nella gestione delle procedure connesse al rilascio dei provvedimenti,
agevolando gli imprenditori e preservandoli dall’ordinaria attività di
controllo e monitoraggio della PA circa le modalità di gestione delle
discariche e dello smaltimento dei rifiuti, consentendo loro in questo modo di
bypassare indenni tutti i controlli”.
Il quadro di corruttela venuto
alla luce è, per gli inquirenti “senza ombra di dubbio caratterizzato da
estremi di rilevante gravità, in quanto strettamente connessi alla salute
pubblica e alla preservazione del territorio da gravi danni ambientali”.
Le indagini hanno fatto emergere
l’illecita attività del funzionario regionale “che forniva i propri
servizi ‘a pagamento’ anteponendo agli interessi pubblici mere logiche di
guadagno e arricchimento personale”. Era lui il destinatario di sistematiche
regalie ed ingenti somme di denaro da parte degli imprenditori che
necessitavano della connessione di indispensabili autorizzazioni
amministrative rilasciate dall’uffcio a cui era preposto Cannova.
Secondo gli inquirenti il
funzionario finito in carcere sarebbe stato “a disposizione” degli
imprenditori rilasciando o rinnovando i provvedimenti autorizzativi, o comunque
“garantiva una corsia prefenziale al procedimento, nell’attività di consulenza
tecnica degli aspetti amministrativi”. In sostanza il funzionario avrebbe
rilasciato delle autorizzazioni per lo smaltimento dei rifiuti in cambio di
‘mazzette’. Alcune delle tangenti sono state carpite in diretta dagli
investigatori. Ricostruiti invariati benefit e regalie di cui
beneficiava: dai soggiorni gratis in prestigiose strutture
alberghiere per sè e la sua famiglia e il pagamento e l’uso di una
autovettura a nolo, ma anche prestazioni sessuali a pagamento.
“Cannova faceva della
corruzione un lavoro, una regola di vita”, ha spiegato Silvia Como,
dirigente della sezione per i reati contro la pubblica amministrazione alla
Squadra mobile di Palermo. “C’è una intercettazione – spiega Como – in
cui Cannova si trova in auto e spiega al figlio: ‘se io lavoro mi
danno i soldi’, riferendosi agli imprenditori, insomma un padre dà
un’educazione al figlio alquanto inquietante, sul suo modo di affrontare
una funzione pubblica”. Tra le tangenti intascate ci sono anche soggiorni
in alberghi lussuosi, nel Catanese “per un valore di 30 mila euro almeno”, dice
Como. Oltre a un impianto tv e stereo ad altissimo livello.
“Le norme oscure e complicate
sono il sogno di ogni corrotto, ha detto il procuratore capo di
Palermo, Francesco Messineo, commentando gli arresti di oggi – non
basta l’azione repressiva per combattere la corruzione. È più importante
semplificare le norme ed eliminare le facoltà discrezionali, ma anche
tempi e scadenze certi”.
SMALTIMENTO RIFIUTI IN SICILIA, ARRESTATO FUNZIONARIO DELLA REGIONE
E 4 IMPRENDITORI PER CORRUZIONE
PALERMO. Un funzionario
pubblico e quattro imprenditori, accusati a vario titolo di corruzione
nell'ambito dei procedimenti amministrativi volti al rilascio e rinnovo delle
autorizzazioni per lo smaltimento dei rifiuti, sono stati arrestati questa
mattina nel corso dell'operazione Terra Mia condotta dalla Polizia di Stato. Il
provvedimento è stato emesso dal Gip, su richiesta della Procura della
Repubblica di Palermo. L'indagine, iniziata nel 2011 e protrattasi per due
anni, è stata condotta dagli agenti di polizia di Palermo, con l'ausilio dei
colleghi di Agrigento, in considerazione del coinvolgimento nell'indagine di
due imprenditori agrigentini. Nel corso delle indagini, la Polizia di Stato ha
constatato che "questo settore amministrativo è caratterizzato da una
stratificazione normativa e da un complesso e macchinoso apparato
burocratico". Un complesso di norme che ha consentito al funzionario
infedele - dicono gli investigatori - nelle diverse fasi della procedura
amministrativa, di "giostrare" nella gestione delle procedure
connesse al rilascio dei provvedimenti, agevolando gli imprenditori e
preservandoli dall'ordinaria attività di controllo e monitoraggio della
pubblica amministrazione circa le modalità di gestione delle discariche e dello
smaltimento dei rifiuti, consentendo loro in questo modo di bypassare indenni
tutti i controlli. Il quadro di corruzione emerso è molto grave, secondo gli
investigatori, in quanto ha messo a repentaglio la salute pubblica e alla
preservazione del territorio da gravi danni ambientali. I dettagli
dell'operazione saranno resi noti durante una conferenza stampa che si terrà
alle 11 nella sala stampa della Procura a Palermo.
Gli arrestati sono Giuseppe
Antonioli 53 anni, amministratore delegato della discarica di Mazzarrà
Sant'Andrea (Me), Gianfranco Cannova, 56 anni, funzionario regionale
dell'assessorato territorio e ambiente, Domenico Proto, 48 anni, titolare
discarica di Motta Sant'Anastasia (Ct), i fratelli Calogero e Nicolò Sodano, 54
anni e 53 anni, titolari della discarica Soambiente ad Agrigento.
NEL MARZO DELL'ANNO IN CORSO............
Carmelo Catania
MAZZETTE AD UN FUNZIONARIO REGIONALE: ECCO COME AVREBBE OTTENUTO
L’AIA L’ECOMOSTRO, MENTRE AL PROCESSO VIVAIO REGGE L’IMPIANTO ACCUSATORIO. LA
DISCARICA ERA “COSA” LORO
L’assessorato siciliano
all’Ambiente – dopo un’indagine interna avviata a seguito della segnalazione di
“strani” ritardi nell’iter autorizzativo della nuova (sic) discarica di Gela –
ha scoperchiato un giro di mazzette che coinvolgerebbe funzionari del
dipartimento, con conseguente denuncia alla procura, firmata dall’assessore Mariella
Lo Bello.
Nel mirino è finito un
funzionario, non solo per il caso della discarica di Gela, ma anche per altre
procedure autorizzative rilasciate in passato. In particolare per la
convocazione, nel settembre 2008, di una conferenza dei servizi, dallo stesso
presieduta, che ha rilasciato l’Autorizzazione integrata ambientale per
l’ampliamento di una discarica nella Sicilia orientale, omettendo la vicinanza
a un centro abitato. Il Tar ha poi annullato questa autorizzazione ma, guarda
caso, nell’ottobre del 2008 il funzionario ha acquistato un’Audi A6 in
Lombardia, in una concessionaria che faceva riferimento a un amministratore
della discarica in questione.
«Così è stato nel caso di un
funzionario del Dipartimento ambiente – riferisce l’assessore Lo Bello – che
subito dopo aver presieduto una conferenza di servizi che procedeva al rilascio
dell’autorizzazione, è diventato proprietario di un’automobile acquistata
presso una concessionaria del novarese, il cui amministratore delegato risulta
essere anche l’amministratore delegato della società alla quale era stata
rilasciata l’autorizzazione, autorizzazione che poi il Tar, con due diverse
sentenze nel 2012, ha annullato. Abbiamo così trasferito il funzionario e
presentato una denuncia sospettando un giro di tangenti per oliare alcune
pratiche piuttosto che altre, il tutto in un assessorato noto per le sue
lentezze e le improvvise accelerazioni», dice Mariella Lo Bello.
Vi dice niente? A quale discarica
si riferisce l’indagine dell’assessore Lo Bello? Chi presiedette quella
conferenza dei servizi?
Per chi avesse avuto modo di
leggere il mio La collina della munnizza (2012) ricorderà che nel riportare la
cronaca relativa al secondo ampliamento della discarica di Mazzarrà scrivevo
(pag. 61): «La seconda conferenza dei servizi si tenne il 12 settembre del 2008
[…] dal verbale della riunione risulta che nell’occasione fu chiesto alla
Tirrenoambiente dai rappresentanti dell’Arpa di spiegare l’incongruenza di
informazioni circa la quantità di abbancamento dei rifiuti rilasciato sulla
precedente Aia nei confronti della ditta stessa. Il punto doveva essere di una
certa rilevanza visto che, come risulta sempre dal verbale, sull’argomento ci
fu un’ampia discussione sul quale si erano bloccati i lavori della conferenza.
L’intervento del presidente Cannova [che evidentemente aveva fretta di
concludere i lavori, N.d.A.] con la dichiarazione che sull’argomento in
questione avrebbe preparato una memoria, pose fine al dibattito».
Presunte mazzette o meno, sta di
fatto che la decisione “d’imperio” del presidente diede il via definitivo
all’Aia.
In questi stessi giorni è stata
inoltre emessa l’attesa sentenza al processo d’appello scaturito
dall’operazione Vivaio del 2008. Al centro dell’indagine gli illeciti interessi
del clan di Mazzarrà dal 2003 in poi: il business rifiuti, con lo smaltimento e
le assunzioni alle società che gestivano le discariche di Mazzarrà e Tripi,
Tirrenoambiente e l’Ato comprensoriale, lo smaltimento illecito del pastazzo,
le estorsioni alle imprese edili titolari di importati commesse pubbliche: le
gallerie autostradali e ferroviarie, ad esempio, passando per la guerra interna
al gruppo tra la famiglia di Bisognano, negli anni in cui il boss era in
carcere, e il reggente Tindaro Calabrese, ansioso di prenderne il posto, forte
dell’alleanza col reggente dei barcellonesi, Carmelo D’Amico, e i contatti con
i Lo Piccolo, culminata nell’omicidio di Ninì Rottino. Agli atti dell’inchiesta
anche l’interferenza nelle elezioni amministrative di Furnari, comune poi sciolto
dal Presidente della Repubblica nel 2009 per infiltrazioni mafiose.
L’impianto accusatorio dei pm
Verzera e Massara regge anche in secondo grado. Nel 2012 la prima sentenza
aveva stabilito 16 condanne per quasi 130 anni di carcere e un ergastolo, e
subito dopo erano scattati gli arresti per due “colletti sporchi” ritenuti
collusi ai clan. Quella confermata dalla Corte d’appello di Messina può essere
ritenuta a ragione la prima grossa condanna ad un maxi processo per ecomafia in
Sicilia.
Il verdetto d’appello ha
confermato l’ergastolo per Aldo Nicola Munafò, braccio destro del boss Tindaro
Calabrese – al quale sono stati inflitti 16 anni – accusato di essere
l’esecutore dell’omicidio Rottino, il camionista eliminato nell’estate nel 2006
nella guerra tra Calabrese e il boss, oggi collaboratore di giustizia, Melo
Bisognano. Sconto di pena per quest’ultimo, 7 anni e mezzo. Sconto di pena
anche per il professore Nello Giambò, ex presidente di Tirrenoambiente ed ex
sindaco di Mazzarrà S. Andrea. La condanna per lui scende da 14 a 8 anni. Otto
anni anche per l’imprenditore Michele Rotella inteso “u baruni” che, insieme a
Bisognano e Giambò costituirono la “triade” a cui si deve la nascita della
discarica.
Cannova
2008 Arch Gianfranco Rup 2008 Salvatore Anza'
Autorizzazione-Integrata-Ambientale2 by Pino Ciampolillo
Cannova
arch gianfranco rup aia italcementi aia
scaduta-18-luglio-2010-denuncia-in-autotutela2from Isola Pulita
Italcementi
Conferenze Dei Servizi Per Concessione a.i.a., Dec 693 18 Luglio 2013 Conf.
Serv. Italcementi by Pino Ciampolillo
Italcementi
Autorizzazione Integrata Ambientale Decreto 693 18 Luglio 2013 Diffida Ritiro
Decreto e Denunci... by Pino Ciampolillo
Smaltimento rifiuti in Sicilia, arrestato funzionario della
Regione e 4 imprenditori per corruzione “Bustarelle”, viaggi e sesso
Arrestato funzionario regionale
Smaltimento rifiuti in Sicilia, arrestato funzionario della
Regione e 4 imprenditori per
corruzione,ITALCEMENTI,CANNOVA,TOLOMEO,ZUCCARELLO,SANSONE
MAZZETTE E DISCARICHE, APERTA
UN'INDAGINE INTERNA ALL'ASSESSORATO AMBIENTE: "SI CERCANO COMPLICITÀ"
Nelle carte dell'inchiesta i
dubbi degli inquirenti sul sistema dei controlli. Una commissione al
dipartimento "Accertamenti affidati a esterni". Nel mirino i contatti
del funzionario regionale arrestato con altri burocrati e politici. I rapporti
con i big del settore rifiuti
di ANTONIO
FRASCHILLA
Davvero
un semplice funzionario poteva influenzare e a volte prendere decisioni su
discariche, rifiuti e autorizzazioni milionarie? Davvero Gianfranco Cannova,
arrestato perché secondo gli inquirenti avrebbe intascato mazzette dai titolari
delle principali discariche private siciliane, ha fatto tutto da solo? A queste
domande proverà a dare una risposta una commissione che sarà nominata dal
dirigente del dipartimento Territorio e ambiente Gaetano Gullo, che sulla
vicenda delle discariche dell'Oikos e della Tirreno ambiente vuole vederci
chiaro. Specie dopo che lui stesso lunedì scorso ha firmato un verbale che alle
contestazioni mosse dall'ex assessore Nicolò Marino e dal dirigente Rifiuti
Marco Lupo sull'Oikos risponde che tutto è a posto e la discarica può
continuare a lavorare: "Convocherò subito i dirigenti del mio dipartimento
per capire perché hanno dato parere favorevole e mi hanno fatto firmare questo
atto su una discarica nell'occhio del ciclone", dice. Il funzionario
del
servizio autorizzazioni Via-vas deve rispondere al dirigente dell'Unità
operativa, al dirigente del servizio, al dirigente generale del dipartimento e,
a volte, anche all'assessore al ramo. Come faceva Cannova a garantire il risultato
agli imprenditori in piena solitudine? Insomma, sull'assessorato Territorio e
ambiente, ma anche sui dirigenti che hanno lavorato all'assessorato Energia,
ancora ci sono zone d'ombra sulle quali fare luce. Da qui la decisione del neo
dirigente generale Gullo di nominare una commissione d'inchiesta esterna:
"Voglio nominare professionisti che non hanno alcun rapporto con
dipendenti dell'amministrazione ", dice Gullo.
Una
cosa è certa: dalle carte dell'indagine che ha portato all'arresto del
funzionario e di quattro imprenditori (tra i quali i re delle discariche
siciliane, il catanese Domenico Proto e Giuseppe Antonioli) emergono dubbi
degli inquirenti sul coinvolgimento di altri dirigenti, quanto meno
superficiali in alcuni atteggiamenti e decisioni. A esempio nelle carte
dell'indagine si cita un pranzo avvenuto tra Proto, Cannova e un altro alto
dirigente del settore Rifiuti in un noto ristorante di Palermo. Gli inquirenti
sottolineano "l'atipicità" di questo incontro in ambienti non istituzionali
tra i funzionari pubblici e "un soggetto privato" interessato in un
procedimento amministrativo gestito da quegli stessi funzionari. Ma c'è di più.
Dalle intercettazioni emerge anche che il Cannova avrebbe proposto a Proto di
pagare anche questo alto dirigente del Rifiuti che, a suo dire, era vicino al
Partito democratico.
In
un'altra intercettazione, invece, Cannova tranquillizzava gli imprenditori
sull'esito di una conferenza di servizio grazie ai "suoi canali e
amicizie" all'interno della macchina burocratica. Non solo, dalle carte
emerge
poi come Cannova entrava in contrasto con alcuni dirigenti dei dipartimenti
Territorio e Rifiuti, questi magari erano mossi da altri motivi politici perché
parenti di deputati catanesi che sponsorizzavano altre iniziative a scapito
della Oikos.
E,
ancora, Cannova dimostra di avere rapporti diretti anche con ispettori
dell'Arpa, che invitava a pranzo per discutere di iniziative su alcune
discariche. Ad altri dirigenti del dipartimento, invece, Cannova chiedeva
"informazioni" riservate: come ad esempio sulla situazione
burocratica riguardante la società Osmon, riconducibile all'imprenditore
Antonioli, ottenendo "dettagliate informazioni nonché l'apparente
disponibilità dello stesso dirigente contattato ad aiutare l'Antonioli e la sua
società". Il dirigente in questione provava poi a convincere della bontà
dell'iniziativa presentata dalla Osmon l'allora responsabile del dipartimento
Energia Gianluca Galati.
Insomma,
le complicità, più o meno volontarie, ci sono state, eccome. E proprio su
queste si baserà adesso l'indagine interna al dipartimento Ambiente: "Ci
saranno trasferimenti, qui dobbiamo cambiare proprio aria", assicura
l'attuale dirigente generale Gullo, che denuncia come il caso Cannova riguardi
anche il sindacato. "Avevamo trasferito il dipendente ben prima degli
arresti di ieri, proprio perché ci era sembrato che qualcosa non quadrava
- dice Gullo - a esempio vedevamo troppi politici venire in
dipartimento a parlare direttamente con lui. Ma la Uil ci ha fatto opposizione
perché in quanto rappresentante sindacale Cannova non poteva essere trasferito.
Così è tornato nello stesso ufficio della Via-Vas e delle autorizzazioni. Anche
questo un paradosso sul quale andrebbe fatta chiarezza". Intanto i
grillini chiedono di revocare l'autorizzazione alla discarica di Motta
Sant'Anastasia dell'Oikos, nonostante proprio lunedì scorso Gullo abbia firmato
il verbale che invece sostiene che nel sito tutto è in regola. Una bella
matassa che sarà difficile da districare.
"Oikos e Mazzarrà? Bloccate
da me Crocetta dice sciocchezze"
di Claudio
Reale
L'ex assessore: "La vicenda Cannova non
c'entra niente con lo scontro di marzo. Crocetta lo sa. A bloccare il rinnovo
delle autorizzazioni per le discariche del Catanese e del Messinese sono stato
io".
PALERMO - “Oggi mi hanno chiamato in
causa diverse persone. Quasi tutte a sproposito”. Da stamattina il telefono di
Nicolò Marino non ha smesso di squillare. Dopo l'operazione che ha portato
all'arresto di un funzionario dell'assessorato al Territorio e di quattro
imprenditori per le presunte mazzette nel settore dei rifiuti, l'ex titolare
della delega all'Energia nel governo Crocetta è tornato al centro del
dibattito. Chiamato in causa per lo scontro con l'allora assessore al
Territorio Mariella Lo Bello nei giorni in cui è stato presentato l'esposto su
Gianfranco Cannova, ma anche per le sue posizioni sulla questione rifiuti:
“Temo – ha detto il presidente della Regione dell'ex assessore - che su tutta
la questione-rifiuti lui abbia commesso alcuni errori di valutazione”.
Ha sbagliato? Aveva ragione Mariella Lo Bello?
“Quelli che dicono questo dimenticano che questa vicenda riguarda le autorizzazioni per le discariche dell'Oikos e di Mazzarrà. E che sono stato io a costituire la commissione per quegli impianti”.
Si era arrivati a uno stop alle autorizzazioni, se non ricordo male.
“Più precisamente sono stati avviati i procedimenti per il diniego del rinnovo delle autorizzazioni”.
Quando?
“Per Oikos all'inizio dell'anno, per Mazzarrà dopo la fine del mio incarico. Ma è il risultato ottenuto dalla commissione che ho fatto nascere io”.
In quei giorni, però, si scontrava con la Lo Bello. Che ha presentato l'esposto su Cannova.
“La vicenda Cannova non ha niente a che vedere con il dissidio di marzo. E soprattutto non c'entra con la commissione. Anche perché fino a lunedì Gullo, che ha denunciato la vicenda, ha continuato a ribadire che per Oikos è tutto in regola. Tutta questa attività dell'assessore al Territorio e Ambiente io non la vedo”.
In quei giorni si parlava di due modelli diversi. Qual era il suo?
“Togliere il monopolio delle discariche ai privati e fare i controlli sui prezzi di conferimento in discarica. Su quest'ultimo elemento spero che il mio successore vada avanti. Da quando me ne sono andato io tutto è rimasto fermo, e inoltre si è anche vanificata l'azione di razionalizzazione”.
Ok, riformulo la domanda.
Qual è il punto sul quale si è consumato lo scontro con Crocetta?
“Secondo me la pubblica amministrazione deve essere terza e la politica deve avere un ruolo moralizzatore. Deve prescindere da quello che fa l'autorità giudiziaria”.
Come? Proprio lei che è un magistrato dice così?
“La politica ha un ruolo diverso. Io ho trasmesso tutti gli atti alla magistratura, ma limitarsi ad aspettarne l'azione è un errore. Il governo Crocetta si muoveva in una logica diversa. Una volta, su un'altra vicenda, il presidente me lo disse esplicitamente: 'Aspettiamo i magistrati'. Questo andava contro la mia logica”.
Detto oggi suona male. Oggi aspettare la magistratura ha portato i suoi effetti.
“Le ripeto: Cannova non c'entrava niente con la lettera. E tutte le cose che sto dicendo a lei sono state dette al presidente. Crocetta non solo non ha fatto niente: insieme all'assessore pro-tempore ha solo creato ostacoli. Era stato informato, mi creda. Ma lui fa così, l'ha capito?”.
“Così”? Come?
“Cavalca l'onda delle inchieste. Lui invece deve amministrare. Si è circondato di persone non idonee, e io gliel'ho detto molte volte. Lui non solo non si è adeguato, ma si ritiene un tuttologo. Crocetta e l'assessore Lo Bello sanno bene che cosa abbiamo contestato io e il dottore Lupo. Ma le dico di più”.
Dica.
“Crocetta farebbe bene a dimenticare il mio nome. Dice sciocchezze, come quelle che ha detto in Aula sulla vicenda Catanzaro o come quelle che racconta sull'inchiesta di oggi. Lui lo sa che non è vero, e lo sa che questa inchiesta non c'entra nulla con quello scontro di marzo. Ma Crocetta fa così”.
IL BUSINESS DEI RIFIUTI IN MANO AI PRIVATI, ECCO I BIG E I LORO
SPONSOR
di ANTONIO FRASCHILLA
La Sicilia è in mano ai padroni dei rifiuti e
rischia di ritrovarsi in un'emergenza sanitaria senza precedenti se chiuderanno
soltanto alcuni dei siti amministrati dagli imprenditori finiti agli arresti.
Una situazione paradossale, frutto di scelte politiche e di un monopolio difeso
con le unghie e con i denti dai proprietari dei principali impianti dell'Isola,
spesso con l'aiuto dello sponsor politico giusto. A pagare, i cittadini di una
regione che non ha praticamente livelli di differenziata accettabili, meno del
10 per cento, e si trova oggi con appena cinque grandi discariche in funzione e
autocompattatori che viaggiano da una parte all'altra dell'Isola.
Ma chi sono i proprietari delle discariche? Quali i loro sponsor politici negli anni? E perché si è arrivati a questo stato dell'arte? Accantonata la vicenda termovalorizzatori dopo lo stop della Corte di giustizia europea e il sospetto di accordi a tavolino, il governo Lombardo nel 2009 punta tutto sulle discariche. Soprattutto su quelle private, che da sole si vedono in alcuni casi triplicare i volumi di abbancamento di rifiuti concessi per un giro d'affari da 700 milioni di euro. Una fetta grossa va proprio alla Oikos della famiglia di Domenico Proto che, come scrivono i pm nell'ordinanza di arresto, ottiene dal governo Lombardo autorizzazioni ad ampliamenti nelle discariche di Motta Sant'Anastasia per 2,5 milioni di mc.
Ma chi è Domenico Proto? Sicuramente un imprenditore conosciuto da diversi fronti della politica catanese, con rapporti e amicizie trasversali, dall'ex governatore Raffaele Lombardo all'ex senatore Domenico Sodano. Nelle ultime elezioni amministrative a Motta Sant'Anastasia il nome di Proto è stato spesso evocato dai vari candidati. Una campagna elettorale, quella nel Comune etneo, che si è giocata proprio sulla discarica della Oikos, contestata da alcuni, sostenuta da altri. Proto è considerato amico dell'ex senatore Sudano: la nipote, Valeria, è una deputata di Articolo 4 e insieme a Luca Sammartino, capogruppo all'Ars, ha sostenuto il sindaco vincente Anastasio Carrà, accusato dai rivali di avere una posizione morbida sul futuro della discarica.
Ma anche altri candidati sindaco hanno avuto un ruolo negli ampliamenti della discarica dei Proto, come l'ex sindaco Mpa Angelo Giuffrida, e proprio con il capo del partito, Lombardo, Proto vanta di avere rapporti diretti. In ogni caso, la Oikos insieme alla ditta romana Ipi è entrata anche nella raccolta dei rifiuti a Catania sotto l'amministrazione Stancanelli. Trovandosi oggi ad essere sia gestore della raccolta sia della discarica dove i rifiuti vanno a finire. Stancanelli però assicura di non avere tra i suoi amici i Proto: "Ho ricevuto nella scorsa campagna elettorale un finanziamento di 50 mila euro dalla Ipi, i Proto non mi hanno appoggiato nella sfida contro Enzo Bianco", dice.
Tra i principali avversari di Proto e della discarica dell'Oikos c'è il sindaco di Misterbianco Nino Di Guardo del Pd, che ha appena pubblicato un bando per la realizzazione di un grande impianto di compostaggio vinto dalla Sicula Trasporti. E qui compaiono gli altri grandi padroni dei rifiuti in Sicilia, la famiglia Leonardi che, nel 2009, si è vista autorizzare dalla Regione abbancamenti per 1,9 milioni di mc nella discarica di Grotte San Giorgio. Altra mega discarica è quella di Mazzarà Sant'Andrea, gestita dalla Tirreno Ambiente, il cui amministratore Giuseppe Antonioli è finito agli arresti: nel 2009 sotto il governo Lombardo ha avuto autorizzati abbancamenti per un fatturato apri a 155 milioni.
C'è poi una quarta grande discarica in funzione gestita da privati: quella di Siculiana di proprietà di Giuseppe Catanzaro, numero due di Confindustria Sicilia, l'associazione che dal 2009 esprime un assessore, sia nel governo Lombardo con Marco Venturi alle Attività produttive, sia in quello Crocetta con Linda Vancheri. Catanzaro ha avuto autorizzazioni nel 2009 per 2,9 milioni di metri cubi. Da qualche mese all'assessorato Energia sono stati avviati i procedimenti di revoca sia alla Oikos sia alla Tirreno Ambiente, ai quali si oppone l'assessorato Territorio e ambiente, ma una cosa è fuor di dubbio: un'eventuale chiusura dei siti farebbe scattare l'emergenza.
Ma chi sono i proprietari delle discariche? Quali i loro sponsor politici negli anni? E perché si è arrivati a questo stato dell'arte? Accantonata la vicenda termovalorizzatori dopo lo stop della Corte di giustizia europea e il sospetto di accordi a tavolino, il governo Lombardo nel 2009 punta tutto sulle discariche. Soprattutto su quelle private, che da sole si vedono in alcuni casi triplicare i volumi di abbancamento di rifiuti concessi per un giro d'affari da 700 milioni di euro. Una fetta grossa va proprio alla Oikos della famiglia di Domenico Proto che, come scrivono i pm nell'ordinanza di arresto, ottiene dal governo Lombardo autorizzazioni ad ampliamenti nelle discariche di Motta Sant'Anastasia per 2,5 milioni di mc.
Ma chi è Domenico Proto? Sicuramente un imprenditore conosciuto da diversi fronti della politica catanese, con rapporti e amicizie trasversali, dall'ex governatore Raffaele Lombardo all'ex senatore Domenico Sodano. Nelle ultime elezioni amministrative a Motta Sant'Anastasia il nome di Proto è stato spesso evocato dai vari candidati. Una campagna elettorale, quella nel Comune etneo, che si è giocata proprio sulla discarica della Oikos, contestata da alcuni, sostenuta da altri. Proto è considerato amico dell'ex senatore Sudano: la nipote, Valeria, è una deputata di Articolo 4 e insieme a Luca Sammartino, capogruppo all'Ars, ha sostenuto il sindaco vincente Anastasio Carrà, accusato dai rivali di avere una posizione morbida sul futuro della discarica.
Ma anche altri candidati sindaco hanno avuto un ruolo negli ampliamenti della discarica dei Proto, come l'ex sindaco Mpa Angelo Giuffrida, e proprio con il capo del partito, Lombardo, Proto vanta di avere rapporti diretti. In ogni caso, la Oikos insieme alla ditta romana Ipi è entrata anche nella raccolta dei rifiuti a Catania sotto l'amministrazione Stancanelli. Trovandosi oggi ad essere sia gestore della raccolta sia della discarica dove i rifiuti vanno a finire. Stancanelli però assicura di non avere tra i suoi amici i Proto: "Ho ricevuto nella scorsa campagna elettorale un finanziamento di 50 mila euro dalla Ipi, i Proto non mi hanno appoggiato nella sfida contro Enzo Bianco", dice.
Tra i principali avversari di Proto e della discarica dell'Oikos c'è il sindaco di Misterbianco Nino Di Guardo del Pd, che ha appena pubblicato un bando per la realizzazione di un grande impianto di compostaggio vinto dalla Sicula Trasporti. E qui compaiono gli altri grandi padroni dei rifiuti in Sicilia, la famiglia Leonardi che, nel 2009, si è vista autorizzare dalla Regione abbancamenti per 1,9 milioni di mc nella discarica di Grotte San Giorgio. Altra mega discarica è quella di Mazzarà Sant'Andrea, gestita dalla Tirreno Ambiente, il cui amministratore Giuseppe Antonioli è finito agli arresti: nel 2009 sotto il governo Lombardo ha avuto autorizzati abbancamenti per un fatturato apri a 155 milioni.
C'è poi una quarta grande discarica in funzione gestita da privati: quella di Siculiana di proprietà di Giuseppe Catanzaro, numero due di Confindustria Sicilia, l'associazione che dal 2009 esprime un assessore, sia nel governo Lombardo con Marco Venturi alle Attività produttive, sia in quello Crocetta con Linda Vancheri. Catanzaro ha avuto autorizzazioni nel 2009 per 2,9 milioni di metri cubi. Da qualche mese all'assessorato Energia sono stati avviati i procedimenti di revoca sia alla Oikos sia alla Tirreno Ambiente, ai quali si oppone l'assessorato Territorio e ambiente, ma una cosa è fuor di dubbio: un'eventuale chiusura dei siti farebbe scattare l'emergenza.
L'Isola com'è finita nelle mani dei privati? Il consulente nominato dall'ex assessore Marino, il docente Aurelio Angelini, non ha dubbi: "Per una scelta precisa del governo Lombardo, che negli stessi anni negava ai Comuni l'apertura di piccole discariche lasciando il monopolio ai privati".
SCANDALO MAZZETTE,
LA REGIONE CHIUDE LA DISCARICA DI MOTTA SANT'ANASTASIA
Dopo l'arresto di un funzionario
regionale e di quattro imprenditori del settore dei rifiuti, l'assessorato
all'Energia non rinnova l'autorizzazione alla discarica catanese. A rischio il
conferimento dei rifiuti per 90 comuni siciliani
di ANTONIO FRASCHILLA
L'assessorato regionale all'Energia non ha rinnovato
l'autorizzazione per la discarica di contrada Valanghe d'Inverno, a Motta
Sant'Anastasia, in provincia di Catania, bloccando il rinnovo del decreto del
2009 che la autorizzava. La decisione arriva dopo l'arresto di un funzionario regionale e di quattro imprenditori dei
rifiuti nell'ambito dell'operazione "Terra
mia".
In particolare lo stop arriva anche per "la mancanza dell'obbligo di trattamento dei rifiuti con l'effetto che la discarica non è dotata di un impianto a monte idoneo". Il provvedimento firmato dal dirigente Marco Lupo dà 60 giorni di tempo alla Oikos, la società che gestisce la discarica, per presentare il piano di chiusura, in quanto la nuova discarica realizzata a fianco di quelle già esistenti e piene è stata aperta da meno di un anno e adesso deve essere bonificata. La società può fare ricorso al Tar, ma per la Regione a settembre la discarica deve essere chiusa
Soddisfazione per il no della Regione Siciliana alla discarica è stata espressa dai deputati M5s all'Ars. "Lo scorso anno - commentano i Cinquestelle - avevamo sottoscritto la mozione all'Ars, in cui impegnavamo il governo alla revoca del medesimo decreto. Veniva chiesto, altresì, di provvedere all'individuazione di un sito alternativo, adeguatamente distante dai centri abitati".
In particolare lo stop arriva anche per "la mancanza dell'obbligo di trattamento dei rifiuti con l'effetto che la discarica non è dotata di un impianto a monte idoneo". Il provvedimento firmato dal dirigente Marco Lupo dà 60 giorni di tempo alla Oikos, la società che gestisce la discarica, per presentare il piano di chiusura, in quanto la nuova discarica realizzata a fianco di quelle già esistenti e piene è stata aperta da meno di un anno e adesso deve essere bonificata. La società può fare ricorso al Tar, ma per la Regione a settembre la discarica deve essere chiusa
Soddisfazione per il no della Regione Siciliana alla discarica è stata espressa dai deputati M5s all'Ars. "Lo scorso anno - commentano i Cinquestelle - avevamo sottoscritto la mozione all'Ars, in cui impegnavamo il governo alla revoca del medesimo decreto. Veniva chiesto, altresì, di provvedere all'individuazione di un sito alternativo, adeguatamente distante dai centri abitati".
IL FUNZIONARIO CONFESSA E COLLABORA RIFIUTI, L'INDAGINE PARALLELA
Martedì 22 Luglio 2014 - 06:11 di Riccardo
Lo Verso
Il funzionario dell'assessorato regionale al Territorio e
ambiente risponde al Gip e si dice pronto a farlo anche con i pubblici
ministeri di Palermo. Che oggi gli chiederanno notizie non solo sull'inchiesta
sfociata negli arresti di venerdì, ma pure su quella ancora top secret.
Possibile il coinvolgimento di altri imprenditori.
PALERMO
- Confessa e collabora. Gianfranco Cannova risponde al Giudice per le indagini
preliminari e si dice pronto a fare la stessa cosa con i pubblici ministeri. Che gli chiederanno notizie non solo sull'inchiesta per cui
venerdì è stato arrestato, ma pure su quella ancora top secret.
Esiste, infatti, un'indagine parallela a quella sulle mazzette intascate dal funzionario dell'assessorato regionale al Territorio e ambiente, sfociata nel blitz di venerdì scorso. E sempre di tangenti si tratterebbe, ma nel mirino ci sarebbero altri imprenditori. Non solo i quattro finiti ai domiciliari. E non è escluso il coinvolgimento anche di altri pubblici funzionari.
I pubblici ministeri di Palermo scandagliano quella che è stata definita la capacità di Cannova di sfruttare “le sue doti di abile tessitore di rapporti professionali, di amicizie e di contatti gestendo il proprio incarico di servizio come un fatto privato; peraltro è emerso che gli interventi facenti parte dei patti criminosi hanno riguardato anche atti non di stretta competenza dell'ufficio dove operava direttamente il funzionario, ma comunque venuti a conoscenza di quest'ultimo in ragione del suo ruolo istituzionale o sfruttando le sue conoscenze e amicizie con soggetti operanti in altri uffici pubblici, anch'essi impegnati nel settore delle discariche e dello smaltimento dei rifiuti”.
La due giorni in Procura di Cannova è iniziata ieri e proseguirà oggi. Innanzitutto ha scelto di non avvalersi della facoltà di non rispondere nel corso dell'interrogatorio di garanzia davanti al Giudice per le indagini preliminari Vittorio Anania. Tre ore di risposte, fra mattina e pomeriggio, in presenza dei suoi legali, gli avvocati Massimo Motisi e Giuseppe Torre, per ammettere alcuni episodi di corruzione e per smentirne altri. La vicenda della macchina e del televisore pagati dagli imprenditori per i suoi favori non sarebbero andate, secondo il suo racconto, per come li hanno ricostruiti i poliziotti della sezione Reati contro la pubblica amministrazione della Squadra mobile.
Era impossibile, però, negare l'evidenza delle intercettazioni da cui emergevano le mazzette in contanti. Gli imprenditori finiti ai domiciliari sono gli agrigentini Calogero e Nicolò Sodano, il catanese Domenico Proto e il novarese Giuseppe Antonioli. C'è, però, l'inchiesta parallela per cui Cannova nei mesi scorsi ha ricevuto la proroga delle indagini. Ed è un'indagine successiva ancora in divenire per la quale è stato necessario un supplemento investigativo.
Motta, i motivi della chiusura della discarica La Regione: stop e bonifica entro
ottobre
Se il programma stilato dal dirigente regionale Marco Lupo verrà
rispettato, entro l’autunno l’impianto di contrada Valanghe d’inverno dovrà
terminare ogni attività. Nel frattempo l’azienda proprietaria – la Oikos spa,
coinvolta nell’inchiesta della magistratura palermitana Terra mia – dovrà garantire il servizio di
raccolta e conferimento dei rifiuti. Ma rimane l’incertezza su quali saranno le
nuove destinazioni dei compattatori di 90 Comuni
Un’inchiesta effettuata da
un pool di tecnici, diverse conferenze dei servizi,
un’indagine della magistratura il
cui eco ancora si fa sentire tra le pareti di numerosi uffici regionali e non
solo. Tanto è stato necessario per permettere al dipartimento regionale
dell’Energia di non rinnovare
l’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) rilasciata
alla Oikos spa per l’attività della discarica di contrada Valanghe d’inverno, a Motta
Sant’Anastasia. La notizia è giunta oggi, ma la decisione è
stata presa il giorno prima dal dirigente incaricato, Marco
Lupo.
Nell’ordinanza viene citata l’inchiesta dalla Procura di Palermo,
un elemento, confermano vertici del dipartimento regionale, che ha avuto un
indubbio peso sulla decisione finale del dirigente Lupo. Viene dunque ritenuto
«necessario e conseguente all’emissione del provvedimento di diniego di rinnovo
dell’Aia 221/2009, la predisposizione di un progetto di
chiusura definitiva» e inoltre «autorizzare e programmare le
modalità di realizzazione del ripristino ambientale e le attività di postgestione della
discarica». Chiusura e bonifica.
Ma il problema che
numerosi cittadini di Motta e della vicinaMisterbianco, subito dopo l’euforia per
la notizia della chiusura, hanno sollevato attraverso i social network riguarda
la nuova destinazione dei rifiuti.
Un interrogativo al quale i dirigenti regionali non danno risposta. «Ad oggi
presso la discarica vengono conferiti i rifiuti prodotti nei territori di circa 90
Comuni appartenenti
a diversi ambiti ottimali (Ato)». Sono quattro catanesi, uno di Enna e di
Ragusa, tre di Messina. All’azienda è intimato di «assicurare la continuità del servizio
pubblico di
raccolta degli rsu destinati allo smaltimento, per un periodo breve ma idoneo a
consentire al dipartimento di riorganizzare il flusso dei rifiuti e
riprogrammare un piano dei conferimenti che ad oggi vengono effettuati nella
discarica di contrada Valanghe d’inverno, mediante l’individuazione di siti
alternativi per lo smaltimento». Quali saranno le nuove rotte è difficile
prevederlo. L’altro sito emergenziale della Sicilia orientale è quello
messinese di Mazzarrà Sant’Andrea,
anche questo sotto inchiesta, che già ospita camion da oltre cento cittadine
siciliane. L’altra struttura papabile è dunque quella di Siculiana,
in provincia di Agrigento.
Per il sito mottese è
disposto che il progetto definitivo di chiusura e ripristino ambientale «dovrà
essere trasmesso al dipartimento regionale dell’Acqua e dei rifiuti entro il 31
agosto». Il documento sarà verificato dagli enti competenti e
dovrà essere attuato entro 60 giorni dall’approvazione. Se il probabile ricorso
presentato da Proto non dovesse essere accettato, entro
ottobre i cancelli dell’impianto di contrada Valanghe d’inverno dovrebbero
chiudersi.
RIFIUTI: ATO 2
FALLITO, EMERGENZA NEL PALERMITANO DIPENDENTI A RISCHIO,
1 MILIARDO DI DEBITI VERSO LE DISCARICHE
GIULIO AMBROSETTI 13
GENNAIO 2015
CRONACA – La gestione
commissariale dell'Ato Belice Palermo 2 scadrà il 15 gennaio. Dal giorno dopo
chi raccoglierà la spazzatura nei 17 Comuni interessati? Anche di questo si è
parlato ieri in due riunioni convocate alla Regione. Nel frattempo la discarica
di Bellolampo accoglie i rifiuti di decine di Comuni anche dell'Agrigentino
Tanto per cambiare, in buona
parte dei paesi della provincia di Palermo è esplosal’emergenza rifiuti. Il 23
dicembre scorso è fallito l’Ato rifiuti alto Belìce Palermo 2, società
d’ambito che vede insieme i Comuni di Monreale, San Cipirello, San
Giuseppe Jato, Camporeale, Bisacquino, Chiusa Sclafani, Giuliana, fino
a Contessa Entellina. Sono 17 Comuni per un totale di circa 120mila
abitanti. Fino al 15 gennaio l’Ato andrà avanti con il commissario
regionale, Maurizio Norrito (tutti gli Ato rifiuti della Sicilia sono
commissariati), e con la curatela fallimentare. E dopo?
Il tema è stato affrontato ieri
nel corso di due riunioni convocate a Palermo. La prima - di mattina -
presso la sede dell’assessorato ai Rifiuti. La seconda, nel pomeriggio, presso
la Prefettura del capoluogo dell’Isola. Va detto che questo scenario di crisi è
stato ereditato dal nuovo assessore regionale ai Rifiuti, Vania
Contraffatto, che sta provando ad affrontare una situazione difficilissima.
Perché non è facile capire come affrontare il problema rifiuti in questi 17
Comuni dal 16 gennaio in poi.
Non può essere esclusa una
soluzione legislativa, ovvero una legge da parte del Parlamento siciliano. Ma,
ovviamente, non si tratterebbe di una soluzione a brevissimo periodo. Intanto
c’è da affrontare l’emergenza, perché con il fallimento dell’Ato Palermo 2 non
si capisce chi dovrà raccogliere l’immondizia in questi 17 paesi. E non si
capisce che fine faranno i 277 dipendenti di questo Ato.
La situazione è grave anche nei
Comuni del Palermitano dell’Ato Palermo 1(Carini, Capaci, Villagrazia di
Carini, Terrasini, Cinisi, Isola delle Femmine, fino a Partinico). Da
queste parti, in realtà, l’emergenza dura ormai da qualche anno: nel senso che
l’immondizia rimane non raccolta per settimane e settimane. Lo spettacolo fa
una certa impressione, perché nelle strade che collegano questi centri, spesso,
le montagne di rifiuti si susseguono per chilometri.
L’Ato Palermo 1 non è fallito, ma
la gestione è sempre stata sofferta. «A Carini, dove in media vengono
prodotte 100 tonnellate di spazzatura al giorno - si legge in un lancio
dell’Ansa - c'è una distesa di spazzatura lunga due chilometri. Per arginare
l'emergenza il Comune ha deciso di impegnare 20mila euro per potenziare le
operazioni di raccolta». Sulla vicenda è intervenuto il sindaco di Carini che,
sempre all’Ansa, ha detto: «Stentiamo a raccogliere la spazzatura che si è
accumulata durante le festività. Oggi per strada ci sono 700 quintali di
rifiuti non raccolti. Ho disposto un intervento straordinario perché i mezzi
dell'Ato Palermo non bastano. Entro venerdì la situazione dovrebbe rientrare».
Il problema rifiuti, in Sicilia,
ha mille sfaccettature. C’è la crisi degli Ato. Quello dell’alto Belìce
Ambiente Palermo 2, come già accennato, è fallito. Ma ce ne sono altri che non
sono messi meglio. Al 31 dicembre 2012 l’indebitamento di tutti gli Ato
rifiuti della Sicilia verso il sistema delle discariche (e quindi verso le
discariche pubbliche e private) ammontava a circa un miliardo e 400
milioni di euro. Oggi non si sa se l’indebitamento è diminuito o cresciuto.
Si sa, invece, che, negli ultimi
due anni, la Regione ha anticipato ai Comuni una parte dei fondi per pagare il
sistema delle discariche. Ma adesso l’assessorato regionale ai Rifiuti
avrebbe fornito i dati all’assessorato all’Economia perchiedere ai Comuni la
restituzione delle somme anticipate. Un bel problema per gli stessi Comuni
coinvolti, che saranno costretti ad aumentare le tariffe. Insomma, a
pagare per la disastrosa gestione dei rifiuti della Sicilia - imperniata ancora
oggi sulle discariche - saranno i cittadini.
Un altro problema riguarda le
stesse discariche. Alcune sono state chiuse dalla magistratura in seguito a indagini
(Motta Sant’Anastasia e Mazzarrà Sant’Andrea). Durante le vacanze di Natale un
contestatissimo provvedimento amministrativo del dirigente generale del
dipartimento regionale dei Rifiuti,Domenico Armenio, invitava i cittadini di un
bel gruppo di Comuni della provincia di Palermo e Agrigento a tenersi in casa
l’immondizia per mancanza di discariche.
Scelta, questa, che è stata
contestata dal presidente dell’Anci Sicilia, Leoluca Orlando, che è anche
sindaco di Palermo, che ha parlato di una Regione che favorirebbe i privati. In
effetti, lo stesso Orlando qualche giorno prima, ha messo a disposizione dei
Comuni del Palermitano la discarica di Bellolampo, che è pubblica. Così la
Regione ha fatto precipitosamente marcia indietro, ritirando il provvedimento
amministrativo che avrebbe obbligato i cittadini di tanti Comuni del
Palermitano e dell’Agrigentino a teneri i rifiuti in casa.
Il vero problema di tutta questa
incredibile storia è che in Sicilia la raccolta differenziata dei rifiuti,
oggi, è sotto il 5-6 per cento. Era cresciuta dal 2001 al 2008, soprattutto in
provincia di Agrigento. Poi è arrivato il governo Lombardo-Pd. E sono
tornate le discariche, in buona parte private.
CRONACA –
Tra pochi giorni, il 15 gennaio, partirà il processo che mette sotto accusa un
dipendente regionale dell'assessorato Territorio e ambiente e i dirigenti di
tre discariche in tutta la Sicilia. Tra queste anche quella di proprietà della
Oikos spa, nel territorio mottese. La giunta guidata dal primo cittadino Carrà
nominerà con provvedimento urgente un legale per tutelare la cittadina
Motta Sant'Anastasia si costituirà parte civile nel procedimento scaturito dall'operazione Terra mia.
L'inchiesta della procura della Repubblica di Palermo,
resa nota lo scorso luglio, ha messo in luce un sistema di presunte corruzioni
nella gestione delle discariche private in tutta la
Sicilia. Nell'indagine è coinvolta la Oikos spa,
azienda proprietaria della contestata discarica nel territorio mottese, da qui
la decisione presa dalla giunta guidata dal primo cittadino Anastasio
Carrà che mira a tutelare «gli interessi e l'immagine del
Comune di Motta Sant'Anastasia». Come si legge nella delibera firmata lo scorso 2 gennaio, dal lavoro
della procura «emergono, tra l'altro, inquietanti scenari in merito alle
attività di gestione dei rifiuti nella discarica sita in territorio comunale e
di cui è titolare la suddetta società».
Secondo gli inquirenti palermitani, fulcro
del meccanismo sarebbe stato Gianfranco Cannova (dipendente
dell'assessorato regionale Territorio e ambiente) che avrebbe rilasciato
autorizzazioni alle attività di diversi impianti senza i relativi
controlli, accettando denaro, regali e viaggi, agevolando gli iter
per gli impianti amici. Un
eventuale quadro di corruzione preoccupante nel quale
sarebbero coinvolti il proprietario della Oikos spa Domenico
Proto, gli imprenditori Giuseppe Antonioli (amministratore
della discarica di Mazzarrà Sant'Andrea, in provincia di Messina) e i
fratelli Calogero(ex senatore della Casa delle
libertà) e Nicolò Sodano, responsabili della Soambiente
di Agrigento.
Tutti gli indagati sono stati rinviati a
giudizio e giovedì 15 gennaio compariranno davanti ai giudici del tribunale di
Palermo. Così, quasi sei mesi dopo l'apertura del fascicolo e gli arresti
domiciliari per Proto, i rappresentanti del Comune
mottese propongono di «costituirsi parte civile nel procedimento penale
scaturito dall'operazione», e - con provvedimento esecutivo, data l'urgenza - «dare
mandato al sindaco di provvedere con propria determina a nominare il
professionista di fiducia». Una mozione uguale, condivisa da tutta
l'opposizione, era stata già approvata dal consiglio comunale a ridosso dello
scandalo. Anche il sindaco del vicino Comune di Misterbianco, Nino Di Guardo,
negli infuocati giorni successivi, aveva annunciato la stessa
misura.
RIFIUTI E
CORRUZIONE, ARRESTATO MIMMO PROTO IN MANETTE 4 IMPRENDITORI E UN
FUNZIONARIO
CARMEN
VALISANO 18 LUGLIO 2014
CRONACA –
L'operazione, denominata Terra mia, ha portato all'individuazione
di un complesso sistema di procedure ambientali non seguite e controlli evitati
grazie al presunto pagamento di tangenti. Coinvolti quattro titolari di
discariche, tra i quali il proprietario dell'impianto di contrada Tiritì, a
Motta Sant'Anastasia. Il dipendente regionale «rilasciava le autorizzazioni Aia
e gestiva l’ufficio come suo feudo. Con gli imprenditori amici era prodigo di
consigli anche per fregare l’amministrazione pubblica».
Un funzionario della
Regione e quattro
imprenditori legati alla gestione dei rifiuti sono stati
arrestati stamattina dagli uomini della squadra mobile di Palermo. Tra loro
spicca il nome di Domenico
Proto, titolare della Oikos spa, la ditta proprietaria del
mega-impianto di contrada
Tiritì-Valanghe d'inverno. Secondo le accuse, Gianfranco Cannova (dipendente
dell'assessorato regionale Territorio e ambiente) avrebbe avuto un
ruolo nella gestione delle procedure più importanti, quelle
legate al rilascio
delle autorizzazioni all'attività delle discariche. In cambio
di regali e viaggi, avrebbe agevolato gli iter d evitato agli
impianti amici controlli
e monitoraggi ai quali avrebbero dovuto invece sottostare. Un quadro di corruzione definito dagli
inquirenti molto grave nel quale sono coinvolti, oltre a
Proto, gli imprenditori Giuseppe
Antonioli (amministratore della discarica di Mazzarrà
Sant'Andrea, in provincia di Messina) e i fratelli Calogero (ex
senatore della Casa delle libertà) e
Nicolò Sodano, responsabili della Soambiente di Agrigento.
L'operazione,
denominata Terra mia,
ha avuto inizio nel 2011 ed è durata oltre due anni. I titolati delle indagini
hanno messo in rilievo come «questo settore amministrativo è caratterizzato da
una stratificazione
normativa e da uncomplesso
e macchinoso apparato burocratico». Elementi che hanno
facilitato l'azione contestata al presunto funzionario infedele. «La corruzione e i corrotti sono un
rifiuto speciale e pericolosi - dichiara il procuratore
aggiungo di Palermo Dino
Petralia - L'imprenditore del Catanese (Domenico
Proto, ndr) aveva bisogno di ampliare la discarica a tre milioni di metri cubi.
Aveva bisogno dell'Autorizzazione integrata ambientale. Sembra che l'azione per ottenerla in
modo illegale sia la regola». A lui fa eco il collega Leonardo Agueci: «Il
funzionario regionale rilasciava le autorizzazioni Aia e gestiva l'ufficio come suo feudo.
Con gli imprenditori amici era prodigo di consigli anche per fregare l'amministrazione
pubblica». Nessuna remora di controlli. «Poteva svolgere una attività illecita
con la massima disinvoltura».
Sia il sito di contrada Tiritì-Valanghe d'inverno che
l'impianto messinese di Mazzarrà Sant'Andrea sono sotto inchiesta
da parte della dirigenza regionale all'Ambiente per presunte
violazioni compiute nella gestione dei rispettivi impianti. Un'inchiesta
avviata qualche mese fa dall'ex assessore regionale Nicolò Marino.
Soambiente gestisce i siti agrigentini di Siculiana econtrada Monserrato e
a Noto (in provincia di Siracusa) quello di contrada Stallaini.
A poche ore dall'arresto
di Proto, intanto, Confindustria
Catania ha sospeso la ditta Oikos, interrompendo il suo
rapporto con l'associazione. «Il provvedimento è stato adottato d'urgenza,
in ottemperanza del codice etico di Confindustria, spiegano.
TIRITÌ, TRA CAMBI DI
POLTRONE E CONFIDUSTRIA UNA SVOLTA SULLA DISCARICA DEI VELENI?
CARMEN
VALISANO 9 APRILE 2014
CRONACA –
Il pool di esperti inviato dall'ex assessore Nicolò Marino a verificare le
condizioni degli impianti regionali ha sollevato pesanti dubbi sul sito di
proprietà della Oikos. Irregolarità riscontrate sia nella struttura attiva da
circa un anno che in quella ormai dichiarata esaurita. Ma i passi successivi
alla relazione sono messi in dubbio dall'avvicendamento con Salvatore Calleri,
considerato vicino agli ambienti dell'associazione di imprenditori che in
Sicilia ha come vicepresidente Giuseppe Catanzaro. Proprietario della discarica
più grande dell'isola
Un cambio di poltrone
alla Regione, gli interessi di Confindustria su un settore strategico, un
Comune alle prese con la campagna elettorale. E una discarica da 2,5 milioni di metri cubi a
ridosso di due centri abitati che non smette di turbare i sonni di cittadini e
politici. Siamo finalmente a una svolta nella questione dell'impianto
della Oikos spa? La
struttura di gestione dei rifiuti sorge nel Catanese, tra Motta Sant'Anastasia e
Misterbianco. È notizia di ieri che Nicolò Marino,
assessore regionale all'Ecologia, sarà sostituito alla guida dell'ente da Salvatore Calleri: renziano,
presidente della fondazione dedicata ad Antonino Caponnetto (era uno dei suoi collaboratori)
e considerato
vicino agli ambienti di Confindustria. L'associazione - per
bocca di uno dei suoi rappresentanti più influenti, Giuseppe Catanzaro -
negli ultimi mesi ha avuto uno scontro durissimo con Marino. Terreno di
battaglia, proprio i rifiuti. Il gruppo Catanzaro, infatti, gestisce la discarica di Siculiana, in provincia
di Agrigento, e l'ex assessore ha lanciato pesanti accuse sui presunti intrecci
con Cosa nostra scatenando una reazione fatta di querele e
richieste di risarcimento milionarie.
Le irregolarità
individuate dalla Regione nel sito catanese riguardano la tutela dell'ambiente e della salute e
danno ragione ai cittadini che da tempo lamentano una serie di violazioni dal
punto di vista ambientale. Paure che emergono sotto forma di un incessante
e venefico odore che avvolge i due Comuni e che sembrano avere finalmente un
riscontro ufficiale. Tutto comincia con la revisione, da parte dell'assessorato
guidato ancora da Marino, delle
autorizzazioni concesse agli operatori proprietari degli impianti nella regione.
La Oikos è gestore di un sito oramai chiuso (in contrada Tiritì) e di uno
entrato in funzione l'anno scorso nella contigua contrada Valanghe d'inverno per
il quale è stato proposto «l'avvio del procedimento di diniego dell'istanza di
rinnovo». Nella comunicazione inviata anche all'azienda della famiglia Proto,
il dirigente regionale ricorda che il 17 gennaio 2014 «è stata costituita una commissione ispettiva per
la verifica degli atti relativi alle discariche private in esercizio per
rifiuti non pericolosi site nel territorio siciliano». Pool che ha inviato, tre
mesi dopo, una relazione
conclusiva. Il documento mette in rilievo alcuni punti:
l'assenza delle prescrizioni del sindaco, la «mancata applicazione del
principio di unica Aia (Autorizzazione integrata ambientale, ndr) per uno o più
impianti localizzati sullo stesso sito e gestiti dal medesimo gestore». E poi
le «difformità».
Quella nel rispetto del programma di riduzione dei rifiuti biodegradabili,
la presenza di
rifiuti non ammessi (come liquidi e pneumatici), la
mancanza di piani di gestione operativa e post operativa, sorveglianza e
controllo e ripristino ambientale. E ancora violazioni volumetriche, il mancato
rispetto delle migliori tecnologie disponibili, la mancanza di coerenza con il
piano regionale di gestione dei rifiuti. Inoltre, «il decreto Aia rilasciato
non possiede le caratteristiche di conformità legislativa più volte richiamata
né conseguenzialmente permette l'effettuazione di controlli efficaci sulle
attività di gestione rifiuti autorizzate». Secondo le accuse della Regione, «le attività di gestione dei rifiuti
sono state svolte in difformità ad alcune condizioni imposte nel decreto e nel
propedeutico giudizio di compatibilità ambientale (Via), nonché
in difformità al decreto legislativo 36/03 e decreto legislativo 59/05», che
normano rispettivamente la gestione delle discariche e la riduzione dell'inquinamento.
L'altra bomba ecologica
è rappresentata dall'impianto ormai saturo e chiuso di contrada Tiritì. Secondo
la relazione, la discarica è «rimasta in attività in una situazione di "non
conformità legislativa" per tutto il periodo
esaminato dal 1999 al 2006». La Prefettura di Catania «ha di fatto utilizzato
una discarica che non era in possesso dei requisti di legge (tecnici e
autorizzativi) per lo smaltimento dei rifiuti urbani». Anche qui la commissione segnala
diverse violazioni, compresa la mancata «inclusione dei valori
limite per le emissioni fissati per le sostanze inquinanti». Assente anche il
giudizio di compatibilità ambientale. E, come sottolineano i dirigenti dell'assessorato,
l'impianto sarebbe rimasto operativo «anche in data successiva alla scadenza
dell'autorizzazione in assenza di valida autorizzazione, e lo è tutt'oggi in
fase di gestione post operativa delle vasche esaurite». Anche per queste
ragioni la Oikos è chiamata a effettuare l'analisi di suolo e acque sotterranee «per
escludere l'esistenza di fenomeni di degrado ambientale e di potenziale
contaminazione delle matrici acque, suolo e aria». All'azienda viene chiesto un
«piano di indagini» che analizzi «arealmente e tridimensionalmente l'estensione
delle aree della discarica di contrada Tiritì oggetto di abbancamento rifiuti a
far data dal primo utilizzo storico (1983)». Il piano dovrà essere redatto
sotto la vigilanza
dell'Arpa e della Provincia e a curare il coordinamento
saranno il dipartimento regionale e la Prefettura catanese.
Per domani è convocata
una conferenza
dei servizi presieduta da Marco Lupo, dirigente generale
del dipartimento dell'Acqua e dei rifiuti, area di competenza dell'ormai ex
assessore Marino. «È un momento importante, perché la Regione riconosce le
ragioni dei comitati», spiega Massimo
La Piana, coordinatore di uno dei due movimenti cittadini che
nei Comuni interessati da tempo portano avanti la battaglia contro la
discarica, quello di Misterbianco. L'appuntamento di domani, nel quale la Oikos
avrà la possibilità di difendersi, è importante anche per l'altro paese, Motta,
alle prese con la campagna elettorale che porterà al voto tra circa un mese. Il
sindaco uscente e candidato, Angelo
Giuffrida, a lungo è stato criticato per non aver affiancato i
cittadini nelle numerose proteste e adesso, finalmente, prende posizione. «Domani dovrebbe dare parere
negativo», anticipa La Piana. Una previsione confermata anche
sul sito internet del primo cittadino. I due
sindaci hanno anche manifestato pubblicamente il proprio sostegno a Nicolò
Marino, esortando il governatore Rosario Crocetta a mantenere il magistrato al
comando del settore. Eppure l'ex assessore non ha sempre goduto delle simpatie
dei comitati, così come il sindaco mottese. «Personalmente, il cambio di
direzione può starmi anche bene pur di raggiungere il risultato», osserva
pragmaticamente Massimo La Piana. «Quello di domani è un punto
fondamentale: se non dovessero rinnovare l'autorizzazione alla Oikos, si
bloccherebbe la discarica». Ovviamente l'azienda potrà ricorrere al Tribunale
amministrativo regionale, «ma intanto sarebbe un riconoscimento per la nostra battaglia»,
spiega il coordinatore del movimento.
Il nodo successivo da
sciogliere è quello relativo alla figura
del nuovo assessore. «La nomina di Salvatore Calleri, in
questo momento, complica la questione», riconosce con una certa preoccupazione
La Piana. «Bisogna vedere quanto ci metterà a rivedere il caso, se bloccherà l'iter o
- come sperano i cittadini - agirà
in continuità amministrativa». I timori degli abitanti
risiedono tutti nel legame tra il leader toscano del Megafono e Confindustria.
Associazione legata a doppio filo con il nome del gruppo Catanzaro, dato che
Giuseppe Catanzaro ne è il vicepresidente, oltre a guidare quella che è oggi la
discarica più grande della Sicilia. «Laicamente cercheremo un contatto e
chiederemo urgentemente un incontro», promette La Piana.
Carmelo Catania - 11/07/2014
E GIUNTA LA PAROLA FINE PER LA DISCARICA DI MAZZARRÀ
SANT’ANDREA?
Marco Lupo, dirigente generale
del Dipartimento Energia e rifiuti della Regione, ha avviato il procedimento di
“diniego all’istanza di rinnovo” delle Autorizzazioni integrate ambientali
concesse a Tirrenoambiente nel 2009, e scadute lo scorso 21 maggio senza che
l’attività di smaltimento venisse interrotta, con le quali si consentiva alla
società partecipata del comune di Mazzarrà Sant’Andrea di ampliare, per la
terza volta nell’arco di un decennio, la discarica di contrada Zuppà e
realizzare un impianto di selezione e biostabilizzazione e al cui interno
opera, dal 2008, anche un impianto di produzione di energia elettrica dalla
combustione del biogas da discarica, impianto, ricordiamo, sequestrato per ben
due volte dalla procura di Barcellona e “sanato” solo lo scorso anno da un
provvedimento regionale.
Ricordiamo anche che i due provvedimenti
per i quali oggi la Regione nega il rinnovo erano stati annullati da due
sentenze del Tar di Catania per evidenti violazioni nell’iter autorizzativo.
Era stato cancellato dalle carte geografiche un intero paese che, complice la
miopia delle istituzioni, da troppo tempo è costretto a subire l’inquinamento
derivante da una discarica che non sarebbe mai dovuta nascere.
Oggi, nonostante il ribaltamento
di quelle due sentenze da parte del Cga, che non aveva riconosciuto la
legittimazione ad agire dei ricorrenti cittadini di Furnari, a seguito
dell’istruttoria svolta dalla Commissione ispettiva nominata dall’ex assessore
Marino sono state accertate “criticità tecniche nei provvedimenti
autorizzatorie e “molteplici violazioni della normativa di riferimento” .
Gli ispettori della regione hanno
evidenziato come “la discarica è stata gestita in fase operativa in assenza
delle garanzie finanziarie obbligatorie e lo è tutt’oggi in assenza di
autorizzazione all’esercizio a far data dalla scadenza del decreto AIA”.
Inoltre viene contestata alla Tirrenoambiente “la mancata inclusione dei valori
limite per le emissioni fissate per le sostanze inquinanti”, la “mancata
indicazione degli opportuni requisiti di controllo delle emissioni, nonché
l’obbligo di comunicare alle autorità competenti ed ai comuni interessati i
dati relativi ai controlli delle emissioni”.
E infine, la “mancanza dei pareri
degli enti preposti secondo il regime vincolistico, poichè l’area ricade nel
Piano stralcio di bacino per l’assetto idrogeologico del torrente Mazzarrà”.
Una discarica, sottolinea la
Commissione ispettiva “realizzata in difformità al decreto legislativo 36/2003,
nella zona di rispetto dove insistono i pozzi ad uso idropotabile (lo andiamo
ripetendo, inascoltati, dal 1999) di approvvigionamento del comune di Furnari”
e le cui “modalità di impermeabilizzazione” non sono “conformi” a quanto
previsto dal decreto 36/2003,
Un quadro, quello rilevato dal
Dipartimento, che avendo “forti ripercussioni di carattere ambientale
nell’ambito della effettiva protezione messe in atto ed esistente nelle
matrici, suolo, sottosuolo ed acque”, in aggiunta all’avvio delle procedure di
infrazione per non aver ottemperato agli obblighi previsti da alcuni articoli
delle direttive 75/442/CEE, 91/689/CEE e 1999/31/CE concernenti i rifiuti,
quelli pericolosi e la gestione delle discariche, dovrebbe portare alla
definitiva chiusura del sito.
Tirrenoambiente ha a disposizione
solo dieci giorni di tempo per produrre le proprie contro-deduzioni. Poi la
Regione esaminerà la documentazione prodotta e nella conferenza di servizi del
2 settembre presso gli uffici del Dipartimento Acque e Rifiuti.
REGIONE,
CROCETTA NOMINA I NUOVI ASSESSORI I CATANESI FIUMEFREDDO E TORRISI IN
GIUNTA
REDAZIONE 8 APRILE 2014
POLITICA – Il
presidente della Regione Sicilia ha reso noti i nomi dei nuovi assessori
regionali ieri sera in tarda serata. Un squadra che cambia per metà, con sei
nuove nomine. Entrano nel gioverno regionale anche tre catanesi: sono Salvatore
Calleri, presidente della Fondazione Antonio Caponnetto; Antonio Fiumefreddo,
noto penalista e politico etneo; e Nico Torrisi, imprenditore e già presidente
della Sac, la società di gestione dell'aeroporto di Fontanarossa
E' arrivato ieri in tarda serata
l'annuncio della nuova squadra di governo del presidente della Regione
Sicilia Rosario Crocetta. Un rimpasto deciso dopo lunghe settimane di
confronti, anche aspri, all'interno dei partiti di maggioranza, e che
vede cambiare sei assessori su dodici. Rinconfermate Lucia
Borsellino (Salute), Nelli Scilabra (Formazione), Mariarita
Sgarlata (Beni culturali), Patrizia Valenti (Funzione pubblica e
personale), Michela Stancheris(Servici sociali e Famiglia) e Linda
Vancheri (Attività produttive). I nuovi assessori – la maggior parte
ancora in attesa di delega – sono:
Roberto Agnello, avvocato
palermitano, esperto di bilancio, ha lavorato presso il Ministero della Salute,
in quota Pd.
Giuseppe Bruno, avvocato
palermitano, anche lui in quota Pd.
Salvatore Calleri, nato a Catania
e residente a Firenze da molti anni, presidente nazionale della Fondazione
Caponnetto. Uomo di fiducia del governatore, avrà la delega all'Energia.
Antonio Fiumefreddo, noto
penalista etneo, già legale di Raffaele Lombardoe notissimo alle cronache
politiche catanesi: candidato a sindaco di Catania nel 2001, è stato
successivamente assessore alla Cultura nella giunta di Umberto Scapagnini,
suo avversario nella tornata elettorale. Nel 2008 l'allora presidente della
regione Raffaele Lombardo lo nomina commissario straordinario del teatro
Massimo Bellini, ruolo per il quale è stato molto contestato. Nel 2010
fonda il giornale Sudpress, attraverso il quale si consuma un violento scontro
proprio con Lombardo. Oggi è anche professore della Link University di Roma. In
quota Drs (Democratici riformisti per la Sicilia).
Paolo Ezechia Reale, avvocato di
Siracusa, in quota Articolo 4.
Nico Torrisi, dottore
commercialista, imprenditore del settore turistico di Catania come
amministratore dell'hotel Baia Verde. Per poco tempo, nel 2012 è
stato presidente della Sac, la società che gestisce l'aeroporto catanese
di Fontanarossa. È in quota Udc.
Dallo staff del governatore
Crocetta, informano che non c'è ancora una data stabilita per quanto riguarda
l'assegnazione delle deleghe specifiche dei nuovi assessori, che potrebbe
avvenire entro il fine settimana.
MAZZARRÀ,
DISCARICA INQUINANTE: DUE BUROCRATI REGIONALI INDAGATI PER FALSO IDEOLOGICO
Nel mirino della procura di
Barcellona Pozzo di Gotto Gianfranco Cannova, già in cella per
l'indagine su rifiuti e tangenti, e Vincenzo Sansone. Nel 2009
rilasciarono un'autorizzazione alla società TirrenoAmbiente che gestiva il
sito. Sotto inchiesta anche Armando Cappadonia, funzionario
dell'Arpa
di MANUELA MODICA
Cinque avvisi di garanzia per
reato ambientale e falso ideologico. Si estende l'inchiesta della procura di
Barcellona Pozzo di Gotto sulla discarica di Mazzarrà Sant'Andrea. Altre cinque
persone risultano adesso indagate: tra loro, due funzionari dell'assessorato
regionale al Territorio e un funzionario dell'Arpa, agenzia regionale per
l'ambiente, per i quali viene ipotizzato il reato di falso ideologico commesso
da pubblico ufficiale.
Si tratta di Gianfranco
Cannova, già detenuto al Pagliarelli di Palermo perché accusato di aver
incassato tangenti per favorire alcuni imprenditori nel settore delle
discariche, e Vincenzo Sansone, dirigente generale del dipartimento regionale
tecnico. A entrambi viene contestata un'autorizzazione rilasciata alla società
che gestisce la discarica, la TirrenoAmbiente Spa, nel febbraio del 2009.
Armando Cappadonia, funzionario dell'Arpa, è invece indagato per
un'autorizzazione rilasciata nel 2006.
Dopo la richiesta di sequestro,
firmata lo scorso 3 novembre e nella quale risultavano indagati gli ex
amministratori di TirrenoAmbiente Antonio Crisafulli, Giuseppe
Antonioli (già con divieto di dimora in Sicilia a seguito di un'indagine
per corruzione di un dirigente regionale) e Pino Innocenti, il prossimo 16
dicembre la procura avvierà una verifica, non ripetibile in dibattimento, per
accertare la presenza di eventuale inquinamento nel sito della discarica.
Le indagini si estendono anche
a Sebastiano Giambò, ex sindaco di Mazzarrà Sant'Andrea, già presidente
del Cda di TirrenoAmbiente, oggi agli arresti domiciliari dopo la condanna in
primo grado nell'ambito dell'operazione Vivavio della Dda di Messina, per
concorso esterno in associazione mafiosa, e Francesco Cannone, anche lui
ex presidente del Cda della stessa società. Per loro la procura ipotizza il
reato ambientale.
Si attende adesso la verifica
disposta dalla procura per il prossimo 16 dicembre: a eseguirla sarà
l'ingegnere Francesco Melidoro, lo stesso che nel rapporto del 17
settembre aveva rilevato: "Le acque sotterranee della discarica presentano
notevoli indici di inquinamento, sulle pareti della discarica esistono
situazioni di criticità correlate con fuoriuscita di percolato tali da generare
locali profonde incisioni... e le condizioni precarie di equilibrio del corpo
della discarica... potrebbero portare fenomeni gravitativi o franosi di
rilevante pericolo per l'ambiente e per l'incolumità delle persone, i quali
potrebbero manifestarsi in un breve medio periodo di tempo, in occasione
soprattutto di intense precipitazioni atmosferiche".
LA DISCARICA DI SICULIANA NELL'OCCHIO DEL CICLONE DOMANI
CATANZARO DAVANTI AL GIP DI AGRIGENTO
CRONACA – A
comparire davanti al giudice sarà il fratello del vice presidente di
Confindustria Sicilia, insieme con l'ex Presidente della Provincia e due
funzionari regionali. I Carabinieri parlano di autorizzazioni illegittime
rilasciate con la complicità di funzionari pubblici. Mentre le denunce dell'ex
assessore Marino vengono segnalate alla Commissione Nazionale Antimafia
Riesplode in Sicilia, con un boato che è arrivato pure a
Roma, l'affaire della gestione delle discariche private
nell'Isola. A fare detonare la bomba le dichiarazioni che l'ex assessore
regionale all'Energia e ai Rifiuti, Nicolò Marino, aveva rilasciato nel corso di una una intervista a
Meridionews e che ha ribadito ieri su altri organi di
stampa. Dichiarazioni in cui, in buona sostanza, Marino, che è tornato a fare
il magistrato, attacca a muso duro Confindustria Sicilia e le sue
ingerenze sul governatore Crocetta «per garantirsi delle situazioni
di vantaggio con il mero biglietto da visita dell'antimafia, privo di
sostanza».
«Ritengo - ha detto chiaramente al nostro
giornale - che la mia posizione molto dura contro l'ingerenza, anche
nei settori dei rifiuti, di alcuni uomini di Confindustria che facevano
riferimento a Ivan Lo bello, Antonello Montante e Giuseppe Catanzaro ha
determinato una grande conflittualità per la quale sono stato
allontanato».
Come già aveva fatto da assessore (e per questo, secondo una
opinione diffusa è stato 'defenestrato'), ha quindi puntato il
dito contro la
discarica di Siculiana, nell'agrigentino, di cui è comproprietario il numero
due dell'associazione degli industriali siciliani, Giuseppe Catanzaro: «Catanzaro,
approfittando dell'emergenza, ha gestito per tanti anni una discarica che prima
apparteneva al comune di Siculiana» ha detto Marino a
Meridionews. E ieri, ha rincarato la dose: «Il problema è che Catanzaro
aveva avuto un’autorizzazione illegittima».
Nel bel mezzo di queste polemiche e scontri all'arma bianca
(querele incluse), spunta anche una inchiesta giudiziaria sulla discarica di
Siculianache va avanti da anni e che domani finirà sul
tavolo del Giudice per le Indagini preliminari di Agrigento. Davanti al quale
sono chiamati a comparire Lorenzo Catanzaro,
fratello del numero degli industriali siciliani e rappresentante legale
dell'impianto, l'ex presidente della Provincia regionale di Agrigento,
nonché attuale deputato regionale in quota Ncd, Vincenzo Fontana,
e due funzionari della Regione, Vincenzo
Sansone e Gianfranco Cannova (già
rinviato a giudizio nell'inchiesta Terra Mia sulla discarica di Mazzarò).
Il giudice dovrà decidere se archiviare il caso, come gli ha
chiesto la Procura, o se andare avanti, come vorrebbe il Comune di Siculiana
che nel procedimento è parte offesa.
L'inchiesta parte nel 2007 quando il Nucleo operativo Ecologico
dei Carabinieri, durante un controllo nella discarica dei Catanzaro, contesta
alcune irregolarità sul suo ampliamento. E ipotizza per i
sopra citati protagonisti di questa storia, il reato di abuso d'ufficio,
falsità materiale ed ideologica in atti pubblici e illecita gestione di
una discarica per rifiuti solidi urbani.
I Catanzaro, in buona sostanza, secondo i
Carabinieri, hanno ottenuto le autorizzazioni necessarie a gestire ed
ampliare la loro discarica, attraverso falsa documentazione e
con la complicità
di funzionari pubblici. Ricordiamo che la storia di questo
impianto è controversa sin dall'origine. Parliamo di una discarica che era
pubblica, e che come in un racconto di Pirandello, un bel giorno si
risveglia privata (qui vi abbiamo raccontato la sua storia nel dettaglio).
Come finirà questa storia sul piano giudiziario è difficile
da prevedere.
Quello che è certo è che il vaso di Pandora del business
rifiuti ormai è stato scoperchiato, e come abbiamo detto all'inizio, del
suo contenuto si parlerà anche a Roma.
Sempre ieri, infatti, Erasmo Palazzotto, deputato palermitano alla
Camera, ha inviato una lettera alla Commissione Nazionale
Antimafia,invitandola ad indagare sulle denunce di
Marino sul ruolo di Confindustria e del Senatore Beppe Lumia.
AUTORIZZAZIONI PER LA DISCARICA DI
SICULIANA, QUATTRO INDAGATI IN TRIBUNALE
„Tutto partì da una denuncia dei
carabinieri del Noe, i quali denunciarono i due funzionari dell'Assessorato
regionale "Tutela ed Ambiente", il rappresentante legale della
"Catanzaro" e l'allora presidente della Provincia di Agrigento,
ritenendoli responsabili, a vario titolo, di abuso d'ufficio, falsità materiale
ed ideologica “
Sono comparsi oggi dinnanzi al Gip del Tribunale di Agrigento, Ottavio
Mosti, la "Catanzaro costruzioni", l’ex presidente della Provincia
Enzo Fontana e i dirigenti regionali Vincenzo
Sansone e Gianfranco Cannova, coinvolti
in un presunto
abuso d'ufficio nelle procedure di allargamento
della discarica
di contrada Materano, a Siculiana. SI attende la decisione
del giudice rispetto all’eventuale accoglimento della richiesta di
archiviazione avanzata dal pubblico ministero.
Tutto partì nel 2007 da una denuncia dei
carabinieri del Noe, i quali denunciarono i due funzionari dell’Assessorato
regionale “Tutela ed Ambiente”, il rappresentante legale della “Catanzaro” e
l’allora presidente della Provincia di Agrigento, ritenendoli responsabili, a
vario titolo, di abuso d’ufficio, falsità materiale ed ideologica commessa
in atti pubblici, nonché per “illecita gestione di una discarica per
rifiuti solidi urbani”.
Autorizzazioni per la discarica di Siculiana, quattro
indagati in Tribunale
“Ci sottoponiamo con serenità al giudizio”, è
stato il commento della ditta che gestisce l’impianto.
CANNOVA SANSONE SETTEMBRE 2008 DRS 996 30 SETT E DRS 1457 16 DIC
2008 CISMA AMBIENTE CONTRADA BAGALLI MELILLI
CANNOVA
SANSONE SETTEMBRE 2008 DRS 996 30 SETT E DRS 1457 16 DIC 2008 CISMA AMBIENTE
CONTRADA BAGALLI MELI... by Pino Ciampolillo
CANNOVA SANSONE ZUCCARELLO TIRRENO AMBIENTE OIKOS SICULIANA
RELAZIONE COMMISSIONE DISCARICA OIKOS 2014
CANNOVA
SANSONE ZUCCARELLO TIRRENO AMBIENTE OIKOS SICULIANA -
relazione_commissione_discarica_oikos-2014.pd... by Pino Ciampolillo
MAZZARRÀ: ALTRI CINQUE INDAGATI PER
LA DISCARICA SOTTO SEQUESTRO
Si allarga l’inchiesta della procura di Barcellona. Ora
l’inchiesta coinvolge altre cinque persone: tra questi, due funzionari
dell’assessorato regionale al Territorio e un funzionario dell’Arpa. Le
ipotesi: reato ambientale e falso ideologico di Redazione
Cinque avvisi di garanzia per
reato ambientale e falso ideologico. L’inchiesta della procura di Barcellona
Pozzo di Gotto sulla discarica di Mazzarrà Sant’Andre si allarga e coinvolge
altre cinque persone: due funzionari dell’assessorato regionale al Territorio e
un funzionario dell’Arpa, agenzia regionale per l’ambiente, per i quali viene
ipotizzato il reato di falso ideologico commesso da pubblico ufficiale. I nuovi
indagati sono Gianfranco Cannova, già detenuto nel carcere di
Pagliarelli di Palermo perché accusato di aver incassato tangenti per favorire
alcuni imprenditori nel settore delle discariche, e Vincenzo Sansone,
dirigente generale del dipartimento regionale tecnico. Sono accusati entrambi
di aver rilasciato nel febbraio del 2009 un’autorizzazione alla società che
gestisce la discarica, la TirrenoAmbiente Spa. Il terzo indagato
è Armando Cappadonia, funzionario dell’Arpa, per
un’autorizzazione rilasciata nel 2006. Gli ultimi due coinvolti nell’indagine
sono Sebastiano Giambò, ex sindaco di Mazzarrà Sant’Andrea, già
presidente del Cda di TirrenoAmbiente, oggi agli arresti domiciliari
dopo la condanna in primo grado nell’ambito dell’operazione Vivavio della Dda
di Messina, per concorso esterno in associazione mafiosa, e Francesco
Cannone, anche lui ex presidente del Cda della stessa società. Per loro la
procura ipotizza il reato ambientale.
I cinque si aggiungono ai primi
tre nomi iscritti nel registro degli indagati subito dopo la richiesta di
sequestro della discarica, firmata lo scorso 3 novembre: gli ex
amministratori diTirrenoAmbiente Antonio Crisafulli, Giuseppe
Antonioli (già con divieto di dimora in Sicilia a seguito di un’indagine
per corruzione di un dirigente regionale) e Pino Innocenti.
Si attende adesso la verifica
dei livelli di inquinamento disposta dalla procura di Barcellona per
il prossimo 16 dicembre: l’esperto incaricato per i
rilievi è l’ingegnere Francesco Melidoro, lo stesso che nel
rapporto del 17 settembre aveva rilevato: “Le acque sotterranee della discarica
presentano notevoli indici di inquinamento, sulle pareti della discarica
esistono situazioni di criticità correlate con fuoriuscita di percolato tali da
generare locali profonde incisioni… e le condizioni precarie di equilibrio del
corpo della discarica… potrebbero portare fenomeni gravitativi o franosi di
rilevante pericolo per l’ambiente e per l’incolumità delle persone, i quali
potrebbero manifestarsi in un breve medio periodo di tempo, in occasione
soprattutto di intense precipitazioni atmosferiche”.
MAZZARÀ SANT’ANDREA, SEQUESTRATA LA
DISCARICA PER RIFIUTI GESTITA DALLA TIRRENO AMBIENTE S.P.A.
E’ avvenuto alle 11,30 di questa
mattina a Mazzarrà Sant’Andrea. I Carabinieri della Compagnia di
Barcellona P. G. al Nucleo Operativo Ecologico di Catania hanno dato esecuzione
al decreto di sequestro emesso dal G.I.P. del Tribunale di Barcellona P. G., su
richiesta della locale Procura della Repubblica, della discarica per rifiuti
non pericolosi gestita dalla “Tirrenoambiente S.P.A.” situata in contrada
Zuppa.
Il provvedimento è stato adottato
nell’ambito delle indagini avviate dalla Procura della Repubblica diBarcellona
P. G. a seguito della relazione elaborata dalla Commissione ispettiva per
la verifica degli atti relativi alle discariche private in esercizio per
rifiuti non pericolosi site nel territorio siciliano istituita con D.A. n.
54 del 17/01/2014. Lo sviluppo delle indagini delegate ai Carabinieri, con
l’ausilio di tecnici del settore, hanno permesso di accertare la realizzazione
di lavori di sbancamento propedeutici ad un ulteriore ampliamento della
discarica in totale assenza di autorizzazioni edilizie.
E’ stato anche accertato che
l’abbancamento di rifiuti in discarica violava le prescrizioni contenute e
richiamate nei provvedimenti autorizzativi, condotta che integra il reato previsto
dall’art. 256 c. 3-4 del decreto legislativo n. 152 del 2006. Nello
specifico, sono stati conferiti in discarica oltre 1 milione di mc. di rifiuti
ulteriori rispetto ai rifiuti abbancabili. La illegittima coltivazione è
avvenuta in sopraelevazione, comportando concreto rischio di fenomeni franosi
con rilevante pericolo per l’ambiente e per la incolumità delle persone. Sulle
pareti della discarica sono state rilevate situazioni di criticità, con
fuoriuscita di percolato. E’ stato anche accertato che le acque sotterranee
della discarica presentano notevoli indici di inquinamento. Per i reati
ravvisati rispetto ai fatti di cui sopra, sono stati notificati ai tre
indagati, C. A. di anni 53, A. G. di anni 53 e I. G. di anni 61, altrettanti
avvisi di garanzia.
La discarica di Mazzarrà
Sant’Andrea (ME) è da diverso tempo al centro delle cronache anche a seguito
della condanna ad 8 anni di reclusione per concorso esterno in associazione
mafiosa dell’ex Presidente del Consiglio di Amministrazione, Sebastiano Giambò,
per fatti attinenti la carica ricoperta.
Di recente la discarica è stata
oggetto dei lavori della Commissione Parlamentare Antimafia nell’ultima visita
effettuata a Messina e Barcellona P. G
Carmelo Catania - settembre 2014
Una svolta sulla discarica dei veleni?
La commissione istituita dall’ex
assessore Marino per verificare le condizioni degli impianti privati ha sollevato
pesanti dubbi sul sito di proprietà della Tirrenoambiente. Diverse le
irregolarità riscontrate.
Quella della discarica di
contrada Zuppà, una delle tre più grandi discariche private siciliane, è una
storia lunga più di dieci anni e più volte al centro di inchieste tra
commistioni politico-affaristico-mafiose. Un’enorme collina d’argilla e
spazzatura posta a cavallo tra i comuni di Mazzarrà Sant’Andrea e Furnari, in
cui ogni giorno arrivano oltre 700 tonnellate di rifiuti prodotti da Messina e
altre provincie.
Raccolte, triturate, trasportate
e interrate dagli operai della Tirrenoambiente Spa, l’azienda guidata da
Giuseppe Antonioli che incamera circa 70.000 euro al giorno (in media ogni
tonnellata viene pagata 100 euro), una miniera d’oro per i gestori.
Nonostante la Regione abbia approvato da tempo un deliberato
che impone una distanza minima di 5 chilometri tra le discariche e i centri
abitati, l’invaso sorge ad appena 400 metri dal centro abitato di Furnari,
abitato da oltre 3 mila persone, appestando l’aria con miasmi e un fetore insopportabile,
tanto da non poter aprire le finestre nemmeno d’estate.
Potrebbe finalmente prospettarsi una svolta nella questione
dell’impianto della Tirrenoambiente.
La commissione ispettiva
Tutto comincia con la revisione,
da parte dell’assessorato regionale all’Energia, guidato ancora da Nicolò
Marino, delle autorizzazioni concesse agli operatori proprietari degli
impianti privati nella regione.
Per l’impianto di contrada Zuppà,
entrato in funzione nel 2003, è stato proposto «l’avvio del procedimento di
diniego dell’istanza di rinnovo». Nella comunicazione inviata anche all’azienda
partecipata dal comune di Mazzarrà Sant’Andrea, il dirigente regionale Marco
Lupo ricorda che il 17 gennaio 2014 «è stata costituita una commissione
ispettiva per la verifica degli atti relativi alle discariche private in
esercizio per rifiuti non pericolosi site nel territorio siciliano».
Commissione che ha sollevato
pesanti dubbi sul sito di Mazzarrà.
Le irregolarità individuate dal
pool investigativo, raccolte in una relazione conclusiva di 170 pagine
depositata lo scorso giugno, nel sito messinese riguardano la tutela
dell’ambiente e della salute e danno ragione ai cittadini di Furnari che da tempo
lamentano una serie di violazioni dal punto di vista ambientale.
Paure che sembrano avere finalmente un riscontro
ufficiale.
Carenze e violazioni
Il documento mette in rilievo
alcuni punti: l’assenza delle prescrizioni del sindaco, la «mancata
applicazione del principio di unica Aia (Autorizzazione integrata ambientale)
per uno o più impianti localizzati sullo stesso sito e gestiti dal medesimo
gestore». E poi le «difformità». Quella nel rispetto del programma di riduzione
dei rifiuti biodegradabili, la presenza di rifiuti non ammessi (come liquidi e
pneumatici), la mancanza dell’obbligo di trattamento dei rifiuti, dei piani di
gestione operativa e post operativa, sorveglianza e controllo e ripristino
ambientale. E ancora violazioni volumetriche, la mancanza di coerenza con il
piano regionale di gestione dei rifiuti.
Inoltre, «il decreto Aia
rilasciato non possiede le caratteristiche di conformità legislativa più volte
richiamata né conseguenzialmente permette l’effettuazione di controlli
efficaci sulle attività di gestione rifiuti autorizzate». Secondo le accuse della
Regione, «le attività di gestione dei rifiuti sono state svolte in difformità
ad alcune condizioni imposte nel decreto Aia, nonché in difformità al decreto
legislativo 36/03 e decreto legislativo 59/05», che normano rispettivamente la
gestione delle discariche e la riduzione dell’inquinamento.
E ancora « la legittimità
dell’atto è palesemente inficiata dall’assenza agli atti del preventivo
giudizio di compatibilità ambientale positivo» (Via), non sono conformi
l’impermeabilizzazione, e manca l’indicazione della capacità totale dell’impianto.
Non solo, il progetto della barriera di confinamento realizzata al di sotto del
corpo rifiuti non è stato trasmesso: ciò non rende possibile attestare se la
base dell’ampliamento non si attesti su aree già coltivate.
Gli ispettori inoltre fanno
notare come alcune aree intermedie fra la nuova e la vecchia discarica storica
siano «oggetto di coltivazione ed abbancamento». Le immagini tratte da Google
Earth «sembrerebbero confermare l’avvenuto sbancamento in tempi non definiti».
Infine, «non risulta che il piano
finanziario sia stato mai trasmesso ed approvato, così come le garanzie
finanziarie». Alla commissione, inoltre, «non è chiaro» se la polizza
assicurativa sia scaduta a maggio del 2012 e soprattutto se sia stata adeguata
dopo l’ampliamento.
Decisione rinviata a settembre
Tirrenoambiente, che ha
annunciato la chiusura del sito per il prossimo 31 agosto per esaurimento della
capienza, avrebbe stilato un documento con le contro deduzioni. Il prossimo 2 settembre a Palermo
è stata convocata una conferenza dei servizi alla quale è stato invitato anche
il comune di Furnari, che ottiene finalmente il riconoscimento delle proprie
ragioni.
Un appuntamento che potrebbe
essere fondamentale: se le criticità riscontrate non dovessero essere risolte,
la Regione esprimerà parere negativo al rinnovo delle autorizzazioni.
Ma i passi successivi sono messi
in dubbio dall’avvicendamento di Marino con Salvatore Calleri, considerato
vicino agli ambienti di Confindustria.
Il “modello Marino” prevedeva di
togliere il monopolio delle discariche ai privati e fare i controlli sui prezzi
di conferimento in discarica.
Ed è proprio sui rifiuti che nei
mesi scorsi l’ex assessore si è scontrato con Giuseppe Catanzaro, che di
Confindustria è vicepresidente, lanciando pesanti accuse sui presunti intrecci
con Cosa nostra scatenando una reazione fatta di querele e richieste di
risarcimento milionarie.
I timori degli abitanti di
Furnari risiedono tutti in questo legame tra il leader toscano del Megafono e
Confindustria. Associazione legata a doppio filo con il nome del gruppo
Catanzaro.
Come agirà la Regione, alla luce
di quanto evidenziato dalla commissione ispettiva?
Calleri bloccherà l’iter o – come
sperano i cittadini – agirà in continuità amministrativa?
Mazzette alla Regione
Negli stessi giorni in cui
all’assessorato si avviava l’iter del procedimento di diniego delle
autorizzazioni, la procura di Palermo portava a termine l’operazione “Terra
Mia”, ordinando l’arresto proprio dell’amministratore delegato di
Tirrenoambiente, Giuseppe Antonioli, insieme ad altri tre imprenditori della
“munnizza” (Domenico Proto della Oikos di Misterbianco, Calogero e Nicolò
Sodano, titolari della discarica Soambiente di Agrigento e del funzionario
dell’assessorato regionale al Territorio e ambiente, Gianfranco Cannova, figura
chiave di un sistema di corruzione messo in atto per raggirare il sistema di
autorizzazioni allo smaltimento dei rifiuti.
Gravi i danni ambientali
Secondo gli investigatori il
quadro di corruzione emerso è molto grave, in quanto ha messo a repentaglio la
salute pubblica e alla preservazione del territorio da gravi danni ambientali.
Nel corso delle indagini, polizia
e Noe dei carabinieri, hanno constatato che «questo settore amministrativo è
caratterizzato da una stratificazione normativa e da un complesso e macchinoso
apparato burocratico che ha consentito al funzionario infedele, pur non
rivestendo un ruolo apicale, di “giostrare” nella gestione delle procedure
connesse al rilascio dei provvedimenti, agevolando gli imprenditori e
preservandoli dall’ordinaria attività di controllo e monitoraggio della
pubblica amministrazione consentendo loro in questo modo di superare indenni
tutti i controlli.
Cannova, secondo l’accusa,
gestiva il suo ufficio come un feudo, ricevendo regalie e ingenti somme di
denaro dai diversi imprenditori che attendevano dal suo ufficio le
autorizzazioni amministrative per l’esercizio delle discariche e che si
vedevano garantire una corsia preferenziale per le loro pratiche. Il
funzionario, inoltre, avvertiva in anticipo le imprese dei controlli o le
informava del risultato di riunioni in assessorato.
Quell’Audi sospetta
Nei confronti del dipendente
regionale l’ex assessore regionale al Territorio Mariella Lo Bello aveva
presentato lo scorso marzo un esposto. Il funzionario: aveva predisposto un
atto che bloccava l’autorizzazione a una discarica di Gela. A quel punto
l’assessore Lo Bello, insospettita dallo “strano” comportamento, avvia una
serie di verifiche e salta fuori la storia di una conferenza dei servizi
convocata nel settembre 2008 e presieduta dallo stesso Cannova che
aveva rilasciato l’Autorizzazione integrata ambientale per l’ampliamento della
discarica di Mazzarrà Sant’Andrea, omettendo la vicinanza al centro abitato di
Furnari.
Nell’ottobre del 2008 il
funzionario acquista un’Audi A6 in Lombardia, in una concessionaria che faceva
riferimento all’amministratore delegato della società alla quale era stata
rilasciata l’autorizzazione. «Abbiamo così trasferito il funzionario e
presentato una denuncia sospettando un giro di tangenti per oliare alcune
pratiche piuttosto che altre, il tutto in un assessorato noto per le sue
lentezze e le improvvise accelerazioni», commentava la Lo Bello.
Inoltre, «il decreto Aia
rilasciato non possiede le caratteristiche di conformità legislativa più volte
richiamata né conseguenzialmente permette l’effettuazione di controlli
efficaci sulle attività di gestione rifiuti autorizzate». Secondo le accuse
della Regione, «le attività di gestione dei rifiuti sono state svolte in
difformità ad alcune condizioni imposte nel decreto Aia, nonché in difformità
al decreto legislativo 36/03 e decreto legislativo 59/05», che normano
rispettivamente la gestione delle discariche e la riduzione dell’inquinamento.
E ancora « la legittimità
dell’atto è palesemente inficiata dall’assenza agli atti del preventivo
giudizio di compatibilità ambientale positivo» (Via), non sono conformi
l’impermeabilizzazione, e manca l’indicazione della capacità totale dell’impianto.
Non solo, il progetto della barriera di confinamento realizzata al di sotto del
corpo rifiuti non è stato trasmesso: ciò non rende possibile attestare se la
base dell’ampliamento non si attesti su aree già coltivate.
Gli ispettori inoltre fanno
notare come alcune aree intermedie fra la nuova e la vecchia discarica storica
siano «oggetto di coltivazione ed abbancamento». Le immagini tratte da Google
Earth «sembrerebbero confermare l’avvenuto sbancamento in tempi non definiti».
Infine, «non risulta che il piano
finanziario sia stato mai trasmesso ed approvato, così come le garanzie
finanziarie». Alla commissione, inoltre, «non è chiaro» se la polizza
assicurativa sia scaduta a maggio del 2012 e soprattutto se sia stata adeguata
dopo l’ampliamento.
Decisione rinviata a
settembre
Tirrenoambiente, che ha
annunciato la chiusura del sito per il prossimo 31 agosto per esaurimento della
capienza, avrebbe stilato un documento con le contro deduzioni.
Il prossimo 2 settembre a Palermo
è stata convocata una conferenza dei servizi alla quale è stato invitato anche
il comune di Furnari, che ottiene finalmente il riconoscimento delle proprie
ragioni.
Un appuntamento che potrebbe
essere fondamentale: se le criticità riscontrate non dovessero essere risolte,
la Regione esprimerà parere negativo al rinnovo delle autorizzazioni.
Ma i passi successivi sono messi
in dubbio dall’avvicendamento di Marino con Salvatore Calleri, considerato
vicino agli ambienti di Confindustria.
Il “modello Marino” prevedeva di
togliere il monopolio delle discariche ai privati e fare i controlli sui prezzi
di conferimento in discarica.
Ed è proprio sui rifiuti che nei
mesi scorsi l’ex assessore si è scontrato con Giuseppe Catanzaro, che di
Confindustria è vicepresidente, lanciando pesanti accuse sui presunti intrecci
con Cosa nostra scatenando una reazione fatta di querele e richieste di
risarcimento milionarie.
I timori degli abitanti di
Furnari risiedono tutti in questo legame tra il leader toscano del Megafono e
Confindustria. Associazione legata a doppio filo con il nome del gruppo
Catanzaro.
Come agirà la Regione, alla luce
di quanto evidenziato dalla commissione ispettiva?
Calleri bloccherà l’iter o – come
sperano i cittadini – agirà in continuità amministrativa?
Mazzette alla Regione
Negli stessi giorni in cui
all’assessorato si avviava l’iter del procedimento di diniego delle
autorizzazioni, la procura di Palermo portava a termine l’operazione “Terra
Mia”, ordinando l’arresto proprio dell’amministratore delegato di Tirrenoambiente,
Giuseppe Antonioli, insieme ad altri tre imprenditori della “munnizza”
(Domenico Proto della Oikos di Misterbianco, Calogero e Nicolò Sodano, titolari
della discarica Soambiente di Agrigento e del funzionario dell’assessorato
regionale al Territorio e ambiente, Gianfranco Cannova, figura chiave di un
sistema di corruzione messo in atto per raggirare il sistema di autorizzazioni
allo smaltimento dei rifiuti.
Gravi i danni ambientali
Secondo gli investigatori il
quadro di corruzione emerso è molto grave, in quanto ha messo a repentaglio la
salute pubblica e alla preservazione del territorio da gravi danni ambientali.
Nel corso delle indagini, polizia
e Noe dei carabinieri, hanno constatato che «questo settore amministrativo è
caratterizzato da una stratificazione normativa e da un complesso e macchinoso
apparato burocratico che ha consentito al funzionario infedele, pur non
rivestendo un ruolo apicale, di “giostrare” nella gestione delle procedure
connesse al rilascio dei provvedimenti, agevolando gli imprenditori e
preservandoli dall’ordinaria attività di controllo e monitoraggio della
pubblica amministrazione consentendo loro in questo modo di superare indenni
tutti i controlli.
Cannova, secondo l’accusa,
gestiva il suo ufficio come un feudo, ricevendo regalie e ingenti somme di
denaro dai diversi imprenditori che attendevano dal suo ufficio le
autorizzazioni amministrative per l’esercizio delle discariche e che si
vedevano garantire una corsia preferenziale per le loro pratiche. Il
funzionario, inoltre, avvertiva in anticipo le imprese dei controlli o le
informava del risultato di riunioni in assessorato.
Quell’Audi sospetta
Nei confronti del dipendente
regionale l’ex assessore regionale al Territorio Mariella Lo Bello aveva
presentato lo scorso marzo un esposto. Il funzionario: aveva predisposto un
atto che bloccava l’autorizzazione a una discarica di Gela. A quel punto
l’assessore Lo Bello, insospettita dallo “strano” comportamento, avvia una
serie di verifiche e salta fuori la storia di una conferenza dei servizi
convocata nel settembre 2008 e presieduta dallo stesso Cannova che aveva
rilasciato l’Autorizzazione integrata ambientale per l’ampliamento della
discarica di Mazzarrà Sant’Andrea, omettendo la vicinanza al centro abitato di
Furnari.
Nell’ottobre del 2008 il
funzionario acquista un’Audi A6 in Lombardia, in una concessionaria che faceva
riferimento all’amministratore delegato della società alla quale era stata
rilasciata l’autorizzazione. «Abbiamo così trasferito il funzionario e presentato
una denuncia sospettando un giro di tangenti per oliare alcune pratiche
piuttosto che altre, il tutto in un assessorato noto per le sue lentezze e le
improvvise accelerazioni», commentava la Lo Bello.
CANNOVA ORDINANZA DI CUSTODIA CAUTELARE CANNOVA ARCHITETTO
GIANFRANCO 7485 11 10308 11 ORDINANZA-CANNOVA-PROTO-F.LLI-SODANO
CANNOVA
ORDINANZA DI CUSTODIA CAUTELARE CANNOVA ARCHITETTO GIANFRANCO 7485 11 10308 11
ORDINANZA-CANNOVA-PR... by Pino Ciampolillo
REGIONE, BANCOMAT DELLA CORRUZIONE: IN UN ANNO CENTO MILIONI
DI TANGENTI
Dalla pubblicità all'energia: ecco perché nell'Isola dilaga
il malaffare
di ANTONIO FRASCHILLA
TANGENTI e malaffare per oltre 100 milioni di euro in poco
più di un anno nell'isola del tesoro. Nel mirino la Regione, che si sta
rivelando sempre di più il cuore di un sistema che garantisce truffe da
capogiro tra mazzette e scarsi controlli. Seguono a ruota Comuni e altri enti
locali: complessivamente, negli ultimi sedici mesi soltanto la Guardia di
finanza ha segnalato frodi per 520 milioni e danni erariali per 826 milioni.
Rifiuti, energia, formazione, sanità, finanziamenti Ue sono i settori più
aggrediti perché bancomat perfetti per affari milionari. "Una nuova
tangentopoli, il regno della manciugghia", ha detto il governatore Rosario
Crocetta. Un malaffare che continua però a espandersi, in particolare proprio
nei corridoi dell'amministrazione regionale, con funzionari coinvolti in indagini
e vicende poco chiare tutti rimasti spesso al loro posto nonostante annunci
mediatici di rotazioni e trasferimenti, e con politici, più che chiacchierati,
che siedono in maggioranza.
Una cosa comunque è certa: i numeri forniti dal comando regionale della Guardia di finanza guidato dal generale Ignazio Gibilaro sono impressionanti e lanciano l'allarme sulla corruzione in Sicilia, che vede la Regione cuore pulsante di questo mondo nero. Basta leggere le cronache delle indagini principali in corso delle Procure dell'isola sui fondi del Ciapi utilizzati per pagare i politici, le tangenti versate da imprenditori a deputati regionali per oliare le pratiche in materia di energia, le mazzette garantite dai re dei rifiuti per avere le autorizzazioni ambientali, gli enti di formazione in mano agli onorevoli e, nel mezzo, funzionari e dipendenti pubblici corrotti, nella peggiore della ipotesi, distratti nella migliore. Mentre la politica sembra confusa e annuncia riforme su riforme senza andare al dunque: lo scenario migliore per chi vuole continuare a fare affari illeciti all'ombra di Palazzo d'Orleans e dei Comuni dell'Isola. Cioè dei siciliani.
Una cosa comunque è certa: i numeri forniti dal comando regionale della Guardia di finanza guidato dal generale Ignazio Gibilaro sono impressionanti e lanciano l'allarme sulla corruzione in Sicilia, che vede la Regione cuore pulsante di questo mondo nero. Basta leggere le cronache delle indagini principali in corso delle Procure dell'isola sui fondi del Ciapi utilizzati per pagare i politici, le tangenti versate da imprenditori a deputati regionali per oliare le pratiche in materia di energia, le mazzette garantite dai re dei rifiuti per avere le autorizzazioni ambientali, gli enti di formazione in mano agli onorevoli e, nel mezzo, funzionari e dipendenti pubblici corrotti, nella peggiore della ipotesi, distratti nella migliore. Mentre la politica sembra confusa e annuncia riforme su riforme senza andare al dunque: lo scenario migliore per chi vuole continuare a fare affari illeciti all'ombra di Palazzo d'Orleans e dei Comuni dell'Isola. Cioè dei siciliani.
AFFARI, TANGENTI E LOBBY IL SISTEMA
RIFIUTI NELL'ISOLA COSTA UN MILIARDO L'ANNO
ANTONIO FRASCHILLA
ECCO il risultato di anni di mala gestio in un comparto chiave
per la salute dei cittadini e il rispetto dell'ambiente: un sistema di
smaltimento poco compatibile e un costo che è pari a 200 euro a siciliano,
neonati compresi, contro i 190 del Lazio e i 111 euro della Lombardia. Il tutto
mentre non ci sono abbastanza impianti per la differenziata, che non a caso
vede l'Isola ultima nel Paese con meno del 10 per cento, con conseguente
rischio di condanne dell'Unione europea.
Al di là delle indagini giudiziarie, che stanno alzando il velo
su tangenti, legami pericolosi con la politica e pressioni
sull'amministrazione, e hanno portato agli arresti di due amministratori di
discariche, dell'Oikos e della Tirreno ambiente, il sistema dei rifiuti in
Sicilia dopo quasi quindici anni di cattiva gestione è adesso quasi al collasso
e non è più economicamente sostenibile. Al momento i rifiuti siciliani per il
90 per cento finiscono in quattro discariche: oltre a quelle citate, vanno nei
siti della Sicula Trasporti e della Catanzaro. La Sicilia è attraversata da
compattatori stracolmi di rifiuti. A esempio, da Termini Imerese i mezzi
partono alla volta di Mazzarà Sant'Andrea (dove per conferire la tariffa è di
90 euro a tonnellata) oppure a Motta San'Anastasia (102 euro a tonnellata),
compiendo più di 300 chilometri tra andata e ritorno. A Bagheria da qualche
giorno gli autocompattatori carichi di rifiuti vanno a scaricare a Siculiana
nel sito gestito dalla ditta Catanzaro Costruzioni. «Il servizio reso a
Siculiana ha un costo di 78 euro per tonnellata di rifiuto contro il costo
sostenuto per andare a scaricare a Catania di 140 euro per tonnellata», ha
detto il sindaco grillino Patrizio Cinque. In media comun- que il costo per
conferire i rifiuti nelle quattro discariche siciliane private costa 100 euro a
tonnellata.
Considerando i rifiuti prodotti ogni hanno dai siciliani, pari a
2,5 milioni di tonnellate, e che di questi ben il 90 per cento finisce sotto
terra, il costo complessivo è di 250 milioni di euro all'anno. A questa cifra
occorre aggiungere la spesa per i 13 mila addetti al servizio, in gran parte
assunti negli anni d'oro degli Ato che, chiaramente, hanno accumulato un
miliardo di euro di debiti. Nell'Isola c'è un operatore ogni 398 abitanti,
contro l'uno ogni mille di Treviso e una media nazionale di un addetto per 680
abitanti.
Dal 2003 è scattata una corsa folle ad assumere personale,
spesso a ridosso di tornate elettorali, e i nodi sono venuti al pettine negli
ultimi anni. Oggi questi stipendi costano circa 520 milioni di euro all'anno.
Ma le spese del sistema rifiuti siciliano non finisco qui. A
queste cifre occorre aggiungere anche il 30 per cento di spese che va per oneri
di gestione, manutenzione e acquisti di attrezzature: altri 200 milioni di euro
all'anno. Il totale fa 970 milioni di euro all'anno, circa un miliardo. A
fronte di questa mole di costi, i tributi riscossi dagli enti locali per lo
smaltimento dei rifiuti Tarsu o Tia, ammontano a 650 milioni di euro. Quindi
ogni anno il sistema accumula debiti per oltre 300 milioni di euro: oggi tra
Ato e Comuni, il debito nei confronti delle imprese pubbliche e private che
lavorano nel comparto è salito così a 1,5 miliardi di euro, nonostante i 600
milioni di euro di fondi regionali bruciati negli ultimi anni attraverso il
cosiddetto fondo di rotazione istituito proprio per aiutare i Comuni.
Insomma, costi elevati e una macchina mangiasoldi perfetta. Ecco
il sistema della spazzatura in Sicilia, mentre la magistratura indaga sulle
tangenti e il ruolo della politica. Nel frattempo il piano rifiuti rimane in
gran parte incompiuto: i Comuni non hanno i soldi per avviare la differenziata
e dopo la fine dell'emergenza, con annesso commissariamento affidato alla
Regione, dovrebbero essere le nuove Srr ad investire negli impianti. Sì, ma con
quali fondi? Fino a quando i rifiuti andranno a finire solo nelle discariche?
Il governo Crocetta ha dichiarato guerra ai privati coinvolti nelle indagini e
minaccia di requisire le discariche. Ma quali sono i programmi del governo per cambiare
questo sistema?
Dopo gli ultimi arresti il governo Crocetta ha dichiarato guerra
ai privati Ogni dodici mesi si accumulano debiti per trecento milioni di euro
GLI OPERATORI
In Sicilia c'è un operatore ogni 398 abitanti Da sinistra, una
discarica e Palazzo d'Orleans
APPALTI E INCHIESTE, IL RITARDO DELLA POLITICA
Salvo
Toscano
Con le indagini su discariche e fotovoltaico, gli inquirenti
arrivano prima della politica, malgrado i tanti campanelli d'allarme suonati in
questi anni. Serve un intervento deciso sulla burocrazia. Ma anche le imprese
hanno qualcosa su cui riflettere, a partire dalla "convenienza" della
legalità
PALERMO – L'ultimo annuncio in
ordine di tempo risale a oggi, quando il presidente Rosario Crocetta ha detto
che sarà creata “una
banca dati on line, il cui accesso sarà riservato alle forze dell'ordine e alla
magistratura, con tutte le informazioni relative agli appalti pubblici della
Regione". Ma la settimana horribilis per la Regione, con due inchieste
che hanno fatto tremare il Palazzo, quella sulle discariche e
quella sul fotovoltaico,
promette strascichi. Le indagini hanno svelato presunti incroci pericolosi tra
burocrazia e affari, storie di tangenti e promiscuità – tutte, sia chiaro,
ancora da dimostrare in sede giudiziaria – che gettano più di un'ombra sulla
burocrazia regionale. Storie che affondano le proprie radici in quella matassa
ingarbugliata di norme e codicilli, in quel labirinto nel quale non perdersi,
per cittadini e imprese, è pratica non semplice, in quel pantano in cui le
poche certezze fanno il gioco di disonesti e avidi a scapito del diritto.
Colpisce, nelle cronache di
questi giorni, la corsa dei politici per piazzarsi primi nel gioco del “l'avevo
detto io”. Tanti si sono iscritti, eppure resta il fatto che fino
all'intervento della magistratura, lo status quo, per esempio sulla vicenda
delle discariche, era rimasto quasi intatto. “La Procura è arrivata a
conclusioni che la politica non ha saputo trarre: ha fatto prima delle
istituzioni politiche”, ha
sintetizzato in un'intervista a Livesicilia il deputato del Pd Anthony
Barbagallo.
Eppure, i campanelli d'allarme
erano suonati abbondanti, dentro e fuori dal Palazzo. Sul fronte delle
energie alternative, ad esempio, una relazione dell'assessorato all'Energia
aveva sollevato già forti perplessità sulle procedure per
l'autorizzazione per la realizzazione degli impianti alimentati da fonti
rinnovabili, dipingendo un quadro a dir poco caotico degli uffici. Quanto alla
vicenda rifiuti, basta sfogliare le collezioni dei giornali. Solo pochi mesi
fa, a marzo, era stata la Fit Cisl a chiedere maggiore trasparenza nel settore,
invitando la commissione Antimafia “a rendere pubblico subito l'esito dei
controlli antimafia sulle imprese che gestiscono le discariche in Sicilia, a
partire da quelle pubbliche guidate da politici che pertanto devono dare per
primi l'esempio”. Prima ancora c'erano state le esternazioni – con tanto di
polemiche interne alla giunta – degli assessori Nicolò Marino e Mariella Lo
Bello. Già a dicembre del 2010, sul Sole 24 Ore la Confindustria
siciliana denunciava come nell'Isola si rilasciassero autorizzazioni in materia
di protezione ambientale senza accertarsi che le aziende richiedenti avessero
le carte in regola per averle. Passava un anno, e nel settembre del 2011 lo
stesso vicepresidente degli industriali Giuseppe Catanzaro, imprenditore del
settore, tornava alla carica, parlando al Giornale di Sicilia di
“resistenze di pezzi malati di burocrazia e della politica che impediscono il
cambiamento”, denunciando ritardi nell'informatizzare le procedure e a lasciare
traccia di ciò che si è fatto. Nella stessa intervista Catanzaro lamentava: “Si
spendono i fondi europei per comperare un sistema informatico di gestione delle
pratiche, il Sivvi, di cui ad oggi non c’è alcuna applicazione”, aggiungeva
l'imprenditore.
Il Sivvi è un sistema informativo
di valutazione di impatto ambientalerealizzato da Sicilia e-Servizi e Sicilia
e-innovazione con i fondi europei, presentato in pompa magna nel giugno 2009
con una conferenza stampa a cui presero parte tra gli altri l'allora assessore
Pippo Sorbello e la dirigente Rossana Interlandi. Doveva assicurare trasparenza
nelle procedure. Lo si è cominciato usare solo nel 2011, ma in assessorato non
pare sia troppo apprezzato, malgrado – spiega il dirigente generale del
dipartimento Ambiente Gaetano Gullo – “all'epoca vi furono spesi 900 mila
euro”. La digitalizzazione, spiega lo stesso Gullo, comunque c'è, sia
attraverso Sivvi, sia per mezzo di un software realizzato da risorse interne
che permette consultando quest'indirizzo di
seguire l'iter delle pratiche su pagine excel.
Software o non software, il quadro emerso dalle ultime inchieste richiede alla politica una tempestività e una decisione nell'intervenire che fin qui non si è vista a sufficienza. E questo al di là dei proclami e dei data base da mettere a servizio degli investigatori. Servono piuttosto misure che davvero semplifichino gli iter burocratici garantendo trasparenza e criteri oggettivi e certi, interventi volti a evitare che si creino “regni” troppo lunghi negli uffici pubblici per mezzo di rotazioni mirate (che non degenerino nel caos), ogni sforzo possibile volto a evitare occasioni di contatti diretti tra uffici e ditte, e in ultimo sanzioni severe per i dipendenti infedeli, premiando invece i meritevoli e preservando questi ultimi da generalizzazioni. Insomma, occorre che la politica ristabilisca il suo primato sulla burocrazia, che da tempo ormai s'è ridotto invece alla sola attività di spartizione delle poltrone più pesanti secondo criteri di appartenenza.
Ma d'altra parte, anche per le imprese (e non solo per la politica) le inchieste di questa settimana offrono senz'altro spunti di riflessione. Un passaggio interessante dell'ordinanza è la conversazione tra due imprenditori coinvolti nell'indagine, Calogero e Giovanni Sodano. Parlando di presunte richieste di denaro da Gianfranco Cannova, il funzionario al centro dell'inchiesta, i due commentavano: “Ora il dottore (Cannova, ndr) ci racconta le solite minchiate... che vuole soldi... non dobbiamo dare più niente noi... non ci credo che Catanzaro molla una lira per... per... per avere queste discariche... neanche una lira...”. “Sì...”. “E il primo che si permette a dirgli dammi mille lire quello lo denuncia... noi troppo esagerati siamo stati...”. Un passaggio che fa riferimento al già citato vicepresidente degli industriali siciliani e che sembra dar forza alla scuola di pensiero, forse ancora minoritaria, della "legalità conveniente", per la quale - proprio come accade nei confronti degli estorsori di Cosa nostra - la denuncia alle autorità è la migliore e più efficace difesa per tenere alla larga eventuali corrotti e concussori.
RIFIUTI ED ENERGIA, TANGENTOPOLI DI SICILIA
di Rosario Battiato
Gli ultimi due capitoli:
l'operazione Terra Mia e le presunti tangenti per la costruzione del parco
fotovoltaico di Monreale. Nei due settori gli interessi di criminalità
organizzata, malaffare e corruzione. Un sistema denunciato da anni e mai
colpito
|
PALERMO – In Sicilia, i rifiuti e
l'energia sono due panieri ricchi di risorse e braccati da interessi milionari
non sempre trasparenti. Nessuno stupore, pertanto, se proprio in questi settori
si sono annidati gli scandali della nuova tangentopoli siciliana. La storia
dell'Isola è ricca di esempi, ma i fatti più recenti hanno riguardato
l'inchiesta Terra Mia e l'affare del parco fotovoltaico di Monreale.
Come tanti altri avevano fatto
prima di lui, anche l'assessore regionale all'Energia, Salvatore Calleri,
ha tuonato contro la corruzione nella Pubblica amministrazione e ha ribadito
l'impegno dei suoi uffici nel solco tracciato dal suo predecessore, Nicolò
Marino, che in maniera incisiva aveva agito per rimodulare il potere delle
discariche private nella direzione della legalità e della trasparenza e per
normare un settore strategico per l'energia verde come l'eolico.
Prima di lui anche Giosuè Marino
e Pier Carmelo Russo, entrambi assessori all'Energia durante il governo
Lombardo, avevano espresso diverse e, in alcuni casi, ben documentate
perplessità. Lo stesso governatore aveva sottolineato nel febbraio del 2010 in
audizione alla Commissione parlamentare sui rifiuti, e poi in aprile all'Ars,
che c'era un forte appetito della mafia “intorno alla gestione dei rifiuti”. E
le operazioni che si sono susseguite in questi anni hanno confermato un lato
oscuro sin troppo conosciuto: dall'affare dei termovalorizzatori alle
discariche abusive nelle miniere abbandonate di Sicilia, dall'operazione
"Trash" di Bronte del 2008 fino alla “Nuova Ionia” del 2013.
Solo qualche esempio pescato nel
mare del malaffare che ruota attorno ai rifiuti e che nei giorni scorsi ha
portato alla luce l'ennesimo scandalo che arriverebbe fino alla Regione con
l'operazione Terra Mia, un certosino lavoro di intercettazioni che fa risalire
alcune delle registrazioni più importanti al 2012.
Salvatore Calleri, che viene
proprio da una roccaforte di legalità come la Fondazione Caponnetto, non ha
voluto essere da meno dei suoi predecessori e nei giorni scorsi ha rilanciato.
“Per quanto riguarda la discariche il mio assessorato - ha spiegato - ho
disposto la chiusura della Oikos Spa di Motta Sant'Anastasia. Entro pochi mesi
abbiamo le gare d'appalto per le discariche pubbliche. Abbiamo, inoltre,
revocato l'autorizzazione alla ditta So Ambiente srl di Agrigento, dove avevamo
avuto un'informazione prefettizia negativa. Per quanto riguarda Tirreno
Ambiente, che si trova vicino Barcellona, siamo intervenuti”. Altri interventi
hanno riguardato la discarica di Sant'Agata di Militello “per situazioni di cui
sono venuto a conoscenza che potrebbero avere rilievi penali” e dei quali
sarebbe stato interessato il procuratore Leonardo Agueci”.
Azioni lodevoli, ma c'è
evidentemente un problema di funzionamento della macchina burocratica. Lo ha
ammesso implicitamente lo stesso Rosario Crocetta rispondendo risposto ai
cronisti che chiedevano le motivazioni del rientro al posto originario in circa
un mese e mezzo del funzionario dell'assessorato al Territorio, Gianfranco
Cannova, da venerdì ai domiciliari in quanto coinvolto nell'inchiesta, che era
stato trasferito ad altro ufficio così come disposto dal governo regionale lo
scorso anno con il provvedimento di rotazione dei dirigenti. Netta la riposta:
“Avevo dato disposizione che i dirigenti trasferiti non dovevano tornare nei
settori dai quali erano stati provenivano”. Perché chi doveva eseguire questo
ordine non l'ha fatto?
Capitolo energia. Anche qui
la Sicilia non si è mai fatta mancare nulla: dall'operazione “Broken wings” che
ha messo nel mirino il re dell'eolico Nicastri ritenuto vicino al
superlatitante Matteo Messina Denaro al primo scandalo fotovoltaico, il
processo è in corso, che ha coinvolto i deputati Vitrano e Bonomo. Il
fotovoltaico si è concesso un bis nei giorni scorsi dopo che la Guardia di
Finanza di Napoli, nell'ambito di un'indagine sulla maxi evasione fiscale di
due imprenditori toscani, aveva intercettato un giro di mazzette che riguardava
la realizzazione del parco fotovoltaico di Monreale. Coinvolti l'ex assessore,
oggi deputato coi democratici riformisti, Pippo Gianni, e il dirigente Martino
Russo, indagati per corruzione, e Francesco Marcenò, dirigente regionale indagata
per abuso d'ufficio. Per i funzionari previsto un provvedimento di sospensione.
Cannova
Ordinanza Di Custodia Cautelare Cannova Architetto Gianfranco 7485 11 10308 11
Ordinanza-cannova-pr... by Pino Ciampolillo
Cannova
Architetto Gianfranco Intercettazioni Ambientali Paduano Valeriaordinanza
Custodia Cautelare Cannov... by Pino Ciampolillo
ASSESSORI CONTRO DURO SCONTRO TRA M
marino-e-lo-bello-14-marzo-2014
CUFFARO
ALLA COMMISSIONE PARLAMENTARE RIFIUTI... di isolapulita Cuffaro Genchi Pellerito e i 4
Termovalorizzatori
Cuffaro
Genchi Pellerito e i 4 Termovalorizzatori di isolapulita Comm.Parlamentare RIfiuti Cuffaro
Genchi
LUGLIO 2007 Comm.Parlamentare
RIfiuti Cuffaro Genchi Luglio... di isolapulita
Cannova conversando
telefonicamente con sua moglie Valeria Paduano le confidava che aveva la
disponibilità di un’autovettura “Della ditta”, una locuzione riferita alla
“ditta” del Proto esternata in modo così confidenziale da ingenerare qualche
confusione persino nella stessa moglie dell’indagato benché fosse anche lei a
conoscenza della “familiarità” dei rapporti del marito con l’imprenditore
catanese:
V: E poi a Rimini come ci vai?
G: C'è una macchina che mi aspetta.
V: Di chi? G: Della Ditta.
V: Quale Ditta?
G: Di tua sorella... minchia.. !
V: Quale Ditta è? G: Sei scema?
V: Che Ditta è non lo so.
G: Quella di Mimmo.!”.
Cannova di sfruttare la sua “compromettente” amicizia con il
Proto anche per “sistemare”, almeno in un prossimo futuro, il figlio
Paolo:
G: Infatti è probabile, probabile che poi Paolo lo mettiamo
a lavorare lì.
V: Si tu sei convinto, lo devi mettere a lavorare
lì...vediamo le cose come vanno... ancora non si sa niente... la crisi tu già
pensi a Paolo dove lo devi mettere a lavorare.
G: Sarebbe una buona oppurtunità..
V: Per ora fagli prende sto diploma...che è ancora
all'inizio, ho paura che..
G: Poi a casa, anche quando va a Catania, è a due ore
di strada..
GRAND HOTEL RIMINI allegata in atti, che attesta che la
società OIKOS s.p.a. ha sborsato per il soggiorno del Cannova la somma
complessiva di euro 717,00 carta credito Master Card n. 5529 7500
7810 4933 intestata a Domenico Proto.
P: Senti, ma Mimmo almeno qualcosa te la esce per questa
cosa che hai fatto?....Quanto? ..Te li ha dati? ..DIECI? … Meno male che c’è
lui!!perche’ con questo……Quanto ti costano questi, omissis.”, ricevendo dal
marito la seguente emblematica riposta di assenso: “
G: Se ne fotte lui dei soldi.”.
Hotel Baja Verde, di cui sopra si è detto:
P: Io mi spavento.. io ti ho sempre detto stai attento con
Mimmo perché io sono sicura che lui ha troppe attività, troppe cose, io..eee..
quando una prende soldi facili, prima o poi le paghi…
G: Ma che vuoi dire?
P: A me dispiace per lui ma prescindere perché con noi si è
sempre comportato bene.
G: Che vuoi dire non ho capito..
P: Che mi spaventa l’arresto..
G: Spaventati!
P: Che hai i cazzi pure tu,
cominciano a fare.. ci sono intercettazioni che andiamo al Baia Verde, andiamo
qua.. andiamo là.. anche ste cose, io proprio oggi pensavo mi sarebbe piaciuto
andare a Taormina, ora anche ora, a Capo Taormina, però ci dobbiamo un po’
limitare, tu sei troppo leggero nelle tue cose.
G: Limitati, ci vado solo
P: Dove?
G: A Capo Taormina.
La preoccupazione della moglie del Cannova di giustificare
il loro tenore di vita va anche posto in relazione al fatto che
dall’accertamento bancario esperito sui conti correnti del Cannova e di Paduano
Valeria tra l’altro risulta che nel
conto Unicredit, n. 300508486,
intestato alla Paduano,
il saldo finale a giugno 2012 ammontava ad euro
200.732,10,
mentre negli anni precedenti risultavano i seguenti
saldi:
anno 2011 euro 459.335,25;
anno 2010 euro 35.918,18;
anno 2009 euro 8.301,80;
anno 2008 euro 56.960,04;
anno 2007 euro 11.637,98
Lo scellerato patto criminale viene, come da trascrizioni
telefoniche che seguono, consumato, nella specie, con la rivelazione di segreti
d’ufficio da parte del CANNOVA al PROTO e, di converso, con la dazione, da
parte dell’imprenditore, di denaro contante, regalie di vario tipo al funzionario
infedele per le sue indebite prestazioni finalizzate ad agevolarlo negli atti
amministrativi che riguardano la sua società. Si specifica che gli atti oggetto
del mercimonio sono di competenza dell’ufficio regionale del CANNOVA, il quale
sperava nella futura assunzione del figlio adottivo Paolo nelle società del
PROTO al compimento della maggiore età, come poi lo stesso CANNOVA rivelerà a
sua moglie Paduano Valeria.
In particolare, CANNOVA, una volta venuto a conoscenza
dell’intenzione di revocare l’A.I.A. alla società del PROTO, immediatamente
rivelava la notizia al diretto interessato affinché questi potesse correre ai
ripari, muovendo eventualmente proprie conoscenze e amicizie, tra cui quella
con l’allora Governatore della Regione, Raffaele Lombardo (in quel periodo
Commissario Straordinario all’emergenza rifiuti per la Sicilia), il quale lo
riceverà privatamente, come poi racconterà il PROTO stesso in un
intercettazione più avanti riportata.
Ovviamente PROTO, come è stato documentalmente accertato
(vedi infra) ha pagato gran parte delle spese di viaggio
sostenute a Rimini da CANNOVA, a mezzo di carta di credito a lui
stesso intestata (Mastercard nr.5529 75007810 4933 con scadenza del 05.2013).
Nella specie, Domenico PROTO si è fatto carico delle spese
sostenute da CANNOVA durante la permanenza a Rimini (dal 09/11/2011
all’11/11/2011), ed particolare:
− l’autonoleggio di un’autovettura marca Passat 2000 TDI SW,
targata EH 746 YG, costata nel periodo di riferimento al Proto € 229,45, di cui
€ 149,46 a mezzo voucher pagato dal PROTO e € 79,99 dal CANNOVA con carta di
credito, autovettura direttamente data in consegna al CANNOVA, il quale nella
bolla di consegna figura quale “dipendente della Oikos Spa ”
− i costi alberghieri sostenuti, pagati da PROTO con la
carta di credito sopra riportata, spendendo stavolta complessivamente per il
solo CANNOVA € 717, dichiarazione a firma del direttore dell’Albergo
“Grand Hotel” di Rimini);
− le spese del biglietto aereo del CANNOVA da Palermo a
Bologna A/R compagnia Alitalia, del costo complessivo di € 486,46, pagato con
carta di credito di PROTO
In una conversazione Cannova ha avvisato PROTO della
prossima emissione del decreto di annullamento dell’AIA per la sua società;
CANNOVA, poi, violando qualsiasi dovere di segretezza d’ufficio, si preoccupava
di inviare all’imprenditore catanese il documento a mezzo fax, cosa che poi di
fatto non avveniva poiché, in conversazione telefonica successiva, CANNOVA
diceva a PROTO che il documento lo avrebbe portato con sé e glielo avrebbe
fatto leggere in occasione del viaggio a Rimini.
P: PROTO Domenico
S: SUDANO Domenico
S: Pronto?
P: Senatore!
S: Pronto? Ehi, Mimmuzzo!
P: Come stai, senatore, come stai?
S: Come stai tu? Mi fanno battagliare... mi fanno
battagliare, Mimmo, però va' bene và..!
P: Come, come, come ti fanno...
S: Come stai tu?
P: Chi è costui, che lo uccido! chi è costui, che lo uccido!
S: Eh eh eh.. no, abbiamo predisposto già la risposta e
martedì la firma Berlusconi, quindi, da martedì in poi, nel giro di dieci
giorni, otto giorni, dovremmo chiudere sta partita, dai, se Dio vuole...
P: Ah ah ah ah....! Avanti, dai! Ci facciamo il SANTO
NATALE, eh eh eh..
S: Avanti, va' bene, ve bene. Tutto bene tu?
P: Tutto bene, si si, tutto bene, volevo sentire la tua voce
e la volevo sentire bella, carica, come la sto sentendo ora!
S: Si si si,.. (incompr.).. io sono lottatore, Mimmo, dai!
P: Nel giusto! Noi, nel giusto sempre!
S: Nel giusto! Sempre nel giusto...
P: Nel giusto!
S: Sempre nel giusto… Sempre nel giusto. Va' bene Mimmuzzo
(incompr.)
P: Un bacio grosso,un bacio grosso, allora, ok?
S: Grazie, ci vediamo, ciao gioia, ciao, un bacio ciao.
C:CANNOVA GIANFRANCO (CHIAMANTE)
P:PROTO DOMENICO (CHIAMATO)
P: Gianfranco?
C: Ehilà! Mimmuzzo!
P: Allora, ti hanno mandato il messaggino?
C: No!
P: Non ti è apparso...
C: No!
P: Ti ho messo partenza da Catania, vedi... perché se no
dovevi...
C: incomprensibile
P: Ho messo partenza da Catania se no dovevi partire
all'una, mi sembra, alle dodici e trenta...
C: Si... eh... aspé un minuto Mimmo però... io posso partire
mercoledì!
P: Ah!
C: Perché tu mi avevi detto che partivamo mercoledì e invece
ora Veronica mi ha detto che partite merco... martedì!
P: Noi si mercoledì...
C: incomprensibile
P: ... noi, vabbé e ti par... parti un altro giorno allora,
scusa.
C: E questo infatti volevo post...
P: Fai una cosa, parla con Veronica, eh.... dagli...
dagli l'input qual'è la disponibilità e ti faccio cambiare tutte cose.
C: Oh! Un'altra cosa e... a questo punto rientriamo giovedì
tutti assieme oppure noi ci tratteniamo fino a venerdì? Tu come sei messo?
P: No, io venerdì mattina c'ho, alla Sicilia a Catania,
appuntamento con.... giornale, dobbiamo fare delle dichiarazioni.
C: Ho capito!
P: Se no incomprensibile ...
C: Mimmo?
P: Si, ti sento!
C: Senti, vedi che è arrivato l'altro documento che
praticamente parla di nuovo di e.... annullamento del decreto AIA nei confronti
di OIKOS... ora faccio i fax e glieli faccio arrivare a Veronica, quindi questa
cosa continua, è quella del direttore, pensavo fosse finita e invece continua.
Hai capito?... Pronto?... Pronto?...
(VOL. II aff. 131 ss)
C: CANNOVA Gianfranco (CHIAMANTE)
P: PROTO Domenico (CHIAMATO)
P: Gianfranco?
C: Ehi, Mimmo, ti stavo dicendo, ti devo trasmett...
P: In ufficio, dico? Sei in ufficio?
C: No, per ora no, sono... ora devo rientr... ora rientro,
comunque, perchè devo andare a fare questi fax……….eve arrivare…..
P: Mmh... Da parte di chi arriva questo documento?
C: Da parte del direttore, che, praticamente, gli ha
scritto l'ufficio di gabinetto dell'assessore, perchè ha avuto la richiesta da
parte della Prefettura. Ufficio di presidenza, segreteria tecnica, da parte del
presidente..ehm... della.. della regione.
P: Ma è il direttore che scrive?
C: Si!
P: Cioè, ZUCCARELLO Scrive?
C: No! ZUCCARELLO non è direttore, non cominciamo!
P: Allora chi è, scusa?
C: Scrive ARNONE! Perchè vuole risposta la MONTEROSSO,
Patrizia MONTEROSSO6, ch'è il capo di gabinetto di LOMBARDO.
P: Ho capito! Va' beh, questo... questo...
C: Te lo faccio arrivare tramite fax.. ehm... stasera
vattelo a prendere in ufficio.
P: Va' bene.
C: Va' bene?
P: Va' bene Gianfranco.
Quindi, di seguito la telefonata e l’sms che il
segretario particolare di Domenico PROTO, Giuseppe Arcidiacono, fa a CANNOVA
per confermargli gli orari di partenza per Rimini. In questa conversazione
telefonica il Cannova chiedeva che gli venisse messa a disposizione
un’autovettura.
A: Giuseppe ARCIDIACONO (CHIAMANTE)
C: Gianfranco CANNOVA (CHIAMATO)
C: Giuseppe!
A: Si, architetto, buongiorno!
C: Buongiorno.
A: Ha ricevuto il messaggio? Io ho chiuso perche le stavo
scrivendo il messaggio, in pratica.
C: No, Giusè, non è arrivato ancora.
A: Comunque, gliel'ho inviato ora. In pratica è
confermata quella partenza che mi diceva lei, nove-undici, va' bene?
C: Eh! Nove-undici... L'orario?
A: Parte il nove e rientra l'undici, l'orario quello
che diceva lei. Va' bene?
C: Ah, va' bene. Va' bene, ok.
A: Ok? c'è messo numero di prenotazione e tutto....
C: La macchina, Giuseppe? Per la macchina?
A: Per la macchina poi... poi si senta col presidente
C: Eh e quando, lui...
A: O la vuole prenotata? Non lo so, per me è come dice
lei.
C: Lui che ha detto?
A: Non lo so, io a lui non... Ora, ora ... ora ne parlo col
presidente e glielo faccio sapere, va' bene?
C: Eh, me lo faccia sapere, perchè se no sono a piedi,
poi...
A: Va' bene, ok, va' bene...
C: E' lì il presidente?
A: No, il presidente non c'è. Dovrebbe venire, non lo so...
C: E deve venire, perche probabilmente deve prendere a
cosa...a Veronica
A: Va' bene?
C: Ok, aspetto a lei, allora, Giuseppe
A: Ok, grazie. Arrivederci.
C: Arrivederci
A seguire una conversazione tra CANNOVA e sua moglie Paduano
Valeria, in cui il primo confida nella possibilità che un giorno il figlio
Paolo possa lavorare per il Proto:
(VOL. II aff. 141 ss)
Progressivo n°: 6064 Data : 09/11/2011 Ora : 16:05:38 Durata
: 0:02:52
G: CANNOVA Gianfranco (CHIAMANTE)
V: PADUANO Valeria (CHIAMATA)
V: Pronto.
G: Vale..
V: Ma sei partito, dove sei?
G: In piscina... non devo collocare tutti e due prima..
V: Ma parti alle cinque?Sei in ritardo.
G: No alle cinque in aereoporto.
V: E a che ora parti?
G: Alle sette meno dieci.
V: Come?
G: Sette meno dieci.
V: Sette meno dieci?
G: Si.
V: Cioè arrivi là alle dieci... il tempo che arrivi..Arrivi
a Bologna?.. Palermo, Bologna?
G: Si si.
V: E poi a Rimini come ci vai?
G: C'è una macchina che mi aspetta.
V: Di chi?
G: Della Ditta.
V: Quale Ditta?
G: Di tua sorella... minchia.. !!!!!!!!!!
V: Quale Ditta è?
G: Sei scema?
V: Che Ditta è non lo so.
G: Quella di Mimmo.! [Domenico PROTO]
V: Che ti aspetta, perchè lui si è portato la ditta
appresso, cioè la macchina appresso..
G: Si c'ha delle macchine affittate là..
V: E dopodichè andate lì, e poi c'è la cena e tu stasera..
allora tu mi vuoi fare credere che tu non andrai in questi locali? Insieme a
mimmo?
G: Nooo, stasera (inc.)
V: Vabbè quelli chiudono alle sei di mattina..
G: Facciamo pure la cena, infatti facciamo pure la cena..
V: E tu mi vuoi fare credere che sei là e tu e Mimmo
da solo tu non andrai mai in questi locali?
G: Si da solo, siamo docidi persone.. da solo.c'è suo
figlio, sua figlia..
V: Suo figlio, sua figlia? E come mai?
G: Perchè se li porta, per queste cose di lavoro, se li
porta.
V: Se li porta.
G: Per queste cose fuori.. che gli dice che gli servono per
imparare il mestiere.
V: Ho capito. Vabbè ci devo credere. no io non ci credo. Io
glielo chiederò..
G: Chiama a Mimmo e glielo chiedi.
V: Gianfranco prima di partire, ora ci sentiamo. Io devo
andare ora dal notaio. Va bene.
G: Infatti è probabile, probabile che poi Paolo lo mettiamo
a lavorare lì.
V: Si tu sei convinto, lo devi mettere a lavorare
lì...vediamo le cose come vanno... ancora non si sa niente... la crisi tu già
pensi a Paolo dove lo devi mettere a lavorare.
G: Sarebbe una buona oppurtunità..
V: Per ora fagli prende sto diploma...che è ancora
all'inizio, ho paura che..
G: Poi a casa, anche quando va a Catania, è a due ore di
strada..
V: E lo so.. però...
G: Va là a dormire, e poi..
V: Io ho, ho obiettivi molto migliori per lui se se ne
andasse in Svizzera sarebbe la cosa..
G: Andare in Svizzera..
V: Si.
G: A fare il cameriere..
V: Vabbè, fammi posteggiare..sto andando dal notaio..ora tra
un pò ci sentiamo..
G: Ciao.
La conversazione telefonica che
segue iniziava con un’esclamazione dialettale di CANNOVA: “Agghiurno’?!”, cui
seguiva la conferma dell’interlocutore, quindi CANNOVA raccomandava PROTO per
un prossimo incontro con il Direttore Generale dell’Assessorato, Giovanni
Arnone, in quanto dal tenore della telefonata sembrerebbe che l’Arnone non
aveva gradito la visita fatta presso gli uffici dell’Assessorato da PROTO
[dobbiamo muoverci diversamente con ..con il direttore]. CANNOVA consigliava di
farsi preannunciare la sua visita presso gli uffici dell’ARTA ” da una
telefonata preventiva”, poi i due alludevano ad alcuni viaggi già fatti e da
farsi a Roma dal PROTO, e quindi al probabile intervento di un non meglio
identificato politico.
C: Cannova Gianfranco= Chiamato
P: Proto Domenico = Chiamante
C: Mimmo "agghiurnò" finalmente?
P: "agghiurnò agghiurnò"!
C: "agghiurnò" meno male!
Dalle ore 07:55:46 alle ore alle ore 08:01:12 omississ
C: Ah senti a proposito. La prossima volta, e.....
P: ..si..!
C: ..dobbiamo muoverci diversamente con ..con il direttore.
Perchè ieri che eravamo assieme, mi fece una battuta. Mi fa, si mette accanto a
me e mi fa dice: "Ma quello di ieri che mi ha salutato chi era? Io non lo conosco!"
.
P: Cosa...cosa cosa?..Non ho capito!
C: Ieri....
P: ..si!...
C: ...ero assieme ad Emanuele,....
P: ..si!...
C: ...si mette accanto a me e mi fa: "Cannova ma
quello di ieri che mi ha salutato chi era? Che io non lo conosco a quello! Eh…
no… Il presidente dell'Oikos, si ricorda che aveva il problema... si, si lo so
ma io a questo non lo conosco e mi ha baciato pure! quindi la prossima volta,
siccome tutte questi..questi personaggi sono tutti spaventati, una telefonata
preventiva.
P: Ah! Certo, ho capito, ho capito|!
C: Hai capito?
P: (incompr.)
C: per evitare che continua a fare il cretino.
P: Ah! Ha detto che non mi conosce.
C: Si!..."ma chi è ? Io a questo non lo conosco!
Mi ha salutato pure." .. lo so (incompr.)! ma io non lo conosco, dissi, gli
stavo dicendo, ma come? Ci sei andato a mangiare insieme e non lo conosci?
P: Tu digli......digli ..ricordargli di ..Roma!
C: No, Mimmo!...una telefonata preventiva...
P: … se le scorda le cose?
C: Si, se li scorda le cose. Una telefonata preventiva
cosi la prossima volta....
P: ....la settimana prossima mi faccio prendere
l'appuntamento.
C: No! Ma infatti, il fatto di scendere una volta a
settimana, vedi che non è sbagliato.
P: Eh, no, lo sò, lo sò. Poi mi faccio
...(incompr.)...da me.
C: Poi ho parlato nuovamente per la questione che aveva
sollevato lui ed in pratica...
P: ...si...
C: ...........il risultato dovrebbe essere che lui si
piglia la tariffa e l'a.i.a. rimane quà.
P: Ah!
C: Capito?
P: Ho capito, dai!
C: E' questa cosa dovrebbe essere un provvedimento che poi
va in giunta di governo..
P: ...ho capito.
C: Va be Mimmuzzu!
P: ottimo, ottimo, ottimo...
CANNOVA ben sapeva che la carica
ricoperta dal suo Dirigente Generale, Giovanni Arnone, fosse espressione della
volontà politica dell’allora Governatore della Regione Lombardo a cui PROTO,
come si vedrà nel seguito, faceva riferimento per tentare di risolvere le sue
traversie amministrative: ciò spiega perché entrambi si auguravano che il
“provvedimento” di loro interesse andasse poi in giunta di governo.
Sibillina, e di dubbia
interpretazione rimane la frase che il CANNOVA pronunciava [il risultato
dovrebbe essere che lui si piglia la tariffa e l'a.i.a. rimane qua]: cosa
intenda dire CANNOVA quando asserisce “Lui si piglia la tariffa” non è
dato saperlo; non è emerso, infatti, dalle indagini nulla a carico del
Direttore Generale dell’Assessorato al Territorio. L’affermazione, comunque,
risulta sintomatica del modo di pensare e di intendere l’esercizio della
propria funzione da parte di CANNOVA.
Di seguito, altra conversazione
telefonica tra CANNOVA e PROTO che ribadisce il loro continuo rapporto basato
esclusivamente sugli interessi economici dell’imprenditore catanese, che
CANNOVA, in spregio a qualsiasi senso di correttezza e probità che dovrebbe essere
proprio di un pubblico funzionario, cerca sempre di favorire.
In particolare, CANNOVA si
preoccupava di dare le opportune istruzioni a PROTO per la trattazione delle
pratiche amministrative gestite presso l’Assessorato ove lavorava e nelle quali
era personalmente coinvolto. Infatti, PROTO faceva riferimento al fatto che era
CANNOVA a “convocare” le persone, alludendo con chiarezza alla convocazione
della Conferenza dei servizi che rientrava tra le mansioni di CANNOVA quale
funzionario istruttore:
P: PROTO Domenico
C: CANNOVA Gianfranco
P: Gianfranco!
C: Ehilà, Mimmuzzo!!
P: Senti, rimandiamo, oggi, beddu!
C: Non ho capito, dimmi.
P: Rimandiamo oggi. Rimandiamo oggi il pranzo.
C: Va' bene, ok.
P: Spostiamolo a domani.
C: Va' bene, come vuoi.
P: Io domani ti porto un po' di documenti, e analizziamo a
fondo quella documentazione.
C: L'hai letto il messaggio che ti ho mandato, poi, ieri?
P: Si, si, si, l'ho letto e stamattina l'ho discusso, gli ho
detto di preparare la pratica, così come dico io e di non mandarla, né di là e
né di là, poi sei tu che chiami....
C: Ma infatti, infatti. Minchia, uh... appena facciamo una
cosa del genere, nell'arco di cinque minuti lo saprebbe tutta Catania!
P: Certo. Sei tu che chiami RACITI, chiami Tizio, chiami
Caio e li convochi!
C: E infatti! Va' bene....
P: Ok?
C: Ok Mimmuzzo!
Ora, da tale conversazione deve
necessariamente essere messo in evidenza quel “facciamo” pronunciato da
CANNOVA, che manifesta come il medesimo perseguisse pienamente gli stessi
interessi di PROTO, ed ancora la menzione ad una “convocazione” e
a Raciti non lasciano dubbi sul fatto che l’argomento attenga
all’attività amministrativa afferente le prerogative del funzionario
infedele.
Si ricorda che CANNOVA (cfr. sit
di Zuccarello, vedi VOL. III aff. 6) è colui che rappresenta
l’Amministrazione Regionale nelle conferenze dei servizi, per l’appunto
“convocate”, e che il Raciti si identifica in Salvatore Raciti
dirigente dell’Assessorato Provinciale all’Ambiente di Catania.
Dalla telefonata che segue,
non può non rilevarsi la spregiudicatezza di CANNOVA nell’ordinare al
segretario di PROTO, Giuseppe Arcidiacono, di prenotargli l’albergo “Baia
Verde”, categoria 5 stelle, di Aci Castello, ove poi soggiornerà con la moglie:
le spese alberghiere saranno poi ovviamente sostenute da PROTO.
(VOL. II aff. 188 ss)
Progressivo n°: 9407 Data : 28/12/2011 Ora : 19:32:09 Durata
: 0:01:51
C: CANNOVA GIANFRANCO
A: ARCIDIACONO GIUSEPPE
A: Pronto?
C: Giuseppe, buonasera, Cannova.
A: Buonasera architetto, come va?
C: Bene, grazie Giuseppe tutto a posto lì?
A: Si, si tutto a posto.
C: Giusé notizie del principale ne ha?
A: Principale... oggi pomeriggio l'ho visto.
C: Non le ha detto niente?
A: No.
C: Non le ha detto niente. Senta Giuseppe, una cortesia
mi deve prenotare... domani, dal tre al sette con partenza l'otto.
A: Si.
C: va bene? Glielo dica...
A: D'accordo.
C: Che ne abbiamo parlato.
A: Ah?
C: Glielo dica che ne avevo parlato con lui.
A: Quindi tre...
C: Dal tre, tra notte al sette notte con partenza l'otto.
A: Ho capito, ma dove?
C: Al Baia Verde.
A: Va bene.
C: Mi da la conferma poi, Giuseppe?
A: Certo, ora le do la conferma, certo.
C: Va bene, grazie e... Giuseppe per una matrimoniale e una
doppia.
A: Una matrimoniale?
C: ... e una doppia.
A: Va bene, ok.
C: Ci sentiamo dopo Giuseppe, grazie.
A: Niente, buonasera.
C: Arrivederci.
Il pagamento delle spese alberghiere a carico di CANNOVA
deve seguire una contabilità separata e nascosta, in quanto il funzionario
pubblico non può apparire nei bilanci della società. Come si vedrà dal
contenuto della telefonata di seguito, erroneamente il suddetto pagamento stava
per essere contabilizzate a carico della società OIKOS, ma un’impiegata accorta
della società, Grazia Marletta7, avvedutasi per tempo dell’errore, immediatamente
chiamava PROTO per riparare al problema:
G: CANNOVA Gianfranco (CHIAMANTE)
V: PADUANO Valeria (CHIAMATA)
V: Pronto.
G: Vale..
V: Ma sei partito, dove sei?
G: In piscina... non devo collocare tutti e due prima..
V: Ma parti alle cinque?Sei in ritardo.
G: No alle cinque in aereoporto.
V: E a che ora parti?
G: Alle sette meno dieci.
V: Come?
G: Sette meno dieci.
V: Sette meno dieci?
G: Si.
V: Cioè arrivi là alle dieci... il tempo che arrivi..Arrivi
a Bologna?.. Palermo, Bologna?
G: Si si.
V: E poi a Rimini come ci vai?
G: C'è una macchina che mi aspetta.
V: Di chi?
G: Della Ditta.
V: Quale Ditta?
G: Di tua sorella... minchia.. !!!!!!!!!!
V: Quale Ditta è?
G: Sei scema?
V: Che Ditta è non lo so.
G: Quella di Mimmo.! [Domenico PROTO]
V: Che ti aspetta, perchè lui si è portato la ditta
appresso, cioè la macchina appresso..
G: Si c'ha delle macchine affittate là..
V: E dopodichè andate lì, e poi c'è la cena e tu stasera..
allora tu mi vuoi fare credere che tu non andrai in questi locali? Insieme a
mimmo?
G: Nooo, stasera (inc.)
V: Vabbè quelli chiudono alle sei di mattina..
G: Facciamo pure la cena, infatti facciamo pure la cena..
V: E tu mi vuoi fare credere che sei là e tu e Mimmo da solo
tu non andrai mai in questi locali?
G: Si da solo, siamo docidi persone.. da solo.c'è suo
figlio, sua figlia..
V: Suo figlio, sua figlia? E come mai?
G: Perchè se li porta, per queste cose di lavoro, se li
porta.
V: Se li porta.
G: Per queste cose fuori.. che gli dice che gli servono per
imparare il mestiere.
V: Ho capito. Vabbè ci devo credere. no io non ci credo. Io
glielo chiederò..
G: Chiama a Mimmo e glielo chiedi.
V: Gianfranco prima di partire, ora ci sentiamo. Io devo
andare ora dal notaio. Va bene.
G: Infatti è probabile, probabile che poi Paolo lo
mettiamo a lavorare lì.
V: Si tu sei convinto, lo devi mettere a lavorare
lì...vediamo le cose come vanno... ancora non si sa niente... la crisi tu già
pensi a Paolo dove lo devi mettere a lavorare.
G: Sarebbe una buona oppurtunità..
V: Per ora fagli prende sto diploma...che è ancora
all'inizio, ho paura che..
G: Poi a casa, anche quando va a Catania, è a due ore
di strada..
V: E lo so.. però...
G: Va là a dormire, e poi..
V: Io ho, ho obiettivi molto migliori per lui se se ne
andasse in Svizzera sarebbe la cosa..
G: Andare in Svizzera..
V: Si.
G: A fare il cameriere..
V: Vabbè, fammi posteggiare..sto andando dal notaio..ora tra
un pò ci sentiamo..
G: Ciao.
Formidabile riscontro di quanto sopra detto è rappresentato
dall’ attestazione delle spese fatte dal Cannova Gianfranco redatta dal
Direttore della struttura alberghiera “Grand Hotel di Rimini”:
Evidenti motivi di segretezza delle indagini hanno impedito
di effettuare più mirati accertamenti, che dovranno comunque disporsi, quale
l’individuazione del televisore e degli accessori, compendio della corruzione.
La conferma dell’intervento del PROTO nell’acquisto
dell’impianto si ricava, senza nessuna ombra di dubbio, da un passo del
colloquio in auto avvenuto qualche giorno dopo tra CANNOVA e la moglie Paduano
Valeria, la quale, evidentemente a conoscenza della corruttela del marito,
esclama:
CANNOVA GIANFRANCO successivamente indicato con la lettera
“G”
PADUANO VALERIA successivamente indicato con la lettera “P”
omissis dall’ inizio a ore 20:21:11
P: Senti, ma Mimmo almeno qualcosa te la esce per
questa cosa che hai fatto?....Quanto? ..Te li ha dati? ..DIECI? … Meno male che
c’è lui!!perche’ con questo……Quanto ti costano questi, omissis.
G: Se ne fotte lui dei soldi.
omissis da ore 20:21:35 sino alla fine
La cosa che ha fatto il marito è
stata l’acquisto del televisore, e PROTO ha dato (qualcosa te la esce per
questa cosa che hai fatto?) € 10.000 (Quanto? ..Te li ha dati?
..DIECI?), a pieno riscontro di quanto, nel corso dell’ambientale con CANNOVA
prima riportata, lo stesso PROTO diceva Eravamo rimasti “a chisti ciamma a
fare avire autri 10000 euro” in più tu gli devi pagare la tua tv: quindi il
televisore lo ha pagato CANNOVA, l’impianto stereo PROTO.
Si segnala la preoccupazione
della Paduano per il costo del loro tenore di vita, infatti i due stavano
proprio parlando dei costi da dover affrontare e la donna ringraziava il fatto
di poter sempre contare sull’amico catanese Meno male che c’è lui.
L’indagine ha permesso, inoltre,
di dimostrare come la corruzione del pubblico ufficiale abbia concretamente
giovato al privato, permettendogli di assicurare alla sua società un ingente
introito di denaro.
In particolare, la Squadra Mobile
aveva modo di sentire, la prima e l’ultima settimana di aprile 2012, alcune
conversazioni tra PROTO o la sua collaboratrice Puglisi Veronica (responsabile
del piano sorveglianza e controllo della discarica della OIKOS10) e CANNOVA
particolarmente interessanti, relative ad un guasto dell’impianto.
Nella prima settimana si rilevava
la necessità di contattare CANNOVA in quanto l’ARPA, intervenuta sul posto per
un controllo di routine, aveva constatato il fermo impianto e chiedeva che la
società facesse una comunicazione formale agli organi di controllo, ovvero la
Regione – l’ufficio del CANNOVA -, l’ARPA e la Provincia di Catania;
nell’ultima settimana si verificava nuovamente il guasto e al solito CANNOVA
interveniva per risolvere i problemi burocratici.
Poiché le sole intercettazioni
non erano in grado di far comprendere pienamente i fatti e necessitando, di
conseguenza, specifiche cognizioni tecnico-normative sulla materia ambientale,
si è ottenuta la disponibilità dei Carabinieri del N.O.E., che, a seguito
dell’analisi puntuale delle intercettazioni e della documentazione acquisita
direttamente dalla OIKOS Spa (riguardante sia le autorizzazioni agli impianti
che il flusso dei rifiuti ricevuti/prodotti e/o smaltiti/recuperati dalla
società), ha relazionato sull’intera vicenda, come di seguito viene
rappresentato.
L’attività di gestione dei
rifiuti da parte della società OIKOS consiste nella ricezione, per lo
smaltimento definitivo, di ingenti quantitativi di rifiuti urbani
indifferenziati, aventi codice CER12 200301, con una media giornaliera di 700
tonnellate, prodotti dai Comuni della Sicilia orientale ed ivi conferiti dagli
A.T.O. (Ambito Territoriale Ottimale)13 e/o da società incaricate.
Gli stessi rifiuti, prima del loro smaltimento definitivo in
discarica, devono essere sottoposti ad un’operazione di selezione/trattamento,
conformemente al D.lgs. n°36/200314.
La società OIKOS Spa11, con sede in Motta S.Anastasia (CT),
gestisce gli impianti, complementari tra loro:
- di pretrattamento/selezione, denominato (IPPC)
- di discarica per rifiuti non pericolosi entrambi siti in
contrada Tiritì del Comune di Motta S.Anastasia.
Un’ulteriore esigua quantità di
altre tipologie di rifiuti (rifiuti proventi dalla pulizia delle strade) viene
invece conferita, sempre dagli A.T.O. e/o società incaricate, per essere
smaltita direttamente nella stessa discarica, senza alcun obbligo di preventivo
trattamento.
Per lo smaltimento di tutti i
rifiuti ricevuti, la società OIKOS applica, nei confronti dei conferitori
(A.T.O. e società di privati) e a seconda della destinazione dei rifiuti (verso
l’impianto di trattamento o direttamente in discarica), due distinte tariffe:
quella relativa al trattamento preventivo, pari a € 72,57 a tonnellata, e
quella relativa allo smaltimento definitivo in discarica, pari a € 9,25 a
tonnellata.
Nel corso del primo sopralluogo
del 24 maggio 2012 (VOL. III aff. 592 ss) veniva accertata, in una
porzione d’area della discarica, la presenza di rifiuti la cui tipologia non
era consentito conferire ai sensi dell’art. 7 d.lgs. 36/03, o meglio:
- alcuni rifiuti che
necessitavano in forza della loro tipologia, di essere sottoposti a
pretrattamento, che non avevano, invece, sostenuto;
- altri rifiuti (per esempio
traversine in cemento armato, materiale in legno, plastica e ferro, vedi foto
da 21 a 25, VOL. III aff. 600-601) non potevano invece proprio essere
smaltiti in quella discarica, perché per tale tipologia è necessario uno
specifico pretrattamento con un impianto particolare, di cui la società OIKOS
non dispone, per il successivo conferimento in discarica per i rifiuti inerti.
Le deduzioni fondate erano: 1)
che non tutti i rifiuti transitassero dall’impianto di trattamento preliminare;
2) che non si attuassero idonee misure di sorveglianza e verifica dei flussi di
rifiuti in ingresso; 3) che consapevolmente si smaltissero in discarica
tipologie di rifiuti non consentite.
Veniva acquisita quindi la
documentazione ambientale ed in particolare i registri di carico e scarico e le
bindelle di pesa.
Nella stessa giornata CANNOVA
conversava all’interno della propria autovettura con la moglie, Paduano
Valeria, riferendole che la Polizia in mattina era stata nel suo ufficio,
acquisendo documenti inerenti la società del Proto. La Paduano si mostrava
molto preoccupata di un probabile arresto del PROTO e consigliava il marito di
limitare i loro soggiorni presso l’Hotel Baja Verde, temendo che possibili
intercettazioni potevano svelare che tali soggiorni fossero sempre interamente
spesati dal PROTO (come poi effettivamente già è stato accertato); la Paduano
rimproverava, infatti, il CANNOVA di essere sin troppo “leggero”,
raccomandandogli maggiore cautela:
(VOL. II aff. 25 ss)
numero progressivo n°2674, nel brogliaccio di ascolto delle
relative operazioni tecniche, registrata alle ore 16.00 del 29/05/2012, durata
60 minuti.
CANNOVA GIANFRANCO successivamente indicato con la lettera
“G”
PADUANO VALERIA successivamente indicato con la lettera “P”
omissis dall’ inizio a ore 16.55.59
P: Io mi spavento.. io ti ho sempre detto stai attento
con Mimmo (ndr Proto Domenico) perché io sono sicura che lui ha troppe
attività, troppe cose, io..eee.. quando una prende soldi facili, prima o
poi le paghi…
G: Ma che vuoi dire?
P: A me dispiace per lui ma prescindere perché con noi
si è sempre comportato bene.
G: Che vuoi dire non ho capito..
P: Che mi spaventa l’arresto..
G: Spaventati!
P: Che hai i cazzi pure tu, cominciano a fare.. ci sono
intercettazioni che andiamo al Baia Verde, andiamo qua.. andiamo là.. anche ste
cose, io proprio oggi pensavo mi sarebbe piaciuto andare a Taormina, ora anche
ora, a Capo Taormina, però ci dobbiamo un po’ limitare, tu sei troppo leggero
nelle tue cose.
G: Limitati, ci vado solo!
P: Dove?
G: A Capo Taormina.
omissis da ore 16:56:50 sino alla fine
CANNOVA, nella conversazione
immediatamente successiva, spiegava alla moglie l’escamotage utilizzato
dal PROTO per i pagamenti delle spese da loro sostenuti presso i vari Hotel.
Secondo lui, per mascherare siffatti
pagamenti presso le strutture alberghiere, PROTO userebbe la carta di credito
di una sua impiegata, Grazia Marletta, ma si sbaglia, come già accertato prima:
i pagamenti alle strutture ricettive o per i viaggi del CANNOVA sono sempre
stati eseguiti tramite bonifico bancario dalla Oikos S.p.a. o direttamente con
carta di credito del PROTO:
CANNOVA GIANFRANCO successivamente indicato con la lettera
“G”
PADUANO VALERIA successivamente indicato con la lettera “P”
omissis dall’ inizio a ore 23.02.23
P: Ma il mio problema coi costumi sai qual è, è che ne ho
due milioni per andare quando a mare.
G: Vuoi andare da Giglio?
P: Si. Li uso solo quando vado Baia Verde, quando vado
a Taormina, quest’anno ce lo facciamo almeno un fine settimana a Taormina,
all’Atlantis al coso, chi vuole venire viene. Non me ne fotte niente. A spese
di Mimmo [!!!!!!!!!!!!!!!!]. Con te parlo.
G: Vale anche se le cose diventano sempre più
difficili, perché dice che ora ti controllano pure..
P: .. Cosa?
G: Le vacanze. Dove le fai.
P: Va bè un, ma noi ce li abbiamo le nostre entrate
siamo sempre là, che fa’ non le abbiamo io ho tutto dichiarato, tu magari ma tu
hai a me, hai la villa che già è dichiarata, abbiamo la nostra professione..
G: Valeria intanto ti controllano e poi ti giustifichi..
P: Ma infatti io, se vuoi risparmiare qualcosa, ma tu
infatti, è Mimmo che se paga non deve dire, figurare perche sennò
t’inchiummano! [!!!!!!!!!!!!!!!!]
G: Mimmo non paga mai.. con carte Oikos o cose varie..
P: .. e con le sue personali non è peggio?
[!!!!!!!!!!!!!!!!]
G: Gliela dà , gliela dà a quella come si chiama..
P: Con quella sua personale non è peggio?
G: No ma quale personale.. gliela dà a quella, la sua
impiegata quella..
P: Si ma la sua impiegata..
G: Come si chiama Nancy..
P: .. Non lo so chi è..
G: Quella di là.. l’hai vista..
P: Si ma, cioè gli dà la carta di credito
dell’impiegata?
G: Gli fa’ pagare con la sua carta di credito e poi Mimmo
gli restituisce i soldi.
P: Si ma non ha senso, un impiegata come se lo permette
di pagare una vacanza do 6000 euro per una settimana? Perché tanto noi
consumiamo.. [!!!!!!!!!!!!!!!! Seimila euro a settimana]
G: Lo può fare.
P: Un impiegata lo può fare? Perché quanto guadagna?
G: Lo può fare nel senso che è la Ditta che le offre il
premio del soggiorno.
P: Mi sembra una stronzata. E se questa un giorno se la
canta come quella di Bossi? Lui non deve dare..lui non deve dare..
G: Questa.. ma stai scherzando..
P: Ma chi è quella incinta, che era incinta.. ?
G: No quella grossa Nancy, Grace, Grace.. ecco!
P: Ma io questa non l’ho mai conosciuta?
G: Si l’hai conosciuta..
P: Va bè ma anche quando, tu, scusami, tu non puoi far
figurare che gli hai fatto lavori.. che tu.. cioè per forza deve essere come..
G: La Finanza comincia a controllare pure le vacanze dove si
fanno, un cinque stelle..
P: E le scuole. E le scuole..
omissis da ore 23:04:54 sino alla fine
A proseguire, nella medesima conversazione, innocentemente
la Paduano affermava che il marito era completamente stipendiato dal PROTO e
aveva paura che il loro alto tenore di vita, a seguito di un possibile arresto
del PROTO, potesse subirne gravi conseguenze.
Singolare è che la donna non si pone alcun problema
relativamente alla condotta del marito e alle possibili conseguenze penali.
Anche CANNOVA ammetteva alla moglie di essere assolutamente
dipendente, dal punto di vista economico, dal PROTO; poi, per tranquillizzarla,
sosteneva che qualora fosse venuto a mancare l’apporto economico fornito dal
PROTO, avrebbero alienato unità immobiliari della moglie.
Si intuisce che i due hanno un forte bisogno di denaro
poichè stanno progettando l’acquisto di una casa il cui valore economico supera
il milione di euro.
CANNOVA GIANFRANCO successivamente indicato con la lettera
“G”
PADUANO VALERIA successivamente indicato con la lettera “P”
omissis dall’ inizio a ore 17.08.54
P: Chi è che ti ha chiamato, Gianfranco?
G: L’ingegnere Zuccarello..
P: E che ti ha detto?
G: Che c’è la Procura ancora là..
P: E ti ha detto di andarci?
G: Si. Dice ma le avevo detto di venire dopo avere preso i
ragazzi da scuola..
P: Ma questo ancora non se ne è andato?
G: Ma veramente no..
P: Ma che sei ai suoi ordini? Ma questo ancora non se
n’è andato?
G: E il responsabile sono io.. anzi..
P: Io vorrei capire una cosa, allora noi dove stiamo andando
adesso?
G: In Agenzia..
P: Si dov’è? Dov’è?
G: Via Autonomia Siciliana..
P: Qui.. a due passi..bene allora io dico questo, a
maggiore ragione che c’è pure questa cosa di Mimmo, come facciamo fronte ad una
spesa del genere?
G: Qual è il nesso fra Mimmo e questa..
P: Che Mimmo ti dava soldi!! E con questo ti aiutava a
pagare..
G: E perché non me li dà più?
P: Gianfranco se Mimmo c’ha un’ indagine, una cosa, lo
arrestano..
G: Ma che arrestano!!! Ma che dici!!
P: Ma tu sei sicuro che Mimmo è pulito?
G: Per Favore.
P: Ma tu sei sicuro che Mimmo è pulito?
G: Sarà sicuramente uno strascico di quello che è
successo… certo che è pulito perché c’ho le indagini.. le cose antimafia a
casa, le le… in ufficio… le informazioni antimafia.
P: Va bè quanti ce ne sono che c’hanno le informazioni
antimafia e tutto insieme leggi nel giornale che l’hanno arrestato?
G: Noi abbiamo informazioni atipiche se ci sono
procedimenti in corso noi lo sapp.. siamo i primi a saperlo.
P: Io ti dico sempre Gianfranco, di essere prudente, è un
campo brutto, non solo bisogna..
G: E po ti sto dicendo che sto lavorando per essere
indipendente da Mimmo.
P: Si ma stai lavorando… perché tu sei dipendente da
Mimmo, scusa?
G: Per ora si!
P: Perché?
G: Però se Mimmo si ferma, minchia,
P: Attento
G: Tutti i fondi… vengono messi in crisi.
P: Si ma comunque Mimmo o non Mimmo… il discorso è uno,
stai lavorando o non stai lavorando non sono cose che arrivano da un momento
all’altro.
G: Ma anche… anche quando, ammesso e non concesso noi, ti ho
detto, abbiamo i rimedi di come fare.
P: E quali sono?
G: Via Ausonia e Mondello.
P: No. Cioè che ci andiamo a vendere quattro case?
G: Possiamo valutare tutto.
P: …incomp… dopo che io ho faticato per avere quello
che ho… non solo mi devo vendere via Cadorna e… e via casa…. Via Monti Iblei,
mi vendo pure Mondello.
G: Ma prendiamo…
P: Ma stiamo scherzando?
G: Ma se siamo in crisi ti tieni tutte cose e rimaniamo in
crisi?
P: C’era scritto LI VORSI?
G: Vendiamo Mondello…
P: L’hai letto LI VORSI?
G: Si.
P: Ma Mondello ti sembra così facile vendere ora?
G: L’anno scorso…
P: Perché una vuole vendere piglia e vende?
G: Questa tipologia di casa si.
P: Va bene.
G: L’anno scorso hanno avuto una perdita di 4 milioni di
euro LI VORSI.
P: Lo so.
G: Hanno deciso, ci mangiamo i soldi che abbiamo.
L’interesse poi per l’acquisto di una casa emerge anche
dalla trascrizione della conversazione ambientale, tra CANNOVA e la moglie, che
segue, ove la Paduano chiedeva al CANNOVA se avesse altri 50.000 euro da dare
“in nero” al costruttore: denaro che la moglie suggeriva, in caso di verifica
fiscale, di far emergere dall’affitto della villa di Mondello, in quel momento
locata al giocatore di calcio del Palermo, Barreto Edgar:
(VOL. II aff. 23 ss)
numero progressivo n°2611, nel brogliaccio di ascolto delle
relative operazioni tecniche, registrata alle ore 01.00 del 27/05/2012, durata
60 minuti.
CANNOVA GIANFRANCO successivamente indicato con la lettera
“G”
PADUANO VALERIA successivamente indicato con la lettera “P”
omissis dall’ inizio a ore 01.40.54
P: Tu devi farti un conto corrente, dove metti i soldi del..
un conto corrente una cosa a parte, dove metti i soldi della villa… un domani
ti troverai…di Barreto, un domani ti troverai un gruzzolo e tocchi gli altri,
le altre cose, non puoi mettere fondo sempre a questi 3 mila euro.. perché tu
ci devi pagare il mutuo e l’altra metà te li metti da parte, mi senti quello
quando parlo? Eh che ho detto?
G: Che parte del mutuo poi rivediamo la questione…
P: Perchè ancora non è partito il mutuo della villa?
G: Abbiamo fatto mutuo per la villa?
P: A maggior ragione mettendoteli da parte…
G: Per fare il mutuo devi fare l’atto..
P: Ma già in un anno non hai 50.000 euro in più da
dargli a questo? Eh.. ce li hai? Te li sei messi da parte?
G: Certo, li sto mettendo…
P: … sicuro? E quando glieli dai?
G: A questo chi?
P: A questo del costruttore.. a questo che gli devi
pagare la casa.. che gli hai dati soldi in nero.. non glieli puoi dare altri
50? Che sono quelli di Barreto che ti ha dato in un anno, è una anno ormai..
G: No Vale…
P: Ma perché.
G: Perché la casa dobbiamo dichiararla per forza 300..
perché al di sotto, non diventa più credibile.
P: Quindi in nero non gli puoi dare più niente?
G: Non diventa più credibile.
I suddetti elementi di prova
forniscono, per l’attendibilità delle dichiarazioni, definitivo riscontro alla
piena integrazione del reato contestato e prova dell’allarmante danno sociale
provocato dal patto scellerato tra CANNOVA e PROTO
In occasione dell’invito fatto
all’ing. Zuccarello Natale dalla Polizia per il giorno 01 giugno 2012, al fine
di essere sentito a sit, questi, prontamente chiamava CANNOVA per chiedere
informazioni.
Emerge che lo Zuccarello,
sovraordinato rispetto al CANNOVA, non ha assolutamente alcuna idea sulla
situazione della discarica di C/a Tiritì dell’OIKOS, e che CANNOVA ha buon
gioco nel confondergli le idee.
G: Cannova Gianfranco
V: Paduano Valeria
Omississ dalle ore 20:34:20 alle ore 20:35:35
Poi:
V: Con Paolo ora parliamo....
G: Salutalo a Mimmo ora se ne va...
V: Come?
G: Salutalo..salutalo...
V: Cè Mimmo? a casa?
G: Si!
V: Ah! Tu eri a casa con Mimmo?
G: Si!
V: Eh...perchè non ci mangiamo una cosa fuori?
G: Perchè c'è un altro appuntamento e quindi non sa a
che ora si
sbriga.
V: Lui, ha un altro appuntamento. Ho capito. Senti una
cosa. Digli che aspetta che sto arrivando......Ehi! lo voglio salutare. Mi
senti Gianfranco?
G: Si!...mi stava dicendo che potrebbe pure rimanere...
V: Potrebbe pure rimanere?
G: Uhm!
V: Se lui rimane possiamo andarci a prendere un
boccone. ma una cosa così niente di informale.
G: No anche perchè non può fare tardi.
V: A loro gli prendiamo due cose al Mc Donald e noi ci
andiamo a
mangiare una cosa fuori
G: Va bene!
V: Ma anche un'insalata.....ah?
G: Va bene!....va bene ora mi organizzo in questo modo.
dai!
Omississ dalle ore 20:36:41 alle ore 20:38:24
a
cura del Comitato Cittadino Isola Pulita di Isola delle Femmine
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